Diamo voce alle buone notizie. Più spesso

Ogni anno il 3 maggio si celebra la Giornata Mondiale della Libertà di Stampa per riaffermare questa libertà come diritto fondamentale, per difendere i media dagli attacchi alla loro indipendenza e per ricordare tutti i giornalisti morti ammazzati nell’esercizio della loro difficile professione.

Roma – La Giornata è stata istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 17 dicembre  1993  a seguito della Raccomandazione adottata dalla Conferenza Generale dell’UNESCO nel 1991, che aveva risposto all’appello dei giornalisti africani e alla  storica Dichiarazione di Windhoek sul pluralismo e l’indipendenza dell’informazione.

Quest’anno la Conferenza Mondiale in occasione della Giornata viene organizzata dall’UNESCO in Uruguay dal 2 al 5 maggio in modalità mista, in presenza e online, e ha come tema “Journalism under Digital Siege”, “Giornalismo sotto assedio digitale”, con un focus sull’impatto dell’era digitale sulla libertà di espressione, sulla sicurezza dei giornalisti, sull’accesso all’informazione e sulla privacy.

L’UCSI, Unione Cattolica Stampa Italiana, celebra la Giornata mondiale della libertà di stampa focalizzando l’attenzione su un’informazione costruttiva con l’obiettivo di “…Coinvolgere i giornalisti di tutta Italia, le redazioni e gli organi di informazione in un momento di azione e sensibilizzazione sul giornalismo al servizio della società…”. Diamo spazio alle buone notizie. È questo il messaggio della giornata che intende celebrare il valore della libertà di stampa, come espressione di democrazia e di servizio sociale che non va venduta al calcolo dell’interesse e del potere.

Ampliando gli spazi dedicati ad approfondimenti, reportage e storie costruttive, si offre alla gente “acqua pulita” per costruire un mondo migliore, con l’obiettivo di realizzare un’informazione al servizio del benessere dei lettori e del bene comune, libera da sensazionalismi, polemiche, fake news e che sappia aiutare il lettore a comprendere la realtà e portare consapevolezza e fiducia nel mondo e negli esseri umani.

L’attualità emergenziale della guerra tra Russia e Ucraina e il conseguente controllo delle notizie che vengono trasmesse porta i riflettori sul problema della libertà di stampa e si intende ricordare ai governi il  dovere di sostenere e far rispettare la libertà di parola sancita dall’articolo 19 della Dichiarazione universale dei Diritti umani del 1948 

Maksim Levin, uno dei molti reporter che hanno perso la vita a causa del conflitto in Ucraina

A Trento nel corso della manifestazione nazionale che si svolgerà  il 2 maggio davanti alla bandiera giallo e blu dell’Ucraina e al vessillo arcobaleno della pace saranno letti durante un flash mob i nomi dei giornalisti uccisi durante la guerra in corso in Ucraina.

A Milano presso l’Anfiteatro Ulianova Radice del Giardino dei Giusti, Galina Timchenko, fondatrice del giornale russo indipendente Meduza, darà voce ai giornalisti russi che cercano di contrastare la propaganda del Cremlino nonostante censura, minacce, violenze e arresti.

Galina Timchenko

Questi interrogativi di attualità sollecitano una risposta corale di impegno di attiva solidarietà. In oltre 130 Paesi nel mondo, infatti, l’esercizio del giornalismo viene totalmente o parzialmente bloccato. Sono molti i giornalisti che hanno subito arresti o minacce, senza contare il preoccupante aumento della violenza di genere nei confronti delle giornaliste. In Italia ci sono ancora 20 giornalisti sotto scorta e, nella classifica europea sulla libertà di stampa, l’Italia occupa l’ultimo posto.

La libertà di stampa è un pilastro delle società democratiche, che possono prosperare solo se i cittadini hanno accesso a informazioni affidabili e possono operare le proprie scelte con cognizione di causa.

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