Il primo cittadino accusato di violenza sessuale e concussione si è dimesso mentre gli altri indagati, funzionari e dipendenti pubblici, sono stati sottoposti all’obbligo di dimora.
Petilia Policastro (Crotone) – Un vero e proprio terremoto si è abbattuto sul civico consesso della pittoresca località calabrese.
A seguito dell’arresto del sindaco Amedeo Nicolazzi (posto ai domiciliari dopo il ricovero in ospedale per Covid) accusato di concussione e violenza sessuale e di un’inchiesta che riguarda dipendenti e amministratori comunali, sospettati di aver messo arbitrariamente le mani su beni alimentari destinati ai bisognosi e finiti in casa di chi bisogno non è, la prefettura di Crotone ha sciolto il Comune di Petilia Policastro.
Il provvedimento preso dal prefetto Maria Carolina Ippolito si è reso inevitabile anche sulla scorta delle dimissioni di otto consiglieri. Adesso il municipio è gestito da un commissario. Ma veniamo ai fatti.
I carabinieri di Crotone lavoravano da tempo su alcune persone, a vario titolo dipendenti e funzionari pubblici, che avrebbero messo le mani su cospicue quantità di derrate alimentari, frutto di una convenzione fra il municipio ed il Banco delle Opere di Carità.
Diversi soggetti dunque si sarebbero appropriati di alimenti che spesso distribuivano senza criterio fra amici e conoscenti per poi donarli anche a individui malavitosi. In danno di famiglie indigenti a cui erano destinati.
Le indagini si sarebbero concretizzate con gli arresti domiciliari per l’ex vice sindaco Francesca Costanzo, dimissionaria da oltre un mese, e il divieto di dimora per Palmo Garofalo (imprenditore edile), Antonio Curcio (consigliere di maggioranza), Marilena Curcio (ex componente dello staff del sindaco), Vincenzo Ierardi (assessore ai Lavori pubblici del Comune di Petilia), Sebastiano Rocca (tecnico del Comune di Petilia) e Domenico Tedesco (direttore del dipartimento di Prevenzione dell’Asp di Crotone).
Su tutti gravano le accuse di peculato, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, corruzione in atti giudiziari e concussione.
Violenza e concussione sessuale riguarderebbero invece soltanto l’ex primo cittadino Amedeo Nicolazzi, noto imprenditore locale, a cui si sarebbe rivolta una donna per chiedere lavoro per il figlio.
L’uomo, già iscritto sul registro degli indagati per concorso esterno in associazione mafiosa, avrebbe chiesto alla donna favori sessuali in cambio del proprio interessamento per un’occupazione da destinare al figlio: ”…Non mi fai guardare il seno? Scusa se vai al mare come vai? Neanche tu una carezza a me? Io a te, no! ma tu a me?…”.
Le cimici implacabili riferivano a distanza le parole del sindaco che, ormai, sembrava aver perduto la testa per quella mamma imbarazzata che ha respinto ogni avance prima di riuscire a fuggire per poi tornare a casa in preda a terrore e rabbia:
”…Nel luglio del 2018 mi ero rivolta a lui per chiedere un lavoro per mio figlio appena diplomato – racconta la poveretta – anche perché avevo sentito che altri l’avevano fatto appunto perché è un grosso imprenditore. Improvvisamente il sindaco Nicolazzi iniziava a guardarmi in modo strano nel senso che, avendo gli occhiali verso la punta del naso, mi guardava con insistenza fuori dalle lenti verso il seno. Mi disse con fare disinvolto che gli piacevano le donne che come me avevano un seno prosperoso e che si accontentava solo di quello, purché io mi mostrassi. Ero imbarazzatissima e non sapevo che cosa fare…“.
E mentre i microfoni registravano ogni sussurro il sindaco pare avesse chiuso la porta della sua stanza per evitare che la donna fuggisse: ”…Ti aiuto se tu ci tieni pure a me – avrebbe profferito Nicolazzi alla malcapitata – io ti aiuto, sii gentile però per favore, non scappare però! Non facciamo niente di quello che pensi! Fatti guardare, solo guardare… Girati! Girati che non ti faccio niente, no. Solo il seno voglio guardarti (…) un attimo solo… ti chiedo questa cosa io… la prossima volta poi staremo un po’ insieme…“.
Non ci sarà una prossima perché la donna, riuscendo a divincolarsi dall’assedio dell’uomo che comunque l’avrebbe palpeggiata più volte sul seno e baciata sulle labbra, ha poi evitato qualsiasi contatto con l’ex sindaco “incastrato” dalle intercettazioni.
Sulla vicenda è intervenuta anche Fiorella Mannoia che ha biasimato il ratto delle derrate destinate ai poveri e la violenza sessuale in danno della povera mamma calabrese.