Le commissioni saranno un problema per Giuseppe Conte ma in questo momento d'emergenza occorre salvare la pelle con i vaccini e rifare l'economia nazionale. Il resto è ben poca cosa.
Roma – Per il presidente del Consiglio Conte che ha superato la prova della fiducia, agilmente alla Camera e con più fatica al Senato, una delle principali spine nel fianco sarà la difficoltà dei numeri nelle commissioni. Sarà a rischio Montecitorio nonostante qui abbia incassato il sì a maggioranza assoluta ma ancora di più al Senato dove il sentiero appare stretto e tortuoso.
In ogni caso prendono corpo alcuni provvedimenti importanti. Sono state decise altre 26 settimane di cassa integrazione e una proroga del blocco dei licenziamenti, ma solo per i settori maggiormente in crisi. Inizia a prendere forma, in sostanza, il nuovo piano di aiuti all’economia nazionale che il governo punta a varare con il quinto decreto Ristori la prossima settimana.
Importante sarà il ruolo delle opposizioni. Per iniziare è passato già il primo provvedimento anti-Covid del 2021 che sarà finanziato con l’extra deficit da 32 miliardi approvato a maggioranza assoluta dalle Camere. Uno dei pilastri, forse il più importante, è il pacchetto lavoro con il prolungamento della cassa Covid e l’ipotesi di una proroga selettiva del blocco dei licenziamenti che scade il 31 marzo.
L’obiettivo è di estendere la “Cig Covid” fino a 26 settimane per l’assegno ordinario e la cassa in deroga. In parallelo sarebbe previsto anche l’esonero contributivo alternativo all’utilizzo della cassa integrazione. Infatti il Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, ha affermato che fra le misure a cui sta lavorando, in vista del nuovo decreto Ristori e sulle quali nei prossimi giorni si confronterà con sindacati e imprese, c’è la proroga della cassa integrazione Covid-19.
Nel decreto, forse, farà capolino anche lo sgravio contributivo al 100%, alternativo all’utilizzo della cassa per chi riporta i lavoratori in azienda. In ogni caso dovrebbero essere finanziate due tranche aggiuntive di Cig per 18 nuove settimane di cassa in deroga e 4 settimane di cassa ordinaria.
Speriamo bene perché sarebbe una bella boccata di ossigeno per imprese e lavoratori. La conferma arriva anche dal Ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, il quale sostiene che grazie allo scostamento di bilancio si completeranno gli interventi di sostegno già approvati e riconosciuti finora ai settori più colpiti dalla pandemia e che, in ogni caso, dovranno proseguire per tutto il tempo necessario.
Ci saranno, ha assicurato Gualtieri, nuovi stanziamenti economici per interventi a tutela del lavoro ed in particolare nel decreto sarà previsto anche lo stanziamento di 1,5 miliardi per la decontribuzione delle partite Iva, impegno preso peraltro con il Parlamento.
A completare il pacchetto lavoro ci sarà poi un intervento sulla Naspi. Oltre un miliardo dovrebbe essere destinato al rifinanziamento del reddito di cittadinanza, che nel frattempo dovrebbe essere riveduto e corretto. Lo schema degli indennizzi, comunque, a tutte le categorie colpite, compresi i professionisti, dovrebbe superare il criterio dei codici Ateco e guardare al calo di fatturato.
Dunque non più su base mensile ma su base semestrale o annuale, con una soglia delle perdite per l’accesso ai ristori che dovrebbe essere confermata al 33%. Insomma dovrebbe operarsi una valutazione, ex post, che possa valutare l’intero anno per consentire di ripianare le penalizzazioni che ci sono state.
In pratica una sorta di compensazione sulla base del raffronto tra il fatturato 2019 e 2020. Campo aperto anche ad una rimodulazione della riscossione, infatti uno dei capitoli più consistenti del provvedimento sarà quello fiscale.
Dopo la proroga che ha previsto lo slittamento al 31 gennaio 2021 delle notifiche dei versamenti delle cartelle esattoriali, così come dei pignoramenti di stipendio e di pensione, il governo intende intervenire nel dl Ristori per evitare, ha precisato Gualtieri, ulteriori “assembramenti all’Agenzia delle Entrate”.
Comunque il fatto più interessante riguarda lo studio di una nuova rottamazione delle cartelle, la quarta, che dovrebbe consentire di regolare i conti con il fisco senza pagare sanzioni ed interessi, per i ruoli relativi agli anni 2018 e 2019.
Nel decreto saranno poi destinati oltre 3 miliardi alla sanità, di cui 1,5 per l’acquisto e la conservazione dei vaccini ed altri 2 miliardi per il potenziamento del trasporto pubblico locale. Una pioggia di interventi e pannicelli caldi che, se non verranno definitivamente archiviati con una totale sanatoria, ossia cancellazione ex ufficio delle somme dai ruoli, non serviranno a nulla poiché tanto non potranno mai essere pagati.
Non è tanto la valenza, con tutti i suoi connotati negativi, che deve fare paura con il termine condono tombale, quanto la possibilità di riaccendere la speranza di tanti cittadini onesti, bloccati nei propri sogni, da una pandemia implacabile e crudele.
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