Siccome navighiamo nell'oro ci permettiamo l'ennesimo esborso in favore di un Paese che, sino ad oggi, non ha fatto nulla per contrastare l'emigrazione clandestina e di centinaia di individui infetti da Covid-19. Da Tunisi le solite promesse a fronte di soldi contanti.
Tunisi – Altro viaggio di Lamorgese e Di Maio in Tunisia. Guai a fare il contrario. Le autorità tunisine battono di cassa e i soldi li vogliono a domicilio, senza faticare. Come fanno quando si liberano dei loro connazionali peggiori. E siccome ai ricatti non si può che cedere, l’Italia uscirà di tasca propria 11 milioni di euro dei contribuenti per rafforzare il controllo delle frontiere marittime della Tunisia e fermare cosi le partenze delle imbarcazioni. Soldi che finiranno nelle casse del Paese della Quarta Sponda senza alcuna garanzia, cosi come accaduto in passato. Ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Cosi i due ministri, Luciana Lamorgese e Luigi Di Maio, accompagnati dai commissari europei Ylva Johansson e Oliver Varhelji, hanno siglato l’accordo con il presidente Kais Saied, il premier incaricato Hichem Mechichi ed il ministro degli Esteri ad interim Selma Enneifer.
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Le risorse, pare derivate da non meglio precisati risparmi sul capitolo di spesa alla voce “accoglienza migranti” del Viminale, verranno impiegate per la manutenzione delle motovedette, l’addestramento delle forze di sicurezza, radar ed un sistema informatico e di teletrasmissione di informazioni che farà scattare l’allarme, in tempo reale, alla guardia costiera tunisina quando le imbarcazioni di migranti saranno in mare cosi da fermarle entro le proprie acque territoriali. In buona sostanza le stesse cose che erano state promesse a fronte di altri contributi erogati alla Tunisia mesi addietro. Dunque che cosa sarebbe cambiato? Quanto detto dopo da Lamorgese e Di Maio, per i tunisini è insignificante, per noi rimane soltanto sterile e inutile propaganda:
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“… La Tunisia può contare sull’Italia e sull’Europa – ha assicurato il ministro Lamorgese – la presenza dei commissari europei testimonia come l’Ue sia in questo momento accanto all’Italia per sostenere un intervento economicamente strutturato, e non solo securitario, con il fine di contenere l’immigrazione irregolare in direzione dell’Italia e quindi verso l’Europa…”.
Luigi Di Maio ha fatto da ponte ripetitore e da amplificatore alle parole di Lamorgese accennando in più una sorta di ventilata minaccia di cui i tunisini non hanno affatto paura. E lo hanno dimostrato nel corso di questi ultimi mesi con centinaia di sbarchi indiscriminati:
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“…Voglio essere molto chiaro – ha aggiunto Di Maio – chi arriva in Italia in maniera irregolare non potrà usufruire di alcuna opportunità di regolarizzazione. Abbiamo chiarito alle autorità tunisine che noi consideriamo la Tunisia un paese sicuro. Siamo pronti a fare investimenti, ad aumentare la cooperazione allo sviluppo ma allo stesso tempo chi arriva dalla Tunisia verrà rimpatriato. Non si tratta di persone che scappano da guerre o persecuzioni…Il fenomeno migratorio è molto complesso e crediamo che debba essere affrontato in una cornice ampia. Per questo abbiamo ribadito la massima disponibilità dell’Italia a portare avanti i negoziati per un accordo quadro in ambito migratorio che preveda forme virtuose di integrazione…”.
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Il capo della Farnesina ha poi parlato di un non meglio specificato “Grande patto per la gioventù tunisina”, una sorta di partenariato con tanto di accordi bilaterali che dovrebbe coinvolgere un gran numero di giovani tunisini. In cambio della piena collaborazione e risultati rapidi anche sul piano del contrasto all’immigrazione da parte delle autorità di Tunisi. La Tunisia non è affatto un Paese sicuro e fare investimenti proprio in questo momento non rappresenta una saggia decisione, atteso anche il nuovo scenario mediorientale. Sarebbe l’ennesimo smacco per l’Italia che, ogni giorno di più, accoglie centinaia di sbandati, in gran parte, per l’appunto, cittadini tunisini che poi si danno alla macchia per evitare il rimpatrio. E noi che facciamo? Paghiamo più volte il pizzo per ottenere che cosa? Nulla, mentre l’esodo continua sotto il naso di Lamorgese e Di Maio.
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