La politica agostana molliccia e appiccicosa

Ormai non si parla d’altro e con lo spauracchio dell’astensionismo non c’è candidato che non stia raccattando voti dappertutto. Poi ci sono coalizioni impossibili e vecchi slogan, personaggi trombati che ci ritentano e leader claudicanti in cerca di conferme. Una baraonda che rischia di diventare un governo peggiore di quello precedente.

Roma – La politica è in fermento sia nel centrodestra che nel centrosinistra. Tutti alla ricerca di alleati. Ce né per tutti i gusti: centri variegati, centrini e piccoli orticelli che possono contribuire a rafforzare ogni coalizione, nell’estremo tentativo di raccogliere qualche consenso in più da un elettorato moscio, sconsolato, diffidente e sempre più distratto dalle proprie problematiche sociali e familiari. Insomma un pasticcio di colori e simboli che sembrano più utili ad arricchire la scenografia politica anziché servire ad esaltare il gusto della diversità ideologica con programmi ben definiti che individuino le risorse economiche per attuare i programmi elettorali.

Il populismo è così trasversale da perdere tutto il suo mordente. E non serve ad orientare gli elettori, ormai convinti che andare alle urne non serva proprio ad un fico secco. Tanto non cambia nulla, è la parola d’ordine. Sognare, di contro, è importante come avere una visione di un futuro indispensabile ma unire, all’interno di ogni raggruppamento, orizzonti e storie diametralmente opposte appare un azzardo che si potrebbe anche evitare, soprattutto in prospettiva.

In questo contesto confuso e appiccicoso fa capolino addirittura Ingroia, l’ex magistrato della DDA di Palermo, che prima con “Rivoluzione Civile”, dopo con “Azione” e adesso con “Uniti nella Costituzione” arricchisce il panorama politico-elettorale con gli arcinoti argomenti populisti. La linea d’azione tracciata sembra veramente già scolpita in programmi propinati da anni in altri contenitori ai poveri italiani ormai disillusi, pessimisti e senza una “lira”.

Comunque l’arcinoto refrain è rivolto alla “…Società che soffre e che deve coalizzarsi, organizzarsi, ribellarsi contro questo Palazzo del Potere sempre più distante dai cittadini. Contro ogni forma di mafia e corruzione, per un’Italia più libera e sovrana, finalmente più Giusta e che sappia coniugare Sviluppo, Diritti, Lavoro, Libertà, Progresso e Legalità…”.

Applausi per l’innovativo slogan che sicuramente intercetterà l’interesse di molti i quali, sdraiati sotto l’ombrellone a gustare un gelato, saranno tormentati per raccogliere le firme in un agosto infuocato, dal polpettone indigesto che viene propinato da solitari candidati che cercano un posto in prima fila. In ogni caso, insieme a Ingroia, ci sarà anche il Partito comunista di Marco Rizzo. Ma non solo.

Nel minestrone ideologico c’è anche Francesca Donato l’ex leghista No-vax, prima No-euro vicina a Mario Borghezio. Che cosa ci facciano insieme un ex pm, un ex comunista e una ex leghista populista è un vero mistero. Ma la giostra delle suggestioni continua a girare. Ricordiamo però che Antonio Ingroia non è che abbia avuto grande fortuna con la sua precedente creatura “Rivoluzione Civile” quando, nel 2013, dava il colpo di grazia definitivo a Italia dei Valori di Antonio di Pietro. Ma si sa in molti dimenticano, soprattutto in politica.

Antonio Ingroia

Un fallimento annunciato che però, allora, creò in molti tanta speranza, infranta sugli scogli delle percentuali raccolte che impedirono di entrare in Parlamento. Così mentre Di Maio e Tabacci convolano a nozze felici per l’inverosimile creatura politica partorita, i due sono certi di continuare l’avventura parlamentare basata solo su invettive contro i 5 stelle.

La coalizione entro la quale si è inserito il ministro degli Esteri è proprio quella del Pd, in altri tempi avversato e definito come il “partito di Bibbiano”. Ma si sa le idee cambiano e come questa ne sono cambiate tante altre. Mentre in molti cercano un posto al sole con vista parlamentare, c’è anche chi non intende entrare nell’agone politico.

Nicola Gratteri

Si tratta di Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica di Catanzaro, il quale ha le idee chiare in merito alle opportunità elettorali ed il proprio impegno diretto in politica, tanto da ritenere che “…Oggi la politica è mediazione al ribasso, un compromesso che non permette di fare la rivoluzione e di risolvere i problemi dell’Italia e degli italiani…”. E scusatemi se é poco.

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