Il nostalgico titolare del locale di Sequals fa parlare ancora di sé. Stavolta dovrà pagare una pena pecuniaria per un video in cui avrebbe apostrofato di malo modo le istituzioni dello Stato. L’uomo ha fatto ricorso in avverso al provvedimento e preferisce la galera piuttosto che uscire di tasca un euro.
Sequals – Meglio il carcere che pagare la pena pecuniaria per gli insulti a Sergio Mattarella. Preferirebbe la galera Ferdinando Polegato, 68 anni, trevigiano di Pederobba, titolare assieme alla moglie Teodora Foscato del ristorante-bar “Teodora”, piuttosto che pagare i 13.500 euro, a seguito della sentenza di condanna per decreto penale del tribunale di Pordenone, per aver offeso l’onore ed il prestigio del Presidente della Repubblica.
Il provvedimento è stato richiesto dal Pm Andrea Del Missier e accolto dal Gip Monica Biasutti che ha convertito i 6 mesi di detenzione in ammenda corrispondente a 75 euro per giorno trascorso dietro le sbarre.
Che cosa avrebbe commesso di tanto grave Polegato, fascista della prima ora e acceso sostenitore del Duce? L’uomo, non nuovo a proteste eclatanti a sfondo politico, avrebbe registrato in un video una sorta di sproloquio offensivo nei riguardi di Sergio Mattarella e del Premier Mario Draghi apostrofandoli in malo modo unitamente ad altre istituzioni dello Stato.
Il ristoratore, in camicia nera, fez e con fasci littori e busti di Mussolini bene in mostra, aveva protestato contro le tasse e le misure sanitarie lasciandosi andare ad espressioni pesantissime, tanto che la Questura aveva disposto la chiusura del locale per due mesi:
”…Ci sono stati dei gruppi che si sono organizzati – aveva esordito Polegato nel video incriminato finito su Telegram e WhatsApp diventando virale – anche armati e penso che adesso è ora di finirla. Bisogna cominciare a tirar fuori i cogl… e le pal… Cominciamo a mettere in galera prima i magistrati, i più grandi delinquenti che ci sono in Italia…Colpi di Stato, hanno fatto di tutto e di più… Sarà il popolo a giustiziarli… Sono collusi, mafiosi, massoni e marionette. Viva l’Italia, viva sua Eccellenza il Cavaliere Benito Mussolini…”.
Il video, che terminava con l’immancabile saluto romano, faceva il giro delle chat e per Polegato iniziavano i guai. Prima la chiusura del locale, poi la denuncia a piede libero ad opera dell’ufficio di Polizia Amministrativa e Sicurezza e della Digos, in base all’articolo 100 del Testo unico delle leggi di Pubblica Sicurezza, per le offese recate alle massime cariche dello Stato. In seguito la condanna.
”…Ho soltanto avvertito lo Stato che ci sono dei gruppi armati, lo sento da camerati miei amici – afferma Polegato in sua difesa – e anche nei social si capisce che presto si passerà dalle parole ai fatti. Quella di ammazzare Draghi/Drago era una metafora. Confermo in toto il mio giudizio poco lusinghiero su Mattarella. Non mi pento nemmeno di quanto affermato sui magistrati: non ne ho mai visto nessuno condannato negli scandali in cui sono stati coinvolti negli ultimi anni. Questi soggetti non pagano mai, paga solo la povera gente…
…In tutta la mia vita, non ho mai usato violenza contro nessuno. Se pensavano che ci fossero accuse così gravi contro di me, dovevano arrestarmi e portarmi subito in carcere, magari per vilipendio al Capo dello Stato o per altri reati. Non chiudere il locale di mia moglie che non ha alcuna colpa… Mi farò la mia galera. Qua c’è il divieto di esprimere un’opinione, ci sono dei criminali che ci governano e noi siamo costretti a chiudere con il caro bollette. A destra e a sinistra sono tutti uguali. Questa è una dittatura, peggio del fascismo. E io non pago, voglio essere arrestato, che vengano a portarmi via con i ferri…”.
Il fedelissimo della marcia su Roma avrebbe fatto ricorso al Tar contro la sentenza di condanna e non sembra affatto preoccupato per la sua sorte. Forse “se ne frega” ma non sarebbe la prima volta che il camerata di Sequals esce fuori dai gangheri. Dopo diverse comparsate nella trasmissione radiofonica La Zanzara dove si beccava anche una torta in faccia, Polegato aveva affisso un cartello sulla porta d’ingresso dei servizi igienici del suo locale con su scritto “sede del Partito Democratico“. Pare che il PD abbia lasciato correre…