Mentre il Movimento 5 stelle, che tutti davano per scomparso, ha mantenuto le posizioni e si attesta al secondo posto. FdI non stravince ma la prima posizione gli tocca a soli 0,4 punti dai grillini. Schifani sembra solo il pole-position verso il governatorato in danno di Caterina Chinnici che rimane al palo. Esulta giustamente Cateno De Luca che si è guadagnata una posizione di tutto rispetto a Palazzo dei Normanni.
Roma – La stagione di caccia alla tortora selvatica in Sicilia, quest’anno, si chiuderà il prossimo 29 settembre, mentre l’esito delle elezioni siciliane non sarà un capitolo che si concluderà tanto presto. Almeno per gli strascichi, le polemiche ed i tanti karakiri della sinistra che, anche questa volta, non è riuscita a raggiungere l’obiettivo dopo una bella battaglia alle primarie. Insomma in progressione dopo la vittoria del centrodestra alle politiche, anche in Sicilia la Regione è stata conquistata dalla coalizione guidata da Renato Schifani, personaggio storico di Forza Italia.
I problemi dei cittadini-elettori non si fermano e non vengono alleviati si certo dal folclore politico delle trasmissioni televisive. Sono in arrivo infatti 2,8 milioni di cartelle esattoriali. Dati che fanno alzare la pressione e non solo quella arteriosa. La situazione è a dir poco allarmante sul piano economico e lo sarà ancora di più considerato che gli italiani si vedranno ulteriormente svuotate le tasche. In un momento storico già emergenziale, dopo una pandemia di due anni e con la guerra in corso ed i prezzi delle bollette alle stelle. Ma vedremo che cosa ci riserverà il prossimo governo. Che cosa escogiteranno Meloni e i suoi per dipanare le tante angosce degli italiani. In Sicilia, intanto, si registra il tonfo assordante del Pd, che sperava in una improbabile rimonta.
Le Regionali hanno dato una mazzata che difficilmente verrà dimenticata nella storia del partito democratico isolano. Così è già iniziata la resa dei conti all’interno del partito di Letta. C’è chi, come al solito, addebita la sconfitta dei dem alla mancata alleanza con il M5S. Chi alla presunzione di andare avanti nonostante alla vigilia del voto era già comprensibile la débâcle. E c’è anche chi, velatamente o meno, fa capire che occorre rifondare tutto, cominciando con le dimissioni dei vertici del partito regionale.
Ma il ricambio del Pd non servirà a nulla, almeno fino a quando la supremazia morale continuerà ad essere appannaggio dei tanti burocrati del partito. Comunque proprio la rottura dell’alleanza tra Dem e Cinque stelle, avvenuta alla vigilia delle elezioni dopo lo svolgimento delle Primarie con l’affermazione della Chinnici, ha impedito di strappare la vittoria finale al centrodestra. Il percorso di Letta si avvia alla conclusione perché non si ricandiderà. Rimarrà in carica fino al congresso nazionale poi porte aperte alla pensione. Mentre in Sicilia chissà se Barbagallo, segretario regionale dem, seguirà le stesse orme del segretario nazionale?
Nell’Isola i candidati alla presidenza della Regione sono Renato Schifani per il centrodestra, che ha ottenuto il 42,2% e Caterina Chinnici per il centrosinistra che si ferma al 17%. Mentre Nuccio Di Paola per il M5s si attesta al 16,1%. La vera novità di queste elezioni è, invece, Cateno De Luca per Sicilia Vera, il quale si aggiudica il secondo podio con il 22,6%, entrando nel Parlamento regionale come Presidente miglior perdente. Unici quartieri generali aperti sono quelli di Schifani e Di Paola ed un palco improvvisato per De Luca, che mantiene la sua sede a Fiumedinisi.
L’affluenza alle urne in Sicilia è stata del 48,6%. Fratelli d’IItalia si attesta al 15,8 e si conferma il primo partito con una vittoria non certyop schiacciante come altrove. Il M5S che tutti davano per defunto, cosi come in campo nazionale, rimane al 15,4, Sud chiama Nord al 15, il Pd al 12,5, Forza Italia al 12, la Lega, in picchiata, al 7,6, i Popolari-autonomisti al 7, la Dc al 6, i Centopassi al 3,6, Sicilia vera al 2,1, Azione all’1,5 e gli altri all’1,5 e poco più. Non si preannunciano tempi migliori.