Sorpresa! I ricchi mangiano meglio dei poveri (e altre rivelazioni “sconvolgenti”)

Dallo “scoop” di Visual Capitalist al celebre intervento del ministro Lollobrigida: quando l’ovvio diventa notizia. Con buona pace dell’articolo 53 della Costituzione.

Un’antica canzone napoletana dell’inizio ‘900, dal titolo “Come facette mammeta” così recitava “Non ci vuole l’intervento della zingara per spiegare il mistero dei fatti”. Il brano si riferiva alla bellezza di una ragazza che era tale dal punto di vista fenomenologico, ossia così come essa si manifestava nel tempo e nello spazio, senza spiegazione alcuna. Una considerazione simile si potrebbe fare alla notizia… strabiliante che “I ricchi mangiano meglio dei poveri”. E noi comuni mortali, invece, pensavamo il contrario!

D’altronde a confermare questa tesi fu il Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, che durante il meeting di Comunione e Liberazione svoltosi nell’agosto 2023, a proposito delle abitudini alimentari italiane pronunciò un discorso che rimarrà…negli annali della storia: “Il nostro è un modello alimentare interclassista perché le persone meno abbienti si rivolgono direttamente ai produttori, per questo mangerebbero meglio rispetto alle classi più agiate. Spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi, cercando dal produttore l’acquisto a basso costo, comprando qualità”.

Secondo Lollobrigida invece “Il nostro è un modello alimentare interclassista perché le persone meno abbienti si rivolgono direttamente ai produttori, per questo mangerebbero meglio rispetto alle classi più agiate”

Comunque, a confermare l’ovvietà ci ha pensato “Visual Capitalist”, una piattaforma web che si occupa di data journalism, specializzata nel rendere visibili i dati attraverso infografiche. Si tratta di un media mobile che sta rivoluzionando la narrazione basata sui dati, offrendo un approccio unico per comprendere argomenti complessi fornendo visualizzazioni di dati trasparenti e verificabili. Un suo recente studio attraverso i dati sul potere d’acquisto, ha evidenziato la differenza dei redditi tra 25 Paesi ricchi e poveri. E’ emerso che il 10% più ricco della popolazione al mondo guadagna molto di più del 10% più povero, con differenze molto nette tra gli Stati. Va bene la precisione e l’attendibilità dei dati, ma qualunque persona sarebbe arrivata alla medesima conclusione! Sembra l’applicazione della “filosofia dell’ovvio”, tanto cara a Massimo Catalano musicista e umorista del programma televisivo cult degli anni ’80 “Quelli della notte”.

Secondo un recente studio, il 10% più ricco della popolazione al mondo guadagna molto di più del 10% più povero, con differenze molto nette tra gli Stati. E la povertà avanza.

Nel dettaglio, negli USA il 10% più ricco incassa 156 dollari al giorno, il più povero 14. In Germania 122 dollari contro 20. Nel Regno Unito 117 e 17. In Giappone, un po’ meno marcata: 105 e 24 dollari. Poi ci sono i Paesi dove le differenze si riducono verso il basso. In India il 10% dei più ricchi percepiscono 63 dollari al giorno, il 10% ai margini della società 2 dollari. In Nigeria il divario è ancora più forte: 23 dollari contro 1. Gli autori di queste ricerche ed analisi sono prodighi anche di consigli. Le forti differenze retributive hanno bisogno di politiche economiche adeguate per diminuire la povertà e distribuire la ricchezza sociale in maniera meno iniqua.

Per applicare questi programmi, gli strumenti più efficaci potrebbero essere: accesso garantito a tutti all’istruzione e alla sanità, inclusione finanziaria per colmare il gap tra ricchi e poveri, progressione fiscale. Su quest’ultimo punto, è da ricordare che la nostra Carta Costituzionale prevede all’articolo 53 che “tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva, e che il sistema tributario deve essere informato a criteri di progressività”. Ciò significa che le imposte dovrebbero aumentare in modo più che proporzionale all’aumentare del reddito o della base imponibile. A buon intenditor poche parole!

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