L’hanno ceduta al carnefice e sono fuggiti. Ma il fidanzato dice che è ancora viva.

I genitori di Saman, lo zio ed un cugino sono latitanti internazionali e potrebbero essere fermati in tutto il mondo. Nessuna notizia ancora dal governo pachistano per quanto riguarda la rogatoria internazionale ma è improbabile che le autorità di Islamabad diano una risposta. Intanto il cadavere della giovane non si trova.

Novellara I genitori di Saman Abbas sono considerati ufficialmente latitanti. Possono essere arrestati ovunque siano localizzati grazie al ministero della Giustizia che ha inoltrato all’Interpol una richiesta di arresto provvisorio che permette alle polizie dei Paesi ove fossero fermati i due pachistani di procedere con il fermo per poi attendere la richiesta di estradizione da parte dell’Italia.

Saman Abbas

Fermo rimanendo la precedente richiesta di rogatoria internazionale inoltrata dalle autorità italiane a quelle del Pakistan. Shabbar Abbas, 46 anni, operaio e la moglie Nazia Shaheen di 47, bracciante agricola, e dipendente della medesima azienda ortofrutticola di Novellara cosi come tutti i parenti della ragazza scomparsa, fuggiti nel loro Paese in aereo subito dopo la sparizione della figlia, sono accusati di omicidio premeditato in concorso e occultamento di cadavere.

Saman aveva rifiutato un matrimonio combinato perché innamorata di un giovane connazionale, Ayub Saqib di 21 anni i cui genitori erano stati minacciati di morte dai congiunti di Saman poi denunciati dal ragazzo un mese prima della scomparsa della diciottenne. Al giovane, residente a Roma, Saman aveva confessato le sue paure, compresa quella di perdere la vita. Ayub ha aggiunto che le minacce di morte per la sua famiglia sarebbero continuate sino a qualche giorno fa dunque per il giovane pachistano la ragazza sarebbe ancora viva:

Ayub Sakib

“…Io penso sia ancora viva, se fosse successo qualcosa sarebbe già stata trovata da qualche parte – ha detto Ayubforse la tengono segregata. Vorrei sposarla e poi fuggire lontano dalla sua famiglia...”.

Se cosi fosse perché i genitori sarebbero fuggiti assieme allo zio e ad un cugino? Del resto anche il fidanzato di Saman, alcuni giorni addietro, si diceva convinto che alla ragazza fosse accaduto qualcosa di brutto. Dunque se le minacce contro i suoi genitori fossero state rinnovate, come dice Ayub, dai parenti della scomparsa questo non potrebbe essere un altro depistaggio?

La coraggiosa giovane di appena 18 anni spariva da casa il 30 aprile scorso senza lasciare tracce. Nemmeno un indumento, un fazzoletto o un effetto personale perduto durante il tragitto da casa verso il patibolo che avrebbe potuto orientare il fiuto dei cani molecolari. Niente di niente.

Saman Abbas si è come volatilizzata e a forza di braccia carabinieri la stanno cercando dappertutto con l’ausilio di ogni mezzo utile che possa rivelare una buca, un anfratto, un rigonfiamento del terreno sotto al quale potrebbe nascondersi il cadavere della giovane che inseguiva il suo sogno d’amore. Si cerca ovunque e in un raggio sempre più vasto.

Del resto le indicazioni fornite dal fratello della vittima in merito al punto “esatto” della sepoltura indicatogli dal presunto esecutore materiale del delitto, lo zio Danish Hasnain di 33 anni, si sarebbero rivelate una menzogna, attesa la buona fede del ragazzino.

Danish Hasnain, religioso osservante e fanatico di certe tradizioni, non si fidava di nessuno dunque perché avrebbe dovuto rivelare il luogo del delitto o dell’avvenuto occultamento del cadavere al nipote legatissimo alla vittima?

I genitori in aeroporto fuggono verso il Pakistan

L’esperienza insegna che quando un delitto è premeditato, dunque studiato a tavolino in un contesto cosi variegato e vasto come quello delle campagne di Novellara, trovare il cadavere è davvero un’impresa ardua. Chi uccide per fanatismo religioso in un Paese straniero è capace di qualsiasi cosa, anche se in contrasto con la propria fede pur di sfuggire ai rigori della legge.

Se il corpo senza vita di Saman fosse stato dato in pasto ai maiali di uno dei tanti allevamenti presenti in zona sarebbe impossibile, anche per i cani molecolari più addestrati, rinvenire una traccia biologica della povera ragazza.

E mentre continuano serrate le ricerche agli inquirenti non rimane altro che attendere novità dall’Interpol. In ambito locale per il Pm Isabella Chiesi i genitori di Saman avrebbero avuto un ruolo fondamentale nella tragica vicenda, specie la madre: “Fatti sentire, torna a casa. Faremo come vuoi tu. Ti prego“.

Nazia Shaheen

Avrebbe detto Nazia alla figlia per attirarla in casa con la scusa di restituirle il passaporto “sequestrato” dal marito Shabbar. Una volta diventata maggiorenne Saman usciva dalla comunità per recarsi a Novellara dove avrebbe litigato con i genitori per l’ennesima volta.

Nazia e Shabbar avevano negato alla figlia anche l’iscrizione all’università nonostante le insistenze degli insegnanti che descrivevano la giovane pachistana come una ragazza di cultura e particolarmente portata per gli studi superiori.

Lo zio Danish Hasnain

La mamma di Saman, inoltre, aveva provato più volte ad allontanarla dal fidanzato conosciuto online proprio nel periodo trascorso nella struttura protetta:Gli uomini sono inaffidabili – diceva Nazia alla figlia – ci sono un giorno e il giorno dopo spariscono. Un’unione deve essere stabile, si deve basare su un patto. Tu non sai quello che è meglio per te…”.

Poi la consegna della vittima ignara al suo carnefice. Salvo prova contraria.

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