La questione sta diventando davvero una commedia ma nessuno fra gli uomini di scienza che fanno mille comparsate in tv parla chiaro. Le persone che se ne vanno all’altro mondo diventano sempre più numerose mentre alcune Procure procedono per omicidio colposo, altre archiviano. Sino a quando ci sarà confusione (ed a qualcuno conviene che ci sia) le vittime rimarranno senza giustizia.
GELA (Caltanissetta) – Sono ormai numerosi i decessi che sono seguiti alla somministrazione del vaccino AstraZeneca, ora denominato Vaxzevria. Diverse Procure hanno aperto inchieste contro la casa farmaceutica anglo-svedese e in alcuni casi la correlazione fra inoculazione del siero e morte per trombosi del paziente ha trovato riscontro poiché tale effetto collaterale, seppur in minima percentuale, può scatenarsi dopo il processo di immunizzazione.
L’esito letale sarebbe preceduto da sintomi quali forte mal di testa e stato confusionale già inseriti nel foglietto illustrativo del farmaco poi approvato dall’Ema (Agenzia europea per i Medicinali) e dalla nostra Aifa (Agenzia italiana per il farmaco) che dovrebbero garantire la sicurezza dell’antidoto a tutela della salute dei cittadini.
La Procura di Gela, in provincia di Caltanissetta, ha ritenuto invece di archiviare il fascicolo aperto contro ignoti per omicidio colposo a seguito della morte di Zelia Guzzo, l’insegnante di 37 anni, scomparsa dopo tre settimane dalla somministrazione del vaccino.
I legali della donna non ci stanno e hanno annunciato l’opposizione alla decisione del Pm che non ha visto alcuna correlazione di rilievo penale nella triste vicenda. Ma allora di che cosa sarebbe morta Zelia Guzzo? La donna, dopo i primi sintomi, era stata trasportata all’ospedale Vittorio Emanuele di Gela dove i medici di turno avevano disposto un ulteriore trasferimento al più attrezzato nosocomio Sant’Elia di Caltanissetta.
Nel reparto di neurochirurgia l’insegnante veniva sottoposta ad un delicato intervento chirurgico intracranico per la rimozione di un edema scaturito da una trombosi con successiva emorragia cerebrale. I chirurghi tentavano il tutto per tutto ai fini di arginare la vasta zona emorragica ma non riuscivano nell’intento dopo 13 giorni dal ricovero.
La docente dunque moriva sotto i ferri ma per la pubblica accusa siero e medici operatori dell’Hub vaccinale non avrebbero responsabilità. Adesso l’opposizione è passata al Gip gelese che dovrà valutare ogni possibilità:
”…E’ stato accertato dall’esame autoptico – affermano gli avvocati Antonio Cozza e Valerio Messina – che la nostra assistita, in perfetta salute, è morta dopo giorni di agonia, per trombosi polidistrettuale originata dalla somministrazione del vaccino AstraZeneca, in relazione al quale l’Ema il 29 gennaio 2021 aveva approvato la commercializzazione in Europa. Nessuno l’aveva informata che questa poteva essere una delle reazioni avverse della pratica vaccinale. Solo successivamente al suo tragico decesso la nota informativa del farmaco Vaxzevria è stata integrata, inserendo la formazione di coaguli di sangue quali possibili effetti collaterali della inoculazione del vaccino, ancorché rari...
…Eppure già all’epoca erano state segnalate reazioni avverse in Europa e vi erano alcuni studi che ponevano in correlazione l’adenovirus, vettore virale, con la trombocitopenia. La donna aveva dunque diritto ad essere informata congruamente sui rischi che avrebbe corso, tanto più che, già all’epoca dei fatti, numerosi Paesi avevano temporaneamente escluso, o raccomandato di evitare, la somministrazione di quel vaccino…E’ giunto dunque il momento che la scienza si interroghi seriamente sui rischi a breve ma anche a medio e lungo termine, legati alla somministrazione di tale tipologia di vaccino, per scongiurare quanto più possibile e nei limiti di quanto scientificamente accertabile, che altre giovani vite vengano spezzate…”.
In effetti il bugiardino del farmaco, pubblicato dall’Aifa il 2 giugno 2021, alla pagina 4, ultimo paragrafo, riporta esattamente gli effetti indesiderati provocati dal vaccino e dichiarati “Molto rari (possono interessare fino a 1 persona su 10.000) – coaguli di sangue spesso in siti insoliti (ad es. cervello, intestino, fegato, milza), associati a bassi livelli di piastrine nel sangue”.
Nei giorni scorsi a questi disturbi gravi ne è stato aggiunto un altro, annunciato dal Comitato di farmacovigilanza dell’Ema, dopo la prima dose e a seguito della morte della diciottenne Camilla Canepa. L’aumentata permeabilità capillare, così si chiama la patologia scatenata dal siero Vaxzevria, si manifesta con rapido gonfiore delle braccia e delle gambe, o un improvviso aumento di peso, nei giorni successivi alla vaccinazione.
E una persona su sei è già morta: ”…Voglio solo giustizia per mia moglie – ha detto Andrea Nicosia, marito della vittima – nient’altro…”.