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Sei donna? Guardati dalla Tiara sul lavoro

Le donne continuano ad essere svalutate sul posto di lavoro. Ora si parla addirittura di una sindrome che sarebbe concausa di questa condizione. Come se non bastasse il mobbing, le violenze sessuali e le altre penalizzazioni.

Roma – Purtroppo la parità di genere è ancora in là da venire. Specie nel mondo del lavoro. Per quanto riguarda la parità salariale siamo ancora in alto mare. Le donne sul posto di lavoro continuano a essere vessate e ad avere stipendi inferiori rispetto ai colleghi maschi. Per non parlare delle molestie sessuali che subiscono. E dello stress che devono patire perché per raggiungere gli stessi risultati dei maschi devono lavorare il doppio.

Andrea Carubia, psicologo, sessuologo, psicoterapeuta
Andrea Carubia

Il dottor Andrea Carubia, psicologo, sessuologo e psicoterapeuta, in riferimento alla condizione femminile sul luogo di lavoro, ha parlato di Sindrome della Tiara. Secondo l’esperto l’accondiscendenza che alcune donne tendono a manifestare in ambito lavorativo è il primo campanello d’allarme. Il nome risale al passato, quando alle donne che si distinguevano per le loro qualità e i risultati raggiunti, veniva cinto il capo con una tiara.

Il pregiato copricapo col passare del tempo ha perso il significato originario. Oggi la locuzione Sindrome della Tiara fa riferimento a coloro che sul luogo di lavoro camminano in punta di piedi, per timore di disturbare ed essere considerati inferiori. Un segnale tipico di questa condizione arriva anzitutto dal linguaggio, caratterizzato da frasi estremamente deferenti come “…Scusami se disturbo, ma…”, “…Perdonami, vedo che sei impegnato, potresti…”.

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Chi soffre di Sindrome della Tiara si dedica completamente al lavoro per farsi apprezzare. Ma nella gran parte dei casi si ottiene l’effetto opposto. Spesso si hanno infatti insoddisfazione per il proprio lavoro e mancanza di gratificazione. Com’è intuibile, alla lunga, gli effetti negativi sono devastanti per chi ne soffre e per il gruppo di lavoro. La psicologia, disciplina fondamentale oggi come non mai, un vero e proprio pronto soccorso del sapere, ci dà alcune strategie per vincere questa condizione.

Gentilezza e disponibilità sono qualità importanti, ma ad esse va aggiunta una forte determinazione per evitare di soccombere. Occorre mostrare fermezza, senza addurre giustificazioni qualora si fosse in stato di bisogno. Bisogna soffermarsi sulle proprie qualità individuali e non vedere i risultati non raggiunti come dei fallimenti. Si deve imparare anche a dire di no se non si possono prendere ulteriori impegni. Fondamentale, poi, gestire in maniera proficua il tempo, assolvere gli impegni con equilibrio.

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Quello che stride in questo tipo di esortazioni è considerare solo ed esclusivamente il particolare tralasciando la complessità del generale. Le donne sul luogo di lavoro non sono discriminate perché soffrono di questa sindrome e, una volta guarite, tutto si sistemerà magicamente! Anzi, con ogni probabilità, è proprio vero il contrario, per cui è il sistema a indurre disturbi di questo tipo.

Molte problematiche vanno ricercate nella struttura sociale ed economica, composta da patriarcato e abusi di ogni tipo e in ogni ambito. Ma anche negli archetipi culturali maschili, che considerano la donna solo come preda da conquistare e non come persona con cui interloquire. Sono queste le pietre di paragone da abbattere. Le donne fanno già fin troppo, chiedere loro di superare i problemi avendo maggiore autostima suona quasi paradossale. Se non addirittura paternalista.

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