Daniele Mondello ci ha raccontato il suo dolore, i dubbi sull’inchiesta e la battaglia per ottenere giustizia dopo la tragica morte della moglie e del figlio.
Caronia – La storia di Viviana Parisi e del figlio Gioele è una delle più tragiche e complesse vicende di cronaca nera degli ultimi anni, un giallo che ha tenuto il Paese col fiato sospeso e che ancora oggi suscita dubbi e interrogativi. Abbiamo intervistato Daniele Mondello, marito di Viviana e papà del piccolo Gioele, per farci raccontare che idea si sia fatto sulla tragica scomparsa della sua famiglia.
La scomparsa di madre e figlio
La drammatica vicenda ha inizio il 3 agosto 2020. Viviana Parisi, disk-jockey di 43 anni, e il figlio Gioele, che di anni ne ha solo 4, escono dalla loro casa di Venetico, in provincia di Messina. Viviana dice al marito, Daniele Mondello, anche lui di professione dj, che si sarebbe recata con il bambino al centro commerciale di Milazzo per comprargli un paio di scarpe. Prima di uscire, Viviana prepara il sugo per il pranzo. Lascia a casa il cellulare. Una volta a bordo della sua Opel Corsa si dirige in direzione opposta a quella che porta a Milazzo, imboccando l’autostrada Messina-Palermo.
Lungo il percorso, all’altezza del viadotto Pizzo Turda, nel comune di Caronia, l’auto di Viviana è coinvolta in un incidente stradale con un furgone di operai. La dinamica del sinistro non è chiara nei dettagli. È in questo frangente che Viviana, senza apparenti traumi visibili, ferma l’auto in un’area di sosta pochi metri più avanti, scende dalla vettura con Gioele in braccio e, scavalcando il guardrail, si inoltra nella fitta e impervia vegetazione del bosco di Caronia. Lascia borsa e documenti in auto. Sarà l’ultima volta che mamma e figlio vengono visti vivi.

Da quel momento scattano le ricerche. Si setaccia ogni anfratto della boscaglia. Una vera e propria mobilitazione che coinvolge forze dell’ordine, protezione civile e centinaia di volontari, guidati anche dal marito di Viviana, in apprensione per la sorte dei suoi cari.
Per l’auto di Viviana scatta immediatamente il sequestro, per il furgone coinvolto nell’incidente si dovranno attendere due settimane. È la prima “falla” nelle indagini denunciata da Daniele Mondello.
Il ritrovamento dei corpi
Dopo giorni incessanti di ricerche, l’8 agosto 2020 – ai piedi di un traliccio dell’alta tensione, a circa un chilometro dal luogo dell’incidente – viene trovato il corpo di Viviana, in avanzato stato di decomposizione.

È irriconoscibile ma i vestiti e le scarpe da tennis sono quelli che indossava la dj il giorno della scomparsa. L’autopsia non riuscirà a determinare con certezza la causa della morte ma dall’esame autoptico emergono due fratture alla spina dorsale, compatibili – secondo gli inquirenti – con una caduta da un’altezza elevata, verosimilmente dal traliccio. Nelle scarpe di Viviana vengono trovate spine di rosa compatibili con quelle presenti sul traliccio.

Il ritrovamento del corpo della giovane mamma lascia ben poche speranze per il piccolo Gioele. Il corpo del bambino, o quel che ne resta a causa dell’azione degli animali selvatici, viene trovato solo il 19 agosto, a circa un chilometro dal luogo di ritrovamento della madre. Lo stato dei resti ha reso ancora più complessa la determinazione della causa esatta della morte.

L’autopsia sul bambino evidenzia microtracce di sangue sul cranio con infingimento osseo, un dato che, inizialmente, fa ipotizzare un trauma cranico legato all’incidente in autostrada, anche se questa idea non trova ulteriori riscontri. Il consulente della Procura, la dottoressa Daniela Sapienza, parla di “lesioni da macro fauna”, ovvero morsi di animali selvatici, senza riuscire a stabilire se fossero precedenti o successivi al decesso del bambino.
Le ipotesi e la verità giudiziaria
Il caso di Viviana e Gioele è apparso, sin da subito, molto complesso e controverso. Molteplici sono state le ipotesi investigative prese in considerazione. Quella principale, avanzata dagli inquirenti e confermata dalla procura di Patti, è quella dell’omicidio-suicidio. Viviana avrebbe strangolato o soffocato il piccolo Gioele, per poi togliersi la vita gettandosi dal traliccio sotto il quale è stata ritrovata. Questa ricostruzione si baserebbe su elementi come le difficoltà psicologiche di Viviana (che aveva manifestato alcuni episodi di depressione) e il fatto che il traliccio presentasse spine di rosa compatibili con quelle trovate nelle scarpe della donna.
Il 29 luglio 2021, la procura di Patti chiedeva l’archiviazione del caso, confermando l’ipotesi dell’omicidio-suicidio. A novembre 2021, il giudice per le indagini preliminari accoglieva la richiesta di archiviazione.
Nonostante la conclusione giudiziaria, la famiglia di Viviana e Gioele, in particolare il marito Daniele, non ha mai accettato la tesi dell’omicidio-suicidio, sostenendo che la moglie non avrebbe mai potuto fare del male al figlio e che ci fosse qualcos’altro dietro la loro morte.

