Il fenomeno dei pellegrinaggi è in continua crescita. Forse per la necessità di dialogare con noi stessi. Oppure perché dopo due anni di clausura il corpo inizia a reclamare nuovi spazi di libertà.
Oslo – Nell’era di Internet, della comunicazione rapida, a tamburo battente, sembra quasi che non ci siano più spazio né tempo per la ricerca spirituale. Forse è per questo che molti sperimentano la via del pellegrinaggio. Il termine deriva dal latino “peregrinus”, straniero, e sta ad indicare un viaggio compiuto alla ricerca di una dimensione spirituale della vita, di un tempo che si stralcia dall’ordinarietà del quotidiano per proiettarsi verso il sacro.
Esperienze del genere, totalizzanti, immersi nella natura incontaminata, stanno diventando un rimedio necessario alle tensioni accumulate ogni giorno tra crisi e preoccupazioni. In luoghi in cui trionfa la Magia allo stato puro e dove colori, luci, profumi si esprimono in un gioco armonioso è possibile tornare in contatto con sé stessi.
Una delle mete più suggestive d’Europa sono le Vie di Sant’Olav, in Norvegia. Questi sentieri suggestivi danno la sensazione quasi di toccare i confini del pianeta Terra e di poter parlare con Dio. Il nome deriva da un re norvegese, Olav il Santo.
La storia narra che nel lontano 1030 d.C, il re guidò in battaglia i suoi soldati, ma fu ucciso e sepolto nella Cattedrale di Nidaros. Divenne un martire e molte persone sentirono la necessità di intraprendere il cammino da ogni parte della Norvegia fino a Trondheim, presso la cattedrale dove riposa.
Col passare degli anni questi viaggi sono diventati sempre più consuetudinari, sino a diventare atti di profonda riappropriazione di sé. I norvegesi hanno un termine specifico per questo sentimento, “frilufsliv“, che corrisponde allo stare all’aria aperta per mettere a riposo l’anima e calmare i tormenti del cuore. Il pellegrinaggio si esplica in varie passeggiate.
Non si può non citare il Østerdalsleden, considerato il più selvaggio tra i cammini. Già molto frequentato durante il Medioevo, il percorso ha due deviazioni: una verso Vastdena, dimora di Santa Brigitta, e l’altra verso il lago Selbu, dopo aver attraversato le foreste di Malvick.
Si tratta di percorsi affascinanti che invitano alla riflessione e a guardare al vero senso della vita: stare bene con sé stessi, la natura ed essere in pace col mondo. Sentieri che andrebbero fatti percorrere a tutti i satrapi che popolano il mondo, quelli che scatenano guerre per sete di dominio e interessi economici.
Putin è solo l’ultimo di una lunga lista. Chissà se percorrere questi sentieri possa sortire effetti benefici su personaggi di dubbia reputazione morale e sulla loro anima? Qualora ne avessero una!
C’è un aspetto che stride con il misticismo che questi luoghi trasmettono. L’evento che ha dato i natali a questo pellegrinaggio è stato uno scontro armato. E chissà quanti altri luoghi spirituali hanno avuto origine da avvenimenti cruenti o traumatici. A dimostrazione che l’istinto predatorio ha sempre prevalso sullo spirito contemplativo! La via del male, purtroppo, sembra sempre essere la più semplice da percorrere.