Ricercatrice e tirocinante morti durante test su auto ibrida a Napoli: chiesti sei rinvii a giudizio

Maria Vittoria Prati e Fulvio Fallace persero la vita in seguito all’incendio e all’esplosione della vettura il 23 giugno 2023 sulla tangenziale del capoluogo partenopeo.

Napoli – La Procura di Napoli ha richiesto il rinvio a giudizio per sei persone ritenute coinvolte nel tragico incidente avvenuto il 23 giugno 2023 sulla tangenziale di Napoli, in cui persero la vita la professoressa Maria Vittoria Prati, ricercatrice del CNR, e il giovane tirocinante Fulvio Fallace.

Secondo quanto riportato da Il Mattino e La Repubblica Napoli, le vittime stavano testando un prototipo di auto sperimentale a propulsione ibrido-solare quando, intorno alle 14 di quel giorno, il veicolo prese fuoco ed esplose. La professoressa Prati morì il 26 giugno, mentre il decesso di Fallace avvenne tre giorni dopo, il 29 giugno.

Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Manuela Persico e supportate da consulenze tecniche e numerose testimonianze, hanno accertato che l’incendio fu causato dall’esplosione di una delle batterie al litio utilizzate per alimentare la trazione del veicolo. Decisivo, secondo gli inquirenti, sarebbe stato il mancato funzionamento dell’unico sistema di sicurezza previsto per la batteria.

Tra le criticità evidenziate nell’inchiesta vi è la collocazione della batteria, posizionata direttamente dietro i sedili anteriori invece che in un’area isolata e protetta, come richiesto dalle normative di sicurezza. Inoltre, nelle immediate vicinanze della batteria erano presenti alcune bombole utilizzate per i test sulle emissioni della vettura, una Volkswagen Polo.

Gli imputati dovranno comparire il 28 maggio presso il Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli per l’udienza preliminare. Tra loro figurano due amministratori, uno dei quali docente presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Salerno, che si sono alternati alla guida di una delle società coinvolte nel progetto Life-Save, finalizzato alla conversione di veicoli tradizionali in auto elettriche alimentate da energie rinnovabili. Insieme a loro, risultano indagati un assegnista di ricerca dell’Università di Salerno, collaboratore di uno degli amministratori, e tre dipendenti della società proprietaria del veicolo sperimentale, tra cui un coordinatore, una collaboratrice diretta e un responsabile della parte tecnica. I reati contestati, a vario titolo, sono omicidio colposo e incendio colposo in cooperazione.

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