Non cessa l’orrore del traffico di animali

Ogni anno sono migliaia i cani condannati a venire alla luce o per il mancato controllo del randagismo o in quelle che possono definirsi vere e proprie fabbriche di cuccioli.

Roma – Spesso si tratta di strutture fatiscenti e abusive che ospitano anche centinaia di fattrici di razze diverse. Esseri viventi, senzienti, costretti a vivere in condizioni deplorevoli. Gabbie o box piccolissimi, nutriti con cibo appena appena sufficiente alla sopravvivenza, nessuna igiene. Tutto ciò con un unico preciso scopo: il guadagno.

Viaggi estenuanti dentro automezzi sporchi e privi di adeguata climatizzazione

I piccoli vengono poi strappati alla mamma e costretti ad affrontare viaggi estenuanti stipati dentro al bagagliaio di autovetture o nel retro di furgoni, in gabbie minuscole, in scatole, in valigie. I trafficanti di anime pelose, che non si fanno alcuno scrupolo ad utilizzare qualunque mezzo o collocazione di fortuna non idoneo, arrivano dall’est Europa, con passaporti, libretti vaccinali e pedigree falsi.

A causa del lungo viaggio e della totale assenza di controlli veterinari solo la metà di loro sopravvive. Chi ce la fa, oltre a riportare dei traumi affettivo-comportamentali, spesso contrae malattie potenzialmente letali. Ma il racconto delle vicende di chi lucra sugli animali sembra non trovare mai fine. Ultima in ordine di tempo, poco prima di Natale, arriva dalla località Cantalupo di Bondeno in provincia di Ferrara. In un’abitazione privata sono stati rinvenute decine e decine di piccole creature stipate in pochissimo spazio, pronte per essere vendute. Il luogo è da considerarsi un vero e proprio canile abusivo privo di qualsiasi autorizzazione locale o regionale, in barba alle normative sul benessere animale. La donna, che di quella casa era locataria, si è vista contestare una serie di illeciti dai vari uffici a cui erano giunte decine di segnalazioni sull’esistenza di quell’inammissibile canile casalingo.

L’affittuaria proponeva lei stessa sul Web la propria “mercanzia”. La vicenda ebbe inizio nel giugno scorso, con un sopralluogo congiunto effettuato da veterinari dell’Asl, carabinieri forestali e guardie zoofile Oipa. Entrati in quella casa trovarono ben 33 cani tutti provenienti da Sicilia, Puglia e Campania, come si scoprirà in seguito. Tutte bestiole non iscritte all’anagrafe canina perché arrivate tramite staffette improvvisate e non autorizzate con l’obiettivo di essere successivamente ceduti a privati.  

Gli animali fortunatamente non sono stati trovati in cattive condizioni, perché la donna se ne prendeva cura, ma in quella casa non potevano restare e sicuramente non potevano essere venduti. Ci sono voluti altri mesi di verifiche e accertamenti dalla contestazione dell’illecito amministrativo perché l’Asl chiedesse al Comune di procedere con una ordinanza in base alle proprie competenze in materia di protezione animale, fino al provvedimento siglato dal sindaco, nel dicembre scorso, con cui si intimava lo sgombero dei cagnolini dalla casa entro un paio di mesi.

Le guardie zoofile si sottopongono a corsi periodici di formazione.

La cronaca recente ci riporta troppo spesso che la volontà di trovare una sistemazione per gli animali meno fortunati si intreccia con interessi non del tutto nobili. Forse bisognerebbe creare un patentino di volontario, alla fine di appositi corsi di formazione, così come già avviene per le guardie zoofile. Occorrerebbero anche pene più severe per chi detiene o trasporta animali senza le previste certificazioni a norma di legge. Di tanta superficialità purtroppo a farne continuamente le spese sono i poveri quattro zampe sempre più in balia di persone senza scrupoli e votate al dio denaro. Tante volte ci chiediamo chi sia davvero la bestia. “Homo homini lupus”.

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