Le bufale che tornano in voga spesso sono studiate a tavolino ed hanno come fine quello di indignare l’opinione pubblica specie per quanto attiene la politica. Chi le fabbrica ad arte sono hacker pagati per creare scompiglio fra i cittadini ben sapendo che, fra la popolazione dei social, i creduloni non mancano. Diffondere notizie false rimane comunque un reato in cui non mancano le aggravanti. Occhio dunque e verificate sempre quando un messaggio vi lascia a bocca aperta.
Roma – Basta fare circolare una notizia che desti indignazione e sia verosimile, nei confronti della casta ed il gioco è fatto. Le fake news di cui tanto si parla nelle dinamiche giornaliere non è facile riconoscerle, proprio per la mancanza di competenza nell’ambito della notizia divulgata e poi perché piace immaginare, senza approfondire, che la comunicazione taroccata sia reale.
Orientarsi tra gli accadimenti chi ci vengono raccontati come veri non è facile. Infatti tramite i social e, purtroppo, molto spesso anche da quotidiani e notiziari televisivi che riprendono i più diversi post, vengono divulgate notizie burla che in pochissimo tempo si diffondono in maniera virale.
Ormai si può affermare che le fake news, ovvero le notizie false, girano dappertutto come il virus che si insinua tra di noi, spesso a nostra insaputa. Tali notizie, grosso modo, stanno in piedi sin dal 2010 e si diffondono, alla velocità della luce, per fini illeciti e chi le condivide e e a sua volta le diffonde, non è meglio di chi le ha inventate di sana pianta. Ma le fake si debbono saper fare sennò nessuno ci casca.
Il principale ingrediente della notizia fasulla è quello dell’assoluta, apparente credibilità. Le news, cosi confezionate ad arte, ciclicamente ritornano in auge e aggiunte alle tantissime notizie spazzatura di ogni giorno e ad altre vere solo in parte, indignano ed emozionano il destinatario che le riceve, in primis, attraverso sistemi di messaggerie e chat.
Ancora in questi giorni ri-circola una bufala, in giro da ben otto anni, tornata attuale dal 25 settembre scorso e che riguarda un presunto disegno di legge a firma di tale “Senatore Cirenga”. Si tratta di un’iniziativa legislativa del tutto inventata, come peraltro ampiamente dimostrato già nel 2019.
Eppure in Italia basta qualche semplice condivisione convulsiva per rispolverare e distribuire a macchia d’olio la boutade in the world. Con la falsa notizia riciclata l’imbecille di turno sostiene che ci sia addirittura un senatore che ci va giù di saccoccia nel “volere fare approvare un fondo patrimoniale per i parlamentari in crisi di nervi, quando non sono più rappresentanti del popolo italiano“.
Insomma la bufala verte attorno ad una proposta di legge con la quale sarebbe stato partorito un fondo pari a 134 miliardi di euro destinato ai cosiddetti “parlamentari in crisi”. Parliamo più nello specifico di deputati che hanno incontrato difficoltà nel trovare lavoro nell’anno successivo alla fine dei rispettivi mandati. Una boiata comunque credibile, considerando le sorprese della nostra pletora politica.
Un disegno di legge invero mai esistito, così come non esiste un parlamentare con questo cognome e con quel faccione riprodotto su false locandine e manifesti farlocchi. Peraltro basta consultare le fonti ufficiali per avere le idee più chiare. Sul sito del Senato non ci sono tracce di questa idea legislativa e men che meno di uno scranno dove sieda tale Senatore Cirenga, ovviamente assente nell’elenco ufficiale dei parlamentari.
Chiunque riceva certe notizie dal contenuto eclatante e inquietante deve essere più cauto prima di esprimere giudizi, condividere e diffondere a manetta la falsa notizia. La verità è che la bufala torna attuale di tanto in tanto, solo per sollevare inutile indignazione. Esempi se ne potrebbero portare infiniti in campo sanitario, giudiziario, economico e statistico, di come certe “bufale” prendano il sopravvento, inondando chat, mail, post, video e notiziari di ogni genere. Qualche volta anche autorevoli e seri.
Certamente le notizie false ed inventate sono sempre esistite, talvolta si tratta anche di vere e proprie burle di buontemponi, in altri casi invece sono maliziosamente studiate a tavolino ed hanno lo scopo di agire sull’opinione pubblica, per orientarla o stordirla politicamente. Qualcuno ci marcia specie quando si tratta di beccare l’avversario di turno.