I problemi non mancano. Uno per tutti: gli insegnanti Covid non saranno in numero sufficiente per operare lo sdoppiamento delle classi. Altro che classi pollaio. Ma la lista delle criticità è lunga e anche quest’anno si è perso tempo prezioso.
Roma – Da oggi si ricomincia. Il 1 settembre segna l’avvio del nuovo anno scolastico, carico di ansie e di confusione in merito al Green pass, ai No vax e ai docenti fragili che non possono essere sottoposti a vaccinazione. Ma la lista delle criticità è assai lunga.
L’annunciata fine della “didattica a distanza” appare ancora nascosta dietro l’angolo, perché per venire incontro ad alcuni docenti fragili si potrebbe ipotizzare che la classe in presenza possa seguire la lezione di questi docenti “da remoto”, tramite collegamento video.
Chi segue la politica del “complicare gli affari semplici” trova mille pretesti per non agevolare alcuni interventi che si ritengono ovvi e normali, dettati dal buon senso e dalla constatazione – anche scientifica – della permanenza dei rischi di contagi.
La sottosegretaria all’istruzione Barbara Floridia ha dichiarato con entusiasmo che “…Il 90% del personale scolastico è vaccinato!..” e questo dato dovrebbe infondere maggiore serenità e sicurezza. Ma non è cosi.
“Nonostante tutto” la scuola riaprirà in presenza. Le criticità di cui accennavamo ci sono state e ci sono, ma grazie anche agli ultimi stanziamenti, la macchina organizzativa potrà partire anche se “Avanti, adagio”.
Se l’obiettivo comune è quello di fare in modo che tutto funzioni, i docenti che amano la scuola non adotteranno le regole dell’ufficio complicazioni affari semplici, ma si renderanno protagonisti e portatori di entusiasmo, serenità e gioia.
Con questi presupposti si potranno muovere celermente i primi passi, per mettere in moto la voglia di rimettersi in gioco e per dare ciò che di buono, di vero, di meglio ognuno ha nella sua vita.
Il bravo docente-educatore dovrebbe considerarsi “azionista” nell’impresa educativa della Scuola, perché in essa investe il capitale della sua professionalità, ne ricava benefici sociali di crescita e sviluppo della “sua” scuola, che con il contributo del “suo” servizio, avrà ancor più le caratteristiche della “qualità” didattica e formativa.
“…La scuola – scrive Nicolò Mannino – ha bisogno di gente innamorata della vita, che sappia coniugare il verbo della gratitudine e della gioia, che apprezzi ciò che ha e non invochi la luce distruggendo le proprie ore del giorno, rincorrendo paradisi irreali. Cercasi persone semplici, ricche di bellezza nel cuore e nell’animo, gente libera mentalmente che sappia comprendere la genuinità e la spontaneità di un gesto ricco di cose umili e profonde…”.
I ragazzi sanno “leggere”, distinguere e comprendere il vero docente professionista, che ”crede a quel che fa”, che non trasmette solo nozioni, ma testimonia valori, e orienta l’insegnamento nella prospettiva del futuro dei suoi studenti, impegnati nel difficile compito della costruzione del proprio, personale progetto di vita.
Ancor prima, e in attesa che arrivino a scuola gli studenti, i primi giorni di settembre saranno dedicati all’accoglienza dei docenti perché insieme possano costruire e concordare lo stile e le condotte che creino le necessarie premesse per un proficuo ed efficace “star bene a scuola”.
Non lunghe e noiose riunioni, connotate di formale collegialità, bensì momenti ed occasioni di dialogo, di progettazione come sollecitazione a mettere in atto tutte quelle attività che rispondono al “piano di miglioramento” e di crescita della scuola sul sentiero della qualità. Tutto si può fare per la scuola, basta volerlo.