Ritorsione o sgarro alla base della scomparsa di Cristian Farris?

Le ricerche continuano ma del giovane calzolaio nessuna notizia. In paese si formulano diverse ipotesi: dall’omicidio per uno sgarro o per un furto in appartamento di cui Farris conosceva gli autori. C’è chi sa ma non parla.

ORROLI (Cagliari) – C’è chi sa ma non parla sulla sorte di Cristian Farris, il giovane calzolaio di 27 anni scomparso da Orroli il 21 ottobre scorso. Numerosi gli avvistamenti ma si teme per la sua vita. Cristian è un giovane che, per tradizione di famiglia, realizza scarpe in pelle e briglie per cavalli di notevole fattura tanto che i clienti non mancano. Come altra passione il giovane coltiva l’allevamento di capre e di qualche bell’esemplare di cavallo di razza che riesce persino a domare e a utilizzare nelle sfilate folkloristiche che si tengono in paese. Il calzolaio frequenta da alcuni mesi una ragazza ma non lesina la compagnia di altre donne. Tutto sommato un giovane normale che dedica molto tempo al lavoro, ai suoi hobbies e alle allegre brigate con amici e amiche. L’uomo pare non avesse nemici né persone malevole con le quali potesse avere attriti, almeno in apparenza.

Il gregge di Cristian.

Nemmeno fra i suoi clienti ci sarebbe qualcuno che potesse avercela con lui magari per un paio di scarponcini difettosi. Insomma nulla di nulla sino a quel maledetto 21 ottobre di quattro mesi fa quando Cristian Farris, a fronte della vendita di tre paia di scarpe, avrebbe incassato poco più di 700 euro dopo aver cambiato un assegno di un cliente presso lo sportello di una banca.

Le belle scarpe che realizzava il giovane calzolaio di Orroli.

Alcune ore più tardi il giovane sarebbe andato in un bar di via Roma, a Orroli, da dove si sarebbe allontanato intorno alle 19.30 in direzione della periferia del comune sardo. Da quel momento del giovane calzolaio si perderà ogni traccia. Una vicina di casa della famiglia Farris riferirà ai carabinieri di aver visto Cristian a bordo del suo furgone Fiat Daily Iveco sulla provinciale che porta a Escalaplano, un paese che dista da Orroli pochi chilometri.

Le ricerche continuano senza sosta.

Due giorni dopo la misteriosa sparizione il furgone di Cristian verrà ritrovato bruciato dai carabinieri sul ponte della diga che collega i due comuni limitrofi. All’interno del mezzo i militari ritroveranno il cellulare del giovane che dalla sera del 21 ottobre era rimasto spento. Evenienza questa piuttosto strana ma che potrà essere chiarita, in seguito, con l’analisi dei tabulati telefonici. Le segnalazioni giunte alla famiglia dello scomparso sono rimaste prive di riscontri obiettivi. C’è che dice di aver visto Cristian aggirarsi per le vie di Cagliari in stato confusionale oppure di aver visto il giovane camminare sulla provinciale ma nessuna notizia certa. L’unica certezza, di contro, è quella che Cristian non avrebbe mai abbandonato i suoi animali a cui teneva più di ogni altra cosa. Pare che il giovane, la sera della sua scomparsa, dovesse recarsi a cena con qualcuno ma la supposizione, riferita agli inquirenti da un amico di Cristian, non avrebbe avuto riscontri.

Cristian in groppa ad uno dei suoi cavalli preferiti.

A distanza di oltre quattro mesi dalla sparizione del giovane la procura di Cagliari continua le indagini con un fascicolo che rimane aperto per omicidio a carico di ignoti dunque la vicenda potrebbe aver assunto connotati assai diversi. Altra ipotesi che farebbe pensare ad una sparizione forzata e violenta sarebbe quella di uno sgarro per motivi economici come un prestito di denaro non restituito o, addirittura, un furto in un’abitazione i cui proventi non sarebbero stati ripartiti fra complici.

Giulia Sulis, madre del giovane scomparso.

Oppure il calzolaio conosceva il nome dei ladri e per questo motivo sarebbe stato ucciso:”…Cristian Farris aveva 730 euro in tasca la sera della sua scomparsa – racconta la mamma Giulia Sulis di 53 anni –  soldi che aveva ritirato poche ore prima in banca dopo aver versato l’assegno di un cliente di Escalaplano al quale aveva venduto tre paia di scarpe. È stato il mio primo pensiero, che qualcuno lo abbia aggredito per portargli via i soldi anche perché lui aveva il pessimo vizio di mettere tutto sul telefonino e sui social. Anche quel giorno ha fatto così e io l’ho sgridato perché oggi c’è gente pronta a farti del male anche per dieci euro… Forse una persona fidata lo ha tradito attirandolo in un tranello. C’è chi sa e non parla…”.

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