Le ondate di caldo anomalo delle ultime settimane hanno influenzato il comportamento degli animali, portandoli a morire in cerca di refrigerio. Quanto bisogna attendere ancora prima di interventi seri da parte delle istituzioni?
Siviglia – Una volta dal cielo pioveva la manna, stando ai libri sacri. Poi è stato il turno delle polpette, ma si trattava solo del titolo di un film di animazione del 2009. È capitato di assistere alla pioggia di meteoriti. In Spagna è capitato un fatto che ha lasciato attoniti gli spettatori che vi hanno assistito: la caduta di rondini. Una situazione allarmante per la quale si è trovata una spiegazione scientifica.
L’eccessivo caldo di questi giorni in Spagna e nel resto d’Europa ha provocato un mutamento nel comportamento delle rondini. Centinaia di piccoli rondoni, nella Spagna meridionale, sono morti dopo aver lasciato i loro nidi in anticipo rispetto ai tempi consueti.
Gli animalisti hanno spiegato l’accaduto come un tentativo di eludere i picchi delle temperature, durante una delle prime ondate di calore registratasi nel Paese. La sfortuna purtroppo ha fatto coincidere la prima ondata di caldo con la stagione della schiusa dei rondoni, da cui è scaturito il comportamento strano e la perdita dell’orientamento degli animali.
La preoccupazione è cresciuta quando gli abitanti di Siviglia e Cordova hanno assistito al triste spettacolo di uccelli appena nati morti sui marciapiedi. In genere questi uccelli costruiscono i loro nidi nelle facciate degli edifici o nelle cavità dei tetti, lasciando solo una piccola fessura aperta verso l’esterno.
Spesso i nidi sono appoggiati su costruzioni di cemento o lastre di metallo che, con l’aumento delle temperature. diventano bollenti trasformandosi in un vero e proprio forno per i piccoli.
Non sopportando le temperature e non sapendo volare, le piccole creature fuggono a rischio della vita. Infatti si schiantano al suolo. Pare che non sia l’unico fenomeno scaturito dal surriscaldamento globale che incide direttamente sul mondo animale e sull’intero ecosistema.
Un campanello d’allarme sottolineato dagli esperti è il caso di una nuova specie di molluschi sotterranei, molto simili alle lumache, che hanno popolato delle acque in cui non sono mai stati presenti.
Gli effetti del cambiamento climatico si manifestano non solo con la riduzione delle calotte polari e dei ghiacciai, ma anche con l’aumento di condizioni meteorologiche estreme. Parliamo di ondate di caldo, incendi boschivi e siccità, con alcune città che rischiano di restare senz’acqua.
Ma anche improvvisi e disastrosi temporali, le cosiddette “bombe d’acqua“. Bastano minimi scostamenti della temperatura per minacciare molte specie animali già in difficoltà.
Uno studio apparso sulla rivista Climate Change ha evidenziato che i cambiamenti climatici, di questo passo, porteranno all’estinzione di metà delle specie animali e vegetali nelle aree naturali più prospere al mondo, come Galapagos ed Amazzonia. Le istituzioni politiche deputate alla soluzione dei problemi sembrano scomparse.
Organizzano summit e convegni, ma gli interventi latitano. L’unica preoccupazione, per quanto legittima, pare essere la guerra in Ucraina, e la classe dirigente ha altro a cui pensare, ad esempio fabbricare e spedire armi. La Terra? Può continuare a bruciare, tanto ci sono i vigili del fuoco, cosa si vuole di più dalla vita!