Dal "sistema Montante" alla falsificazione di dati considerati "vitali" per la tutela dell'incolumità pubblica. Con la speranza che i numeri falsati non abbiano provocato maggiori contagi e malati di Covid. Le indagini continuano.
Palermo – Falso materiale ed ideologico. Sono queste le accuse che vedono coinvolti alcuni appartenenti al Dipartimento Regionale per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico (Dasoe) dell’Assessorato della Salute della Regione Sicilia.
I Carabinieri del Nas di Palermo e del Comando Provinciale di Trapani hanno eseguito, nella mattinata del 30 marzo scorso, un’ordinanza di misura cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di Maria Letizia Di Liberti, direttrice generale del Dasoe, Salvatore Cusimano, funzionario regionale ed Emilio Madonia, dipendente presso una società che gestisce i dati informatici dell’assessorato.
Tra gli indagati figura anche l’assessore alla Sanità siciliana Ruggero Razza.
Sarebbero colpevoli di “un disegno politico scellerato” – scrive in atti il Gip di Trapani, Caterina Brignone – che ha portato gli indagati a falsare i dati sul reale andamento della pandemia nella regione, allo scopo di evitare restrizioni.
Tutto nasce dalla scoperta di un laboratorio di Alcamo che forniva risultati di tamponi alterati.
Da qui l’indagine è proseguita, fino ad arrivare alle intercettazioni che confermerebbero l’alterazione dei dati inviati all’Istituto Superiore di Sanità.
Impressionante il modo in cui questa gente parlava dei positivi al Covid, senza un briciolo di empatia o di umanità, come fossero numeri: “61 Agrigento, 75 Caltanissetta, 90 Catania, 108 Palermo…” e così via, secondo Salvatore Cusimano.
“Ma che dici? Ma che dici?”, grida Maria Letizia Di Liberti dall’altra parte della linea, “No, scusa, non può essere, se quelli sono i dati definitivi Palermo va in zona rossa subito”.
Questo accadeva il 19 marzo presso l’Assessorato alla Sanità di piazza Ottavio Ziino, dopo aver riscontrato che dall’ospedale Cervello di Palermo non avevano comunicato 228 positivi che non erano stati registrati. Sommati a quelli già conteggiati avrebbero fatto impennare il numero ad oltre 730.
“Ma li avete messi i dati del Cervello?”, chiede Maria Letizia Di Liberti.
“No, no, no senza Cervello, senza Cervello”, risponde Cusimano.
È il panico. Ma dopo essersi consultati con l’assessore Razza, ecco che arriva la soluzione: “spalmare” i dati.
“A questo punto io scenderei sotto i 400 su Palermo”, dice la Di Liberti. “Ho parlato con Ruggero e facciamo il punto domani”.
“Di queste cose qua?”, chiede Cusimano.
“Sì, sì, sì, quindi 508 lo portiamo a 370…che ne so, una cosa di queste…sono numeri esageratissimi… E ci aggiungiamo 1000 tamponi”.
Qualunque cosa pur di non diventare zona rossa e tanti saluti a etica, rispetto e legalità. Il tono è anche peggio quando si parla di morti.
“Spalmiamoli un poco”, dice Razza alla dirigente regionale che si occupa di comunicare i dati dei decessi per Covid nella regione Sicilia all’Iss.
“I deceduti glieli devo lasciare o glieli spalmo?”, chiede la Di Liberti a Razza.
“Ma sono veri?”, chiede lui cadendo dalle nuvole.
“Sì, solo che sono di tre giorni fa”.
“Spalmiamoli un poco”, è l’ordine definitivo.
“Spalmiamoli”. Come se parlassero di marmellata.
Razza, che ha consegnato oggi le dimissioni, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti ai Pm di Trapani.
Nel frattempo continuano le perquisizioni presso gli uffici: computer, cellulari, tutto sequestrato.
Il flusso di mail e telefonate verrà passato al setaccio.
La domanda sorge spontanea: poteva il Presidente della Regione, Nello Musumeci, non sapere?
Alla luce degli ultimi elementi il Gip sembra scagionarlo: “…Considerata la natura e le verosimili finalità degli illeciti commessi, sarebbe difficile se non impossibile ipotizzare un attivarsi del vertice dirigenziale in assenza di avvallo dell’organo politico. A quest’ultimo proposito va però segnalato che allo scellerato disegno politico sembra estraneo il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, che anzi pare tratto in inganno dalle false informazioni che gli vengono riferite…”.
Musumeci ha definito le dimissioni di Razza “un atto di grande responsabilità”. Forse le responsabilità che avrebbe dovuto assumersi sono altre, ma sorvoliamo.
“Andremo avanti dritto, senza una tregua. Lo impone la pandemia, la volontà dei siciliani e il nostro dovere istituzionale”, continua Musumeci.
Il governatore della Sicilia ha inoltre confermato la propria disponibilità e quella del suo governo a riferire in Aula riguardo la vergognosa vicenda.
Purtroppo, in questa brutta storia, nessuno riesce a fare una bella figura. Arrivare a falsare i dati di una pandemia allo scopo di dimostrare che “alcune regioni sono meglio di altre” non è utile a nessuno.
Dentro questo incubo ci siamo finiti tutti insieme e insieme dobbiamo uscirne.
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