Della Libia c'è poco da fidarsi. Anzi per nulla. Sono state esaminate le questioni relative al controllo dei flussi migratori anche alla luce delle conclusioni del vertice di Trieste in cui è stato condiviso, dai Paesi dell’Unione europea e da quelli africani, l’impegno reciproco ad intensificare l’azione di contrasto alle reti dei trafficanti dei migranti.
Tripoli – “…Imprimere un’accelerazione a tutte le attività di collaborazione tra Italia e Libia, auspicando una nuova e più stringente tabella di marcia nell’ambito del delicato contesto internazionale di prevenzione dell’immigrazione irregolare e di controllo delle frontiere. Un obiettivo da raggiungere anche attraverso un partenariato strategico in grado di sostenere l’azione del governo libico che ha già conseguito importanti risultati”. È la linea proposta dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese che a Tripoli ha incontrato il Presidente del Consiglio presidenziale e Primo ministro Fayez Serraj, il Vicepresidente del Consiglio presidenziale Ahmed Maitig, il ministro dell’Interno Fathi Bashagha ed il ministro degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale Mohamed T.H.Siala, per discutere della questione immigrazione. Il responsabile del Viminale ha confermato la volontà del Governo italiano di implementare i programmi di cooperazione in atto. Al momento è in vigore il Memorandum Italia-Libia che ha portato solo al riempimento delle carceri libiche, a torture e violenze nei confronti dei migranti.
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Con gli interlocutori del governo libico, sono state esaminate questioni relative al controllo dei flussi migratori anche alla luce delle conclusioni del vertice di Trieste in cui è stato condiviso, dai Paesi dell’Unione europea e da quelli africani, l’impegno reciproco ad intensificare l’azione di contrasto alle reti dei trafficanti dei migranti. In questo contesto, è stata ribadita, anche a livello bilaterale, l’esigenza di gestire il controllo delle frontiere e i flussi dell’immigrazione irregolare sempre nel rispetto dei diritti umani e della salvaguardia delle vite in mare e in terra. Il ministro Lamorgese ha ribadito la necessità di attivare operazioni di evacuazione dei migranti presenti nei centri gestiti dal Governo libico attraverso corridoi umanitari organizzati dalla UE e gestiti dalle agenzie dell’Onu: Oim e Unhcr.
In particolare è stata verificata l’attuazione del progetto del Ministero dell’Interno, co-finanziato con fondi dell’Unione Europea, che ha l’obiettivo, fin dal 2017, di rafforzare i livelli di “capacity building” mirato anche al settore del “management border”. Il progetto, articolato per fasi, ha previsto la consegna, nella giornata di giovedì, al governo di Tripoli di 30 automezzi destinati al controllo delle frontiere terrestri. Insomma, l’Europa continua a finanziare le forze dell’ordine libiche nonostante tutto. I libici cambieranno atteggiamento?
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