Salvini ritorna sullo Sputnik: se funziona perché non farlo?

Come per altri vaccini, nel mondo se ne contano ben 64, gli enti di controllo e valutazione nicchiano e perdono tempo mentre la pandemia continua a mietere vittime. Per il siero russo sembra una questione politica, azzarda il capo del Carroccio

Milano – Se il vaccino russo Sputnik ha funzionato a San Marino, perché qui dovrebbe essere diverso? È la domanda che si pone, e ripropone, Matteo Salvini, leader della Lega.

“…Spero non ci siano guerre geopolitiche sulla pelle degli italiani e degli europei – ha detto Matteo Salvini è dai primi di marzo che l’Ema sta esaminando il vaccino russo Sputnik, siamo ormai a fine aprile e vorrei sapere se funziona o no. Se non funziona ci sono 60 Paesi al mondo che hanno sbagliato, al contrario vorrei poterlo usare anche in Italia...”.

Chiarezza per chiarezza è quello che vorremmo sapere tutti e anche per altri vaccini. E questo ritardo nella valutazione da parte dell’Ema somiglia più che altro ad un malcelato tentativo di guadagnare tempo. O di perdere tempo.

Matteo Salvini

Con il Covid dovremmo convivere ancora per almeno due anni e ne conviene anche Salvini quando dice che un’arma in più è sempre utile, specie in questo momento: “…Se ha funzionato ai confini della Romagna non penso possa fare danni a Milano, Roma e Bologna, se non per ragionamenti economici o politici dietro a un sì o a un no ad un vaccino…”.

Il parere dello Spallanzani di Roma riguardo il vaccino russo è peraltro già arrivato. Secondo il direttore sanitario Francesco Vaia, Sputnik funziona: “…Noi ne abbiamo fatto una valutazione indipendente, come istituto di ricerca, non come gruppo isolato. Il documento è stato condiviso senza nessuna volontà di intervenire su questioni politiche…”. Se fosse vero sarebbe una situazione davvero paradossale ed estremamente pericolosa per la salute dei cittadini.

Il vaccino del Gamaleya di Mosca, in base a quanto riportato dalla rivista Lancet, sarebbe caratterizzato da un approccio biotecnologico originale che utilizza due vettori adenovirali differenti tra la prima e la seconda dose. I dati disponibili depongono per un ottimo profilo di sicurezza a breve termine e così quelli di immunogenicità che sono comparabili a quelli di vaccini genetici già autorizzati per uso clinico.

Franco Vaia

Dunque non è poi così improbabile che le barriere allo Sputnik abbiano come causa esclusivamente l’antipatia per la Russia di Putin. Può stare sullo stomaco o meno l’uomo politico, ma il vaccino che cosa c’entra?

Viktor Orban, primo ministro magiaro, irritato dalla lentezza delle procedure Ue di approvazione del siero, lo scorso 12 febbraio ha letteralmente scavalcato l’Agenzia europea autorizzando la somministrazione di Sputnik in Ungheria, che diventa dunque il primo Stato dell’Unione Europea ad utilizzare anti-pandemico russo.

Viktor Orban

C’è da dire però che l’azienda produttrice dell’antidoto moscovita cerca anche fabbriche in grado di produrlo, cosa non facile. In Italia però alcune aziende potrebbero realizzarlo in cospicue quantità. Che cosa si aspetta allora?

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