Per questa tipologia di inquinamento ad un terzo della popolazione è preclusa la possibilità di vedere in cielo la Via Lattea, la galassia a cui appartiene il nostro sistema solare. Ma la luce artificiale influisce anche sulla salute umana: disturbi del sonno, ansia, depressione, obesità ed alcuni tipi di tumori come quelli al seno ed alla prostata.
Roma – L’inquinamento della luce artificiale è dannoso per la salute. Quando si parla di inquinamento, si pensa subito alla Terra dei Fuochi in Campania o alla spazzatura presente nei mari, alle microplastiche nei ghiacciai o più semplicemente a quella nebbiolina violacea formatasi per le polveri sottili e il biossido d’azoto della Pianura Padana, uno dei luoghi più inquinati d’Europa. Tuttavia esiste un altro tipo di inquinamento, più infido, che dimentichiamo spesso: quello luminoso.
Fino a qualche anno fa era un problema tipico dei territori antropizzati, ora anche per i mari. A tal proposito è stato pubblicato il primo “Atlante globale dell’inquinamento luminoso negli oceani” a cura dei ricercatori dell’Università della California, nell’ambito degli studi sull’impatto che le luci artificiali determinano di notte sugli ecosistemi marini. E’ emerso che ampie fasce marine sono vittime della luce artificiale durante la notte.
E’ un problema che riguarda tutto il Pianeta: non c’è posto al mondo che non abbia subito la presenza umana. Si va dai litorali urbanizzati del Golfo Persico ai vari complessi petroliferi sparsi per gli oceani del mondo. Ovunque il bagliore artificiale è talmente potente da penetrare in profondità in molte acque costiere. L’essere umano, da sempre, agisce come un elefante in una cristalleria: come si muove rompe qualcosa.
Con l’Atlante mondiale della luminosità artificiale, utilizzando dati sull’oceano e sull’atmosfera, incluse le misure di bordo della luce artificiale e dati satellitari raccolti mensilmente dal 1998 al 2017, si è stimato la prevalenza di fitoplancton. Si tratta dell’insieme di microorganismi vegetali che stanno alla base della catena alimentare marina. Inoltre sono stati valutati i sedimenti che disperdono la luce e simulazioni al computer di come le diverse lunghezze d’onda della luce si muovono attraverso l’acqua.
La luce notturna artificiale riesce a giungere in profondità del mare causando un mutamento dei comportamenti degli organismi ivi residenti. Questo processo è stato documentato dalla rivista scientifica Elementa: Science of the Anthropocene.
La varietà delle specie animali marine manifestano una sensibilità diversa all’esposizione delle luci. Per fare una valutazione dell’impatto dell’inquinamento luminoso, i ricercatori si sono concentrati sugli esseri più piccoli, i “copepodi“, che sono simili ai gamberi e costituiscono un aspetto fondamentale di molte reti alimentari oceaniche.
E’ stato appurato che è nel metro d’acqua più prossimo alla superficie che c’è il maggiore impatto della luce artificiale. L’intensità del bagliore provoca una risposta biologica su quasi due milioni di chilometri quadrati e sui suoi abitanti. Proseguendo verso gli abissi marini, l’area interessata si riduce di oltre la metà.
L’inquinamento luminoso non produce danni solo ai pesci ma anche agli uomini. Circa l’80% della popolazione sulla faccia della Terra abita in zone dove la luce artificiale inquina i cieli notturni.
Ad un terzo della popolazione è preclusa la possibilità di vedere in cielo la Via Lattea, ovvero la galassia a cui appartiene il nostro sistema solare, proprio a causa dell’inquinamento. Ma la luce artificiale influisce anche sulla salute umana: disturbi del sonno, depressione, obesità ed alcuni tipi di tumori, ad esempio al seno ed alla prostata.
“…Oh uomo, quando deciderai di mettere da parte la prosopopea, l’ingordigia, la sete di potere, l’onniscienza e l’onnipotenza che ti fanno sentire un dio, che tutto può e tutto decide? Uomo ti stai accorgendo che l’estinzione è vicina?..”.
Paradosso dell’onnipotenza a parte l’essere umano fa “orecchie da mercante” e “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire“. Ed ecco i risultati.