Le indagini procedono con grande impegno da parte degli inquirenti. Le due figlie della vittima invocano giustizia e verità su un caso giudiziario assai complesso e che, probabilmente, vedrà coinvolte altre persone che ben conoscevano Gigi Bici e le sue frequentazioni.
Cura Carpignano – La fisioterapista con il padre ed il marito c’entrano qualcosa con la morte di Gigi Bici? Se ne saprà di più nelle prossime ore ma certamente Barbara Pasetti, 44 anni, la donna che aveva scoperto il cadavere di Gigi Bici vicino il cancello di casa e arrestata ieri dai poliziotti della Mobile pavese, più di qualcosa avrebbe a che fare con la triste vicenda che ha visto per protagonista Luigi Criscuolo, 60 anni, sparito da casa l’8 novembre scorso e poi ritrovato senza vita proprio accanto l’abitazione della professionista indagata formalmente per tentata estorsione in danno della vittima.
In questura sarebbero stati trasferiti anche i due congiunti della donna, su disposizioni dei magistrati inquirenti, e che a vario titolo potrebbero essere coinvolti nella storiaccia che presenta ancora diversi punti oscuri: “Secondo quanto emerso dalle indagini – si legge in un comunicato della Procura – Barbara Pasetti avrebbe fornito un contributo all’occultamento della salma e avrebbe cercato di trarre profitto dalla custodia del cadavere nei pressi della sua abitazione“.
Secondo una prima, parziale ricostruzione degli investigatori, la fisioterapista di Calignano, frazione di Cura Carpignano, al momento in stato di fermo, avrebbe fatto una prima richiesta estorsiva di 390mila euro alla famiglia di Gigi Bici dopo la scomparsa del commerciante napoletano.
A questa prima richiesta pare se ne siano aggiunte almeno altre due sempre ad opera dell’indagata. Il corpo senza vita del commerciante era stato rinvenuto dal figlio della Pasetti mentre giocava a pallone vicino casa. La donna poi avrebbe trovato nella cassetta delle lettere una missiva e lei indirizzata e contenente intimidazioni per la famiglia della vittima:
”…La verità è che gli assassini mi hanno usata come tramite con i familiari di quell’uomo – aveva detto Barbara Pasetti ai cronisti – per questo motivo hanno lasciato quella lettera nella mia cassetta della posta con la fotografia del cadavere…“.
La donna si era lasciata andare a tutta una serie di congetture sulla tragica vicenda che potrebbero aver insospettito gli inquirenti che su Cura Carpignano stavano lavorando da tempo. Massimo riserbo sul seguito dell’inchiesta che riserverà, quasi certamente, altri colpi di scena.