Daniele Mondello ha continuato a lottare per cercare una verità diversa, organizzando anche fiaccolate e manifestazioni per chiedere giustizia e chiarezza. Lo abbiamo intervistato per farci raccontare la sua verità, che non collima affatto con quella giudiziaria.
Ricorda l’ultima volta che ha visto Viviana e Gioele? Ha notato qualcosa di particolare quella mattina?
Ricordo benissimo l’ultima volta che ho visto Viviana e Gioele. È venuta a salutarmi prima di uscire con Gioele. Io ero nello studio a lavorare. Quella mattina non ho notato nulla di particolare. Viviana era tranquilla.
Qual è stata la sua prima reazione quando ha saputo dell’incidente sull’autostrada? Cosa ha pensato immediatamente?
A dire la verità, quando ho ricevuto la telefonata della polizia che mi avvisava dell’incidente, pensavo fosse uno scherzo. Anche perché sapevo che Viviana, per andare al centro commerciale di Milazzo, non avrebbe dovuto percorrere l’autostrada.
Come ha vissuto i giorni immediatamente successivi alla scomparsa, durante le ricerche? Quali erano le sue speranze e le sue paure?
Ho vissuto quei giorni nella disperazione ma allo stesso tempo ho trovato la forza per andare avanti. Durante le ricerche ho ricevuto il sostegno della mia famiglia e di molti amici. Ci siamo organizzati in piccole squadre e abbiamo suddiviso le zone da perlustrare, giorno e notte, senza sosta. Speravo con tutto il cuore di ritrovare Viviana e Gioele al più presto. Nessuno di noi si aspettava un epilogo così tragico.
Qual è la sua opinione sull’ipotesi dell’omicidio-suicidio avanzata dagli inquirenti? Cosa non la convince di questa ricostruzione?
Non credo assolutamente all’ipotesi dell’omicidio-suicidio avanzata dagli inquirenti. Viviana non avrebbe mai potuto uccidere Gioele. Ci sono molti elementi che fanno dubitare del fatto che si sia lanciata dal traliccio: non sono state trovate impronte digitali sul traliccio, né tracce che confermino la sua presenza su quel palo. Inoltre, il corpo di Viviana è stato rinvenuto a circa 3,50 metri dalla base del traliccio ed era coperto da sterpaglie.
Quali sono, a suo parere, le principali lacune o i punti oscuri delle indagini finora svolte?
Le lacune nelle ricerche sono tante e molto gravi. È assurdo che i vigili del fuoco non si siano accorti, già il 4 agosto, dai fotogrammi aerei, che il corpo di Viviana si trovasse sotto il traliccio. Se i corpi fossero stati ritrovati in quella data, forse oggi sapremmo cosa è accaduto davvero. Le condizioni in cui sono stati trovati, invece, non hanno permesso ai medici legali di ottenere risposte chiare.
Come ha reagito alla decisione del GIP di archiviare il caso?
Ho reagito continuando a lottare per cercare la verità e ottenere giustizia per i miei angeli. Questo è stato possibile anche grazie alla squadra di nuovi consulenti che ho nominato. Le istituzioni, invece, hanno alzato un muro di silenzio e hanno praticamente sepolto il caso. L’opinione pubblica mi sostiene molto. Tante persone mi incoraggiano a non mollare, a continuare a combattere. I social mi aiutano a mantenere viva l’attenzione e a non far dimenticare la tragedia che ho vissuto. Le istituzioni, però, hanno fatto muro.
Come sta affrontando questo periodo così difficile a livello personale ed emotivo? Dove trova la forza per andare avanti?
Non è affatto facile vivere con questo macigno sul cuore. È un dolore che non finirà mai. La mia famiglia mi sostiene molto, così come gli amici. E poi c’è la musica, la passione che condividevo con Viviana. La fede mi dà la forza di andare avanti. E soprattutto Viviana e Gioele: sento che sono sempre accanto a me, lo percepisco.
Che idea si è fatto sulla terribile tragedia che l’ha colpita? Secondo lei cosa è accaduto a Viviana e a Gioele?
Non so con certezza cosa sia accaduto – conclude Daniele Mondello – Ho delle ipotesi, certo, ma sono assolutamente sicuro che Viviana non si sia buttata dal traliccio e non abbia ucciso Gioele. Non gli avrebbe mai fatto del male. Di questo sono assolutamente certo.