L’enorme impianto, che sorge ai limiti di un bosco e vicino a serbatoi interrati di Gpl, continua a minare la tranquillità dei residenti.
GRECCIO (Ri) – Quell’antenna che deturpa la collina verde che si erge sopra la piazza del paese tanto caro a San Francesco risolverà davvero i problemi locali di telefonia e internet? In zona ci sono numerose reti fisse che funzionano male da anni e per le utenze in difficoltà nessuno mai ha mosso un dito per risolvere i problemi di comunicazione che, fra gli altri, affliggono l’antico borgo medievale. Il primo cittadino, in buona sostanza, adduce l’impossibilità di intervenire motu proprio e pubblica sul suo profilo Facebook una sintesi di come stanno le cose. Ovviamente dal suo punto di vista:

“Greccio è considerata una zona cosiddetta “A fallimento di mercato” – scrive il sindaco Emiliano Fabi, farmacista – in quanto nessun operatore del settore telecomunicazioni investirebbe, dato il ritorno economico troppo basso. Per questo motivo il nostro territorio è stato inserito all’interno del progetto “Italia 5g”, che consente agli operatori, finanziandoli con fondi PNRR, di installare antenne derogando anche i regolamenti comunali, individuando autonomamente l’area sulla quale realizzarle, con l’unico vincolo di raggiungere il livello di copertura stabilito dal bando stesso. Questo in virtù dell’obiettivo strategico, stabilito non certo dalle Amministrazioni Comunali, di raggiungere una copertura di rete uniforme su tutto il territorio nazionale.
Questo, insieme a tanti altri aspetti, è stato lungamente trattato nel consiglio comunale di ieri, per cui, chi ancora oggi sostiene che ci sia la possibilità da parte del Comune di spostare il posizionamento dell’antenna su altro luogo meno impattante, nonostante i pareri acquisiti dall’azienda da parte di diversi Enti sovracomunali, fra cui ricordo il Ministero della Cultura, oltre ARPA, AUBAC, Genio Civile, non fa altro che continuare a gettare fumo negli occhi dei nostri concittadini e lo continua a fare portando a titolo di esempio casi che nulla hanno a che fare con il piano “Italia 5g”, che invece è proprio il centro di questa vicenda. Questo non significa che all’amministrazione comunale “piaccia” questa antenna né la sua localizzazione, come si vuol far credere, ma studia, approfondisce e non agisce per pregiudizio ideologico.
La verità è che, data questa particolare situazione, che ho brevemente descritto, ma che ieri abbiamo ampiamente analizzato, se non ci fossero fondi PNRR a sostenere la realizzazione di questa infrastruttura oggi non staremmo a discutere del posizionamento di un’antenna in quanto non ci sarebbe alcuna antenna su cui dibattere e in futuro i cittadini di Greccio capoluogo, Limiti, Spinacceto e Sellecchia continuerebbero a vivere e a lavorare nel nostro Comune combattendo con le ormai ataviche difficoltà di comunicazione attuali e che ciascuno di noi conosce bene.
Continueremo a seguire e studiare l’evoluzione di questa vicenda sotto tutti gli aspetti, proseguendo nel frattempo il confronto con INWIT per mitigare maggiormente l’impatto di questa antenna nel nostro territorio e per verificare le potenziali criticità emerse anche durante la discussione.
Per chi volesse dedicarsi alla lettura di una recentissima sentenza di un TAR, questa si perfettamente sovrapponibile al nostro caso, inserisco nel primo commento il testo e qualche altro riferimento che possa essere utile per avere una visione più chiara su questo complicato argomento, così che un po’ di fumo possa diradarsi, per lasciare spazio ad una visione più chiara“.

Il sindaco Blasi pubblica poi un link di una sentenza del Tar per la Puglia che a suo dire dovrebbe derimere ogni dubbio ma che poco avrebbe a che vedere con la situazione dell’antenna di Greccio la cui installazione era in ballo sin dall’anno scorso.
Il Comune, invece, avrebbe potuto fare di più, innanzi tutto informando per tempo i cittadini ai quali sarebbe stato sacrosanto chiedere almeno un parere. Ma non basta. Il sindaco scrive anche che “Continueremo a seguire e studiare l’evoluzione di questa vicenda sotto tutti gli aspetti, proseguendo nel frattempo il confronto con INWIT per mitigare maggiormente l’impatto di questa antenna nel nostro territorio e per verificare le potenziali criticità emerse anche durante la discussione“, ma come si potrà mitigare l’impatto dell’impianto una volta completo e funzionante? Il primo cittadino afferma anche che “…Questo non significa che all’amministrazione comunale “piaccia” questa antenna né la sua localizzazione, come si vuol far credere, ma studia, approfondisce e non agisce per pregiudizio ideologico...”. Sino a qui sono tutti d’accordo ma se il civico consesso non ha voce in capitolo come potrà manifestare il proprio dissenso? Solo a parole?
In effetti il sindaco Fabi ha ragione quando afferma che il Comune non ha poteri in materia di strutture adibite e ricetrasmettitori per telefonia mobile. Infatti il governo Meloni ha estromesso gli enti locali dai procedimenti di autorizzazione tramite la legge n. 95 del 4 luglio 2024, conversione del Decreto Coesione, che nell’articolo 4, comma 7-bis cancella letteralmente le competenze dei Comuni in materia di pianificazione territoriale degli impianti radioelettrici. Le nuove infrastrutture in tecnologia 5G dunque possono essere installate ”anche in deroga ai regolamenti comunali di cui all’art. 8, comma 6 L. 36/2001”.
Il regalino del governo è estremamente pericoloso perché rappresenta una vera e propria sottrazione di prerogative che la Costituzione attribuiva a Regioni ed Enti locali dunque chiunque può fare ciò che vuole in casa d’altri basta che dichiari di lavorare per nome e conto dell’onnipotente 5G? Non è proprio cosi, poiché detta legge 36/2001, ovvero “Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici” non è stata del tutto “delegittimata” se non per quanto attiene il richiamato art. 8. Infatti gran parte delle altre disposizioni rimangono vigenti, soprattutto quelle che riguardano salute e sicurezza dei cittadini di cui il sindaco rimane responsabile e garante.

Insomma volere è potere e come se non bastasse bisognerà accertare anche se il contratto stipulato con il privato sia valido o meno, considerando che il proprietario del terreno su cui poggia l’impianto continua ad asserire che, in origine, la trattativa riguardava un impianto mobile e non certo un mastodonte di ferro e cavi come quello installato. Fatti salvi i fini del servizio a cui è destinato, beninteso. Poi c’è la vicenda dei serbatoi di gas da risolvere, invero troppo vicini all’impianto radioelettrico. Siamo convinti che il Comune di Greccio riuscirà a coniugare le esigenze di sicurezza e tutela della salute dei residenti con quelle di un servizio comunque estremamente utile per la collettività.