I primi interventi dovranno servire per chi sta soffrendo di più poi disco verde per lotta alla corruzione, riforma della giustizia, fisco e funzione pubblica. Lotta senza quartiere alla criminalità organizzata.
Roma – Siamo in attesa dei fatti. L’Italia cambia colore ma poco importa, a questo punto. Gli italiani vogliono vedere i primi cenni di cambiamento, perché solo di cambiamento si può parlare. Bisogna, si deve, è obbligatorio dirigersi verso il bene del Paese.
Bisogna rimettere a posto diversi comparti: lavoro, sanità e scuola in primis. Poi si deve combattere con tutte le forze la corruzione all’interno della pubblica amministrazione, svecchiare e rimodernare la funzione pubblica, poi a ruota giustizia e fisco.
Nell’immediato, per chi ancora fa le orecchie da mercante, è passo obbligato “ristorare” davvero le categorie professionali fiaccate dalla crisi e spingere l’acceleratore sui nuovi investimenti specie per i progetti giovanili onde incentivare l’occupazione. Poi è indispensabile procedere con la cancellazione dei ruoli la cui piaga sta alimentando l’aumento dell’usura e la svendita di attività commerciali piccole e medie.
Per una “ripartenza” autentica il tema delle piccole e medie imprese comporta e si incrocia con l’internazionalizzazione, l’accesso al capitale, agli investimenti per rafforzare l’industria italiana e renderla più competitiva. Ma se non si libereranno gli imprenditori dagli onerosi debiti accumulati per oltre un anno, di ogni genere, non si risolverà nulla.
Soltanto cosi facendo si potrà riuscire ad estendere il piano di industria 4.0, in modo da favorire e accompagnare le imprese nel processo di transizione tecnologica e di sostenibilità ambientale. Proclami e belle parole a parte che abbiamo sentito a non finire, fra i temi urgenti da affrontare non è meno importante, come abbiamo ripetuto sino alla nausea, la lotta ai fenomeni corruttivi, i quali portano ad effetti depressivi sul tessuto economico e sulla libera concorrenza.
Tanto più che la legalità e la sicurezza sono la base essenziale per attrarre investimenti. Infatti le proposte di liquidità alle aziende ormai in default, sono all’ordine del giorno e provengono da persone i cui intendimenti non sono certo quelli a scopo umanitario ma estorsivo.
Si deve fare pulizia in tutti i settori ma si deve iniziare con gli uffici pubblici passando al setaccio funzionari, dirigenti e impiegati. Al minimo dubbio di illegalità ci vogliono procedure snelle che accertino le responsabilità individuali in breve tempo e che comportino, nei casi più gravi, il licenziamento e se il fatto costituisce più grave reato, la certezza della pena.
Occorre subito un cambio di marcia con una efficace semplificazione della P.A. per una maggiore trasparenza. Del resto Mario Draghi, nella sua replica, ha parlato anche di giustizia e lo ha fatto dicendo che il governo si impegnerà a migliorare quelle civile e penale. Con processi giusti e di durata ragionevole in linea con i tempi degli altri Paesi europei.
Anche Conte si era espresso cosi eppure s’è visto com’è finita. Dunque Draghi ha il dovere morale di “sanificare” soprattutto il comparto Giustizia alla luce delle rivelazioni di Palamara che non possono rimanere un libro. O il caso giudiziario di un singolo individuo che, nel bene e nel male, ha rivelato l’esistenza di un sistema marcio che deve essere debellato.
Sul fronte della lotta alla criminalità bisogna fare di più, molto di più. Al di là dei freddi dati statistici, la percezione che ne hanno i cittadini è assai negativa. Lo Stato non deve lasciare soli magistrati e uomini delle forze dell’ordine che si occupano di mafia.
Pertanto bisogna stimolare azioni di contrasto sempre più efficaci in uno con la promulgazione di leggi più snelle ed efficienti contro la devianza organizzata.
Per quanto riguarda la politica i riflettori sono puntati sugli espulsi del M5S che sono comunque già al lavoro per un nuovo gruppo, che dovrebbe vedere la luce sotto le insegne di “Italia dei Valori”. Ma fra i grillini c’è chi ha già annunciato il ricorso contro l’espulsione.
Altri come Mattia Crucioli fanno sapere di doversi rimboccare le maniche per un’opposizione seria dunque non come quella dichiarata da FdI, che intende fare la sentinella in una battaglia che non combatterà.
L’eventuale nascita di un gruppo di ex M5S all’opposizione non lascerebbe ai Fratelli d’Italia il primato di essere l’unico partito controcorrente. A lavorare in questa direzione sembra esserci Di Battista che su Facebook chiama a raccolta i suoi simpatizzanti: “…Ci sono cose da dire. Scelte politiche da difendere – ha scritto Dibba – domande a cui rispondere ed una sana e robusta opposizione da costruire. Coraggio!..”.
Il governo adesso è ufficialmente operativo e nel weekend si attende il completamento della squadra ministeriale, con le nomine dei viceministri e sottosegretari. Poi all’opera, di corsa. Il Paese non ne può più.
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