Dopo due anni di indagini la Mobile palermitana, coordinata dalla locale Procura, avrebbe chiuso il cerchio su un delitto difficile il cui primo sospettato era ed è rimasto il convivente della vittima. Da successivi accertamenti scientifici la donna polacca non sarebbe morta per una crisi cardiaca ma per la grave ferita riportata al cranio.
Palermo – E’ fuggita da casa dopo l’ennesimo violento litigio ma lui l’ha raggiunta e colpita alla testa con un corpo contundente. Poco dopo la donna stramazzava sul marciapiede in un lago di sangue. Anna Alexandra Hrynkiewicz, 45 anni, casalinga di origini polacche, sarebbe stata uccisa dal compagno Carlo Di Liberto, 45 anni, garagista incensurato, che l’ha colpita alla testa forse con un oggetto di metallo uccidendola sul colpo nella notte fra il 9 e il 10 maggio del 2019 in via Luigi Settembrini 14, nel popolare quartiere Noce di Palermo.
Nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, firmata dal Gip del tribunale di Palermo, l’accusa è di omicidio volontario aggravato con traduzione nella casa circondariale “Antonio Lorusso” di Pagliarelli. Due anni fa, subito dopo l’omicidio della donna, si era parlato di morte per sopraggiunto infarto occorso ad Anna Alexandra pochi minuti dopo la sua uscita di casa al termine di una violenta lite con il compagno siciliano.
Questo era stato il primo responso del medico legale del policlinico di Palermo che aveva eseguito l’autopsia sulla vittima colta da malore mentre fuggiva in strada in piena notte. L’anatomopatologo si accorgeva anche di diversi segni sul volto e di una vasta ferita al cranio che, sulle prime, pare non fosse responsabile del decesso della donna nonostante fosse stata inferta la stessa sera della tragedia.
Anna Alexandra era stata ritrovata distesa sul marciapiede di via Settembrini a pochi passi dal portone di casa e i primi sospetti erano ricaduti sul compagno Carlo Di Liberto con il quale la donna conviveva da qualche anno.
L’uomo era stato iscritto sul registro degli indagati perché aveva ammesso di aver litigato con la compagna e di averla presa a schiaffi. I segni dei maltrattamenti, infatti, sarebbero stati evidenziati dal medico legale sul cadavere della donna in pieno volto.
Di Liberto, sempre all’epoca dei fatti, si era poi avvalso della facoltà di non rispondere alle altre domande degli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore Claudio Camilleri e dall’aggiunto Annamaria Picozzi. Una delle ipotesi più accreditate da parte degli investigatori riportava proprio a quel colpo di mazza in testa che potrebbe aver provocato l’infarto dunque la successiva morte di Anna Alexandra che pare volesse troncare la relazione con il suo convivente.
A distanza di due anni, dopo altre verifiche e controlli, per Di Liberto è arrivato l’ordine di custodia cautelare in carcere con l’accusa di aver ucciso volontariamente la donna per motivi passionali. La sezione omicidi della Squadra mobile palermitana, diretta da Rodolfo Ruperti, ha finalmente risolto il caso dimostrando che Di Liberto avrebbe ucciso Anna Alexandra colpendola sul cranio con un corpo contundente verosimilmente di metallo pesante, lasciandola a terra senza vita.
L’autopsia, le perizie mediche sul corpo della donna, le testimonianze e l’attività tecnica hanno confermato che non si era trattato di un malore cardiaco ad uccidere la donna come lo stesso compagno aveva riferito agli inquirenti nell’immediatezza dei fatti. I sostituti procuratori Giulia Amodeo e Giulia Beux, oltre all’aggiunta Annamaria Picozzi, hanno ricostruito il puzzle relativo agli accadimenti occorsi in casa della coppia la sera del 9 maggio del 2019.
Non sarebbe stata la prima volta, infatti, che Di Liberto finiva la serata con litigi più o meno furiosi con la compagna per ragioni, come sembra, quasi sempre riconducibili alla sua gelosia. Il carattere irascibile dell’uomo sarebbe stato confermato anche dai vicini di casa dai quali Di Liberto sarebbe stato denunciato per aver dato alle fiamme alcune auto dei condomini nel periodo compreso tra agosto e settembre del 2018.
Il compagno della povera Anna sarebbe stato denunciato anche per le minacce di morte rivolte al figlio minorenne a cui avrebbe puntato una pistola alla testa. II padre avrebbe accusato il figlio di aver preso il denaro nascosto dentro un cassetto.
La relazione fra Carlo e Anna Alexandra pare fosse diventata un inferno dalla quale la donna voleva fuggire. Quella tragica sera la fuga sembrava l’unica soluzione. Cosi non è stato.