ROMA – IL SILENZIO ASSORDANTE DEL BUON PASQUALE. VINCE LA PRIVACY.

Con il parere favorevole della combriccola i nomi dei furbastri sono rimasti segreti perché spiattellarli sarebbe stata una violazione alla privacy. Pinocchi.

Roma – Tutto appare come non avvenuto e solo “il fato” ha la responsabilità di ogni evento. Nessuno ha colpa. Così ogni morbosità è soddisfatta. “Il 9 agosto la notizia sui deputati che hanno ottenuto i 600 euro del bonus Inps è uscita senza i nomi, perché i nomi non li sa nessuno e non li uscirà dal forziere l’Istituto che garantisce la privacy…Parola del buon Pasquale. Pasquale Tridico, presidente dell’Inps. Certamente qualcuno sarà stato a fare emergere il “bubbone“, alla faccia della privacy che tutti spergiurano di aver rispettato. Falso. La privacy è stata violata con certezza ma l’aiuto, guarda caso, è arrivato proprio dal Garante per la Protezione dei Dati personali.

Scena muta in Commissione.

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Un altro Pasquale. Tale Pasquale Stanzione. D’altronde considerato che il Garante della Privacy è una autorità amministrativa, il fine è quello di tutelare i diritti e le libertà fondamentali e il corretto trattamento dei dati personali nel rispetto della dignità della persona. Cosa che invece non è avvenuta, per esplicita ammissione, nonché nullaosta implicito, del neo presidente nominato nel luglio scorso. Per la cronaca l’Autorita’ Garante è un organo collegiale composto da quattro membri, due eletti dalla Camera ed altri due dal Senato. Tanto per comprendere meglio il funzionamento delle istituzioni democratiche.

Il segreto di Pulcinella.

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Controllori e controllati. Così il presidente dell’Inps conferma la propria innocenza, auto-assolvendosi in sede di audizione presso la Commissione Lavoro alla Camera, rispedendo al mittente tutte le accuse “infondate” di chiunque osi affermare che i nomi dei parlamentari “chiacchierati” li abbia fatti lui. Certo non so se la sua affannosa ricerca di dimostrare, a parole, il proprio candore sia stata così gradita a dirigenti e funzionari della cassa di Previdenza più colabrodo del mondo, che pur lavorando alacremente per dare sostegno alle famiglie in difficoltà economiche, si sono visti abbandonati dal buon Pasquale. Infatti non si può sfuggire alla logica ed alla tentazione di pensare che comunque la fonte di conoscenza dei nomi potesse provenire solo dagli uffici e da chi ha lavorato ai singoli fascicoli. Mica siamo fessi.

Pasquale Tridico

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Comunque la notizia dei 200 politici a livello nazionale e dei 5 deputati, due della Lega e uno del Movimento 5 Stelle, è stata condivisa, a fine maggio, tra il presidente ed il Cda dell’Inps. Si allarga la maglia e si scopre, così, che le persone a conoscenza dei fatti erano diverse. Almeno una ventina e forse molte di più. Però Tridico continua a sostenere la propria tesi e si irrigidisce quando alcuni parlamentari lo incalzano. A questo punto il buon Pasquale alza le mani:

“…La notizia non è uscita né direttamente né indirettamente dal sottoscritto e chiunque afferma qualcosa del genere lo fa per fini che mi sfuggono, comunque fantasiosi – ha aggiunto il presidenteio sono, infatti, amareggiato per questa storia e l’Inps in questo caso è una vittima non un carnefice, che sia chiaro…”.

Pasquale Stanzione.

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Esattamente come se fossimo davanti ad una regia illuminante, che assomiglia molto al film “Le relazioni pericolose“, laddove il protagonista per sottrarsi ad una risposta, pronuncia ossessivamente la frase: …Sfugge ad ogni mio controllo…”. Chissà quale sarà la verità nascosta. Chissà se i nomi sarebbero stati sottaciuti e se a intascare i 600 euro fossero stati comuni mortali? Comunque stiano le cose sul caso “bonus Inps” il governo, con il Cura Italia, ha cercato di dare una risposta veloce ai cittadini. Erano momenti convulsi e di grande tensione e l’Inps ha risposto abbastanza celermente. Lo stesso governo, poi, voleva stendere un velo pietoso, e c’è riuscito.

E a me? Mica sono io Pasquale…

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C’è comunque un’ipotesi complottista che ritiene la notizia sia uscita ad hoc, ad un mese dal referendum sul taglio dei parlamentari, per alimentare l’anti-politica ed influire sull’esito della consultazione di popolo. Sulla fuga di notizie è in corso un audit interno per capire se la scandalosa informazione sia stata o meno trafugata all’istituto previdenziale, preda di hacker e buchi informatici a ripetizione. L’Antifrode in ogni caso è al lavoro sui bonus percepiti, per evitare ulteriori comportamenti “sconvenienti“. Per il resto, direbbe Totò, chi se ne frega: mica sono io Pasquale…

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