L’hanno suicidata, forse sapeva troppo

Dopo la riesumazione del cadavere della giovane l’inchiesta potrà ripartire per ripassare al setaccio alcuni particolari forse trascurati anni addietro. I Dna maschili ritrovati sul foulard e i numerosi problemi tecnici riscontrati sul cellulare, pc e tablet della vittima fanno pensare a qualcuno che ha inteso cancellare tracce compromettenti.

Napoli – Non si tratterebbe di suicidio ma di omicidio, la Procura partenopea, al momento, indaga contro ignoti. Nel frattempo il cadavere di Tiziana Cantone, 31 anni, verrà riesumato e sottoposto ad ulteriori verifiche scientifiche.

Come avevamo riferito tempo addietro le circostanze ed i riscontri obiettivi sulla morte della giovane donna facevano pensare più ad un suicidio “mascherato” che ad un vero e proprio gesto autolesionistico estremo. Tiziana era stata ritrovata impiccata in casa della zia a Mugnano di Napoli il 13 settembre 2016.

La vittima Tiziana Cantone

La ragazza avrebbe deciso di togliersi la vita dopo la pubblicazione su alcuni siti internet di video e foto che la ritraevano in pose erotiche. A disporre la riapertura del fascicolo è stato il sostituto procuratore Giovanni Corona nell’ambito delle indagini aperte lo scorso gennaio dalla Procura di Aversa con la formulazione dell’ipotesi di omicidio contro ignoti.

Un atto dovuto questo che segue la denuncia presentata dagli avvocati di Maria Teresa Giglio, madre della vittima, che non si è mai rassegnata al suicidio della figlia. I legali della donna hanno presentato altri accertamenti relativi ad un presunto utilizzo del telefono cellulare della ragazza dopo la sua morte e ritengono palese la sussistenza di elementi investigativi tali da ipotizzare che la ragazza non abbia scelto volontariamente di impiccarsi.

La casa della zia dove è stato ritrovato il cadavere di Tiziana

Qualcuno dunque l’avrebbe uccisa simulando poi, maldestramente, un suicidio davvero strano. Tiziana Cantone si riteneva vittima del cosiddetto “revenge porn”, in italiano “vendetta pornografica”, che consiste nel rivedere alcune immagini intime pubblicate in rete su siti diversi da chi, senza scrupoli, aveva operato questa sorta di ricatto.

La ragazza aveva denunciato alla Procura di Napoli la sua impossibilità nel condurre una vita normale dopo che i sei video erano diventati di dominio pubblico. Esasperata e ormai in preda allo sconforto la giovane aveva chiesto all’autorità giudiziaria di cambiare i suoi dati anagrafici e l’istanza pare non fosse stata accolta.

Successivamente avrebbe tentato il suicidio ma mesi dopo pare si fosse ripresa dal forte disagio psicologico che l’aveva colpita. Dopo circa un anno di calvario Tiziana Cantone veniva ritrovata impiccata con un foulard ad un attrezzo sportivo in casa della zia Maria Ieluzzo. Il caso si concludeva come suicidio e 4 persone venivano indagate per averlo indirettamente provocato con la pubblicazione di foto e video a luci rosse.

Maria Teresa Giglio

I quattro indagati erano stati poi prosciolti. A distanza di circa cinque anni e grazie all’intervento di uno studio di avvocati specializzati in reati informatici con sede a Chicago, il caso veniva riaperto. Gli esperti dello studio americano scoprivano la presenza di ben due Dna maschili su alcuni reperti raccolti dalla polizia giudiziaria sulla scena del crimine.

Le due tracce biologiche erano presenti sulla sciarpa di seta che aveva strangolato la ragazza dunque era facile intuire che qualcuno aveva orchestrato la messinscena per depistare gli investigatori. A questi importanti indizi si erano aggiunte anche ulteriori verifiche sulle chiamate telefoniche e sulla cronologia dei contatti internet effettuati dalla vittima e che qualcuno (all’interno dei depositi degli uffici di Pg dei carabinieri) avrebbe cancellato sia sul tablet che sul cellulare in uso alla giovane donna.

Tiziana con l’imprenditore Sergio Di Palo

Il fatto, già grave in sé, faceva sospettare la presenza di un pubblico ufficiale nella tragica vicenda tanto che la locale Procura avviava un’inchiesta per frode processuale. Sul cellulare di Tiziana ed sul suo I-Pad sarebbero state riscontrate ben 19 anomalie che avrebbero provocato la cancellazione di contenuti poi “ripescati” grazie ad un programma in uso ai servizi di intelligence.

Le nuove indagini dovranno accertare anche se all’interno della stanza dove poi veniva rinvenuto il cadavere della vittima ci sarebbe stata o meno un’altra persona cosi come ipotizzato in un primo tempo dalla zia di Tiziana.

Pare che dietro la vicenda finita male ci fossero anche strane frequentazioni di scambisti e persone ambigue da parte di Tiziana Cantone e del suo fidanzato Sergio Di Palo. Un ambiente torbido dove scavare a fondo e nel quale potrebbe nascondersi la svolta per la nuova inchiesta.

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