L’anziano pensionato è stato ritrovato cadavere ed in una posizione, con particolari scabrosi, che farebbe pensare ad una feroce vendetta da parte di ignoti che hanno agito con premeditazione e strategia. La figlia della vittima, disabile, non si sarebbe accorta di nulla e non avrebbe subito violenze di alcun genere.
Castrì di Lecce– A chi avrebbe fatto uno sgarro, e perché, l’anziano falegname morto ammazzato ritrovato legato, incappucciato e con i pantaloni abbassati? Se lo chiedono i carabinieri che indagano sulla morte di Donato Montinaro, 75 anni, pensionato piuttosto conosciuto in paese e deceduto nella sua villetta di via Roma lo scorso 10 giugno, dopo le 21 circa.
L’uomo, con precedenti penali per violenza sessuale, furto e lesioni personali, pare sia stato ucciso a coltellate dopo una raffica di calci, pugni e un tentativo, pare riuscito, di soffocamento da parte di più persone. Sulla porta di casa non sarebbero stati rilevati segni di effrazione dunque può darsi che la vittima conoscesse bene i suoi assassini a cui avrebbe aperto l’uscio di casa senza temere il peggio.
Gli aguzzini sarebbero entrati in casa dell’uomo alle prime luci dell’alba forse secondo un piano prestabilito dunque con premeditazione. Una volta dentro l’abitazione l’uomo sarebbe stato prima stordito a suon di pugni e calci e poi immobilizzato, mani e piedi, con fascette di teflon da elettricista. Una volta legato ai piedi del tavolo utilizzando anche del nastro da imballaggio, i killer lo avrebbero incappucciato utilizzando un lenzuolo reperito in camera da letto. Una volta avvolto il lenzuolo sulla testa avrebbero continuato a picchiare l’anziano pensionato sul volto dove da una prima ricognizione cadaverica sono state riscontrate lesioni profonde oltre a ferite d’arma da taglio.
Gli assassini, una volta appurato che la vittima fosse spirata, si sono dileguati facendo perdere le proprie tracce. C’è da dire anche che le persone che hanno commesso l’omicidio avevano con sé tutto l’occorrente per consumarlo dunque, premeditazione a parte, avrebbero bene pianificato il piano di morte come per compiere una vendetta facendo patire alla vittima atroci sofferenze.
Un particolare rimane inquietante: in casa c’era la figlia di 48 anni, disabile, che è rimasta illesa e che non si sarebbe accorta di nulla. A scoprire il cadavere la donna delle pulizie che avrebbe subito allertato i militari della stazione di Calimera ed i colleghi del Nucleo operativo di Lecce che sono subito intervenuti in zona seguiti dal personale del 118 che non ha potuto altro che constatare la morte dell’anziano pensionato e le buone condizioni della figlia. Le indagini sono coordinate dalla Procura di Lecce, Pm Maria Consolata Moschettini, che ha già disposto l’autopsia il cui referto potrà accertare le reali cause del decesso.
Sequestrata la villetta del pensionato dove i carabinieri hanno effettuato una serie di sopraluoghi mirati a scoprire tracce biologiche ed eventuali impronte digitali lasciate dai delinquenti che pare non siano semplici balordi sprovveduti. Piuttosto persone che avrebbero atteso, dopo appostamenti e controllo degli orari, l’uscita di casa della badante e della sorella della donna disabile. L’immobile è stato affidato in custodia al sindaco del paese, Andrea De Pascali.
Sulle prime i carabinieri avevano ipotizzato una rapina finita male ma le modalità di esecuzione dell’omicidio e la casa rimasta in ordine con tanto di denaro contante nel cassetto di un mobile rimasto al suo posto, hanno poi fatto pensare ad altro:
”… La nostra comunità si è svegliata con questa terribile notizia – dice il primo cittadino Andrea De Pascali – probabilmente è stato lo stesso Donato ad aprire la porta all’assassino, visto che non ci sono segni di effrazione. Era vedovo da qualche anno, viveva solamente con la figlia disabile dalla nascita…”.
In zona insistono diverse telecamere stradali le cui registrazioni sono al vaglio degli investigatori diretti dal comandante provinciale dell’Arma Paolo Dembech. Sono stati ascoltati diversi vicini di casa che pare non abbiamo raccontato particolari utili alle investigazioni ma gli inquirenti stanno scandagliando le frequentazioni della vittima ed eventuali conoscenti residenti a Calimera. Sotto la lente d’ingrandimento anche i tabulati telefonici del cellulare in uso a Montinaro per stabilire gli ultimi contatti che la vittima avrebbe avuto prima dell’omicidio. L’uomo aveva precedenti per reati contro la persona ed il patrimonio dunque il movente potrebbe celarsi dietro qualche episodio specifico.