Prima le cyber-truffe adesso ci volevano i “muli da denaro” per non farci dormire sonni tranquilli. I delinquenti di turno invitano gli ignari correntisti, anche troppo ingenui e non accorti, a effettuare trasferimenti di denaro attraverso i loro conti correnti in favore di sconosciuti dietro compenso. Occhio perché si commette un reato e si corre il rischio di rimanere con le tasche vuote.
La truffa alle banche assume le sembianze di un mulo. Le vie della truffa sono infinite si potrebbe dire parafrasando la più celebre frase “le vie del Signore sono infinite“. Nelle ultime settimane alcuni istituti di credito, tra cui Intesa SanPaolo, Fineco e Ing Bank (gruppo bancario olandese) hanno spedito una e-mail ai loro clienti invitandoli a non effettuare trasferimenti di denaro attraverso i loro conti a favore di terze parti dietro pagamento.
Molto spesso dietro queste operazioni si nascondono manovre di riciclaggio o di pratiche illecite. Pare che il fenomeno non sia limitato a pochi casi. Gli addetti ai lavori, con molta fantasia e acume, hanno definito il fenomeno “money mule” (mulo da denaro). Si tratta, cioè, di correntisti (i muli) che dietro compenso di una somma di denaro, mettono a disposizione il proprio conto come mezzo per trasportare proventi la cui provenienza è molto dubbia.
Non è la prima truffa che viene perpetrata ai danni di malcapitati correntisti, la cronaca degli ultimi tempi ne è ricca. L’e-mail di Ing Bank spedita il 12 novembre scorso ai propri clienti recitava pressappoco così:
“…Ciao, che dalle truffe si guadagna ci credono solo gli asini. Se qualcuno ti chiedesse di trasferire del denaro utilizzando il tuo conto corrente in cambio di denaro, non farlo. Diventeresti un money mule, e commetteresti un reato! Quindi mi raccomando non fare l’asino e non ci cascare!..”.
La banca ha poi esortato coloro che sono stati raggirati in questa maniera, di bloccare i trasferimenti e mettersi in contatto con l’istituto che offrirà tutte le spiegazioni di come si rischia di essere ingannato. I malcapitati vengono contattati sui social o tramite posta elettronica e viene offerto loro di aprire un conto corrente o di trasferire denaro a proprio nome dietro pagamento di un compenso. Abboccando all’amo, i “money mules” diventano a loro volta complici dei truffatori e, quindi commettono un reato penale.
Le stesse esortazioni ha diffuso Intesa SanPaolo, che sul proprio sito ha dedicato una sezione apposita, a dimostrazione di come il fenomeno si sia diffuso a macchia d’olio. L’ultima truffa che ha svuotato conti bancari è stata effettuata tramite WhatsApp, che ha sfruttato il marchio della nota catena di supermercati Esselunga. Seducendo il malcapitato con un ipotetico, ma inesistente, buono spesa da 500 euro, sono stati richiesti i dati sensibili: nome, cognome, codice fiscale, carte di credito e conto corrente.
Intesa SanPaolo (e non San – staccato – Paolo) ha diffuso un comunicato ai suoi clienti in cui vengono spiegati i metodi principali utilizzati per avvicinare le vittime: un annuncio di lavoro con elevata remunerazione su siti specifici o social o anche con sms o email; offerta vera e propria di comportarsi da money mule. Inoltre la banca ha invitato i suoi clienti ad assumere atteggiamenti idonei per evitare di cadere nella rete dei malfattori. Eccone alcuni:
- Non aprire mai un conto corrente su richiesta di qualcuno conosciuto da poco.
- Non permettere che il proprio conto possa essere utilizzato come mezzo di trasporto a favore di terzi.
- Evitare di dare i propri estremi bancari a sconosciuti.
- Non cedere alle lusinghe di offerte non richieste di soldi facili.
- Indagare sull’azienda che offre lavoro ed affidarsi a professionisti accreditati e qualificati.
Com’è strana la vita: sarà il progresso delle tecnologie o i mutamenti della società e le parole assumono un significato diverso. Una volta il mulo era considerato per quello che è in natura, ovvero il risultato dell’accoppiamento tra una cavalla ed un asino.
Un animale dalla potenza e resistenza straordinarie che ha rivestito una fondamentale importanza sociale, economica, culturale e storica, esercitando un ruolo decisivo nel mondo contadino almeno fino all’avvento della meccanizzazione dell’agricoltura. Che tristezza constatare che il nome di questo nobile e laborioso animale viene accostato ad operazioni bancarie truffaldine.