Sottoscritto il "patto scellerato" che prevede l'alleanza dei partiti di centro-destra con preclusione a qualsiasi accordo con la sinistra. Tranne se con il Pd ed i suoi alleati si parlerà di governare insieme col solito inciucio. Mentre il Paese è in ginocchio.
Roma – Finalmente svelato l’arcano accordo, tanto declamato al mondo intero da parte del centrodestra. Trattasi del “patto ferragostano” anti-inciucio che Giorgia Meloni sta sbandierando ai quattro venti su media e social come se avesse trovato chissà quale “chiave” segreta per governare l’Italia. Invece è solo un compromesso tra Berlusconi, Salvini e la stessa Meloni che prevede sostanzialmente di non fare alcuna coalizione con il centro-sinistra. Insomma l‘A-B-C di un programma politico vecchio come il cucù.
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Di qualunque partito o coalizione si parli. Infatti non dovrebbe neanche essere previsto alcun punto in merito. Troppo banale prevedere che la destra non vada con la sinistra e viceversa. Cosa, per altro, che non è stata mai scontata. D’altronde al di là delle dichiarazioni politiche, già c’è stato un momento in cui quasi tutti i partiti presenti in parlamento avevano sostenuto Monti, sconfessando i propri ideali. Infatti il governo Monti aveva ottenuto la fiducia alla Camera con 556 voti a favore e 61 contro. Contrari erano stati i 61 leghisti di Umberto Bossi, più il tanto chiacchierato Scilipoti e la coriacea Alessandra Mussolini. Così ripercorrendo alcuni momenti passati si scopriva che anche la bella pasionaria Meloni aveva votato a favore del “pareggio di bilancio“, la fiducia al governo Monti e la legge Fornero. Salvo poi a disconoscere quanto aveva approvato, un po’ com’è nel suo stile.
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Oggi però i Tre Moschettieri si presentano agli italiani come gli inde-fessi difensori del popolo e, soprattutto, di quella sovranità nazionale di cui si dicono depositari. Ma di queste cose agli italiani non interessa un fico secco. Al Bel Paese serve, ora come non mai, un governo stabile, competente e coerente specie dopo le iatture economiche di primavera e di quelle che sembrano materializzarsi all’orizzonte di questo disgraziatissimo momento storico.
Peraltro questa sorta di protocollo del centrodestra è, comunque, subordinato al sistema elettorale. Bisogna vedere, pertanto, con quale legge si andrà a votare e quanti saranno i voti che ciascun partito riceverà dagli elettori. L’accordo Lega e M5S ne è stata una tragica riprova lampante. Chi poteva immaginare una simile evoluzione dei “tempi politici“?
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Nel testo del “patto d’acciao” sottoscritto da Salvini-Meloni-Berlusconi si legge:
“…I responsabili nazionali della Lega, di Fdi e di Fi al fine di rafforzare le ragioni di una perdurante intesa e coalizione di centrodestra in vista dei futuri impegni elettorali regionali e nazionali” si impegnano “a non dare corso, in questa e nella futura legislatura, a qualsiasi accordo di governo, con partecipazione diretta o esterna, insieme ad altre forze politiche, fatto salvo una formale unanime e diversa intesa tra le forze politiche che sottoscrivono il presente documento…”.
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Ma non è tutto. Viene messo nero su bianco anche un solenne impegno politico e morale che servirebbe:
“...A dare seguito alla richiesta del Presidente del Veneto di porre tra i temi prioritari il riconoscimento di autonomia differenziata delle regioni che lo richiedano in attuazione dell’art.116, terzo comma, della Costituzione mediante una comune e coordinata attività parlamentare che ne assicuri la realizzazione nel rispetto del documento allegato, richiamato al punto 2 del presente accordo…“.
Nel documento i tre partiti “plutocratici” definiscono inoltre prioritaria la riforma costituzionale per introdurre il Presidenzialismo e la riforma della giustizia nel nostro ordinamento. Sotto gli occhi di tutti la contraddizione contenuta nel comunicato, laddove ci si riserva e “si fa salva” la possibilità di negare quanto clamorosamente affermato. Tutto legittimo, per carità, ma allora sarebbe meglio non spiattellare l’unicità e la coerenza del Patto di Ferragosto se si prevede, “formalmente e all’unanimità” di dare corso al solito inciucio. Il solito gioco sporco che prevede la possibilità, se tutto il centrodestra è d’accordo, di governare, implicitamente, con forze della sinistra.
Diamo atto, dunque, che oltre al patto anti-inciucio è nato anche l’inciucio. Questa, allora, sarebbe coerenza mascherata o incoerenza manifesta? Certamente una “verità nascosta” tra le pieghe di un documento ufficiale. Comunque ancora è presto per parlare di elezioni nazionali ma siamo sicuri che ognuno tenderà ad osannare la propria identità, senza scrupoli. Quando si supererà l’emergenza che si sta vivendo, sarà opportuno pensare ad una legge elettorale che possa dare reali garanzie di governabilità. Lo impone la sopravvivenza del Paese. In ogni caso attendiamo l’esito del referendum di settembre. Hai visto mai?
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