Intimidazioni e attentati per chi rema contro

La criminalità organizzata ha preso piede ormai da anni in tutto il territorio laziale, specie nell’hinterland capitolino. Chi si schiera a favore della legalità non ha vita facile e diventa oggetto di atti intimidatori e minacce. Speriamo che al più presto vengano identificati i balordi del vile attentato incendiario all’auto di Cinzia Fiorato e Francesco Iacovino.

Monterotondo Le ‘ndrine stanno prendendo il sopravvento nel controllo della Città Eterna. I clan mafiosi si dividono le zone dove ormai operano incontrastati. A nord della Capitale ci sono i Bruzzaniti ed i Morabito, che si sono allargati sino a Monterotondo e Morlupo. Al centro la famiglia Alvaro che controlla anche l’Appio e Tor Bella Monaca. Ma non solo. Ci sono anche i Filippone-Bianchino-Petullà di Melicucco che si occupano di droga proveniente dal Sud America sull’asse Torrevecchia, Primavalle, Casalotti, Ottavia fino a Montespaccato e Rieti ed oltre.

L’incendio dell’auto in pieno centro storico a Monterotondo

Dunque non solo Casamonica e Spada ma soprattutto le più pericolose famiglie calabresi hanno conquistato il predominio sulle remunerative attività illegali che erodono sempre di più il substrato sano dell’economia nazionale. Stessa cosa per le zone di Rignano Romano, Castelnuovo di Porto, Tivoli, Guidonia Montecelio, Castel Madama ed altri paesi del circondario tiburtino e salario che sono diventate regno della ‘ndrangheta che controlla tutti i settori devianti: dal pizzo alle estorsioni, dal riciclaggio all’acquisizione di aziende strappate agli imprenditori, dall’usura alla gestione di ristoranti, pub e pizzerie intestate a sodali e prestanome.

E chi rema contro è un nemico giurato di boss e sicari che non tollerano chi si oppone al racket. Cinzia Fiorato, 56 anni, giornalista del Tg1, da sempre è schierata contro la criminalità. In specie contro quella che dilaga nel suo paese di origine, Monterotondo, oltre 40mila abitanti a nord di Roma.

Vigili del Fuoco e carabinieri subito intervenuti in zona

Nella notte fra il 26 e 27 febbraio scorsi ignoti vandali hanno incendiato la Rover dell’avvocato Francesco Iacovino, 66 anni, compagno della giornalista, parcheggiata in piazza della Libertà, in pieno centro storico. Sul posto sono intervenuti i vigili del Fuoco di Montelibretti ed i carabinieri del Nucleo radiomobile della locale Compagnia che indagano sull’episodio:

”…Dopo svariate minacce e attacchi personali la scorsa notte è toccata alla  nostra macchina – ha raccontato la cronista della Rai – la Rover di Enzo, che era parcheggiata in piazza della Libertà, è stata data alle fiamme ed è andata completamente distrutta. Questo è il vero mondo che sta dietro la “movida”…L’incendio doloso è partito dalla nostra Rover, a cui sono state bruciate le gomme. Le fiamme hanno poi avvolto tutta la vettura sino a carbonizzarla. Il fuoco ha danneggiato anche altre due automobili che erano parcheggiate vicino. Oramai il paese è in mano alla malavita e questa gravissima azione intimidatoria e ritorsiva intende sicuramente silenziare la nostra attività di denuncia delle infiltrazioni criminali nella vita notturna della città. Ovviamente noi non ci faremo intimorire, anzi…”.

Cinzia Fiorato

La giornalista, nel giugno del 2021, aveva inviato al sindaco Riccardo Varrone un atto di diffida e messa in mora invocando immediati provvedimenti celeri contro la “malamovidadell’antico insediamento romano. Nell’atto Cinzia Morato chiedeva anche l’intervento del Prefetto, del Questore, dell’ARPA, del comando di Polizia Locale e della ASL.

Nell’esposto di più di 20 pagine si preannunciava al primo cittadino una causa per risarcimento danni, poi avviata davanti al Tar e al tribunale di Tivoli, nel caso di inerzia del civico consesso e degli organi preposti ad adottare i necessari provvedimenti a tutela dell’ordine pubblico, della quiete nonché del patrimonio pubblico e privato. Nel 2015 la stessa giornalista aveva ottenuto, sempre con un esposto, l’intervento della Prefettura capitolina che intimava al Comune di eliminare lo stato di degrado.

Salvatore Calleri, presidente fondazione antimafia Antonino Caponnetto

Grazie a quella denuncia l’allora primo cittadino, Mauro Alessandri, approvava un regolamento per la vendita e l’asporto di bevande tuttora vigente ma che sarebbe disatteso:

“…Dalla parte della collega Cinzia Fiorato e dell’avvocato Iacovino – ha scritto su Twitter Giuseppe Giulietti, presidente della Fnsi ‘avvertiti’ con una bomba contro l’auto, accendere i riflettori sui covi e sanzionare gli aggressori con rigore e tempestività…“. Con la giornalista del Tg1 anche la fondazione antimafia Antonino Caponnetto:”…Esprimiamo preoccupazione per il vile attentato – ha aggiunto il presidente Salvatore Calleri – da tempo l’avvocato Iacovino e la compagna Fiorato denunciano pubblicamente degrado e traffici illeciti. La risposta alle denunce non si è fatta attendere. Si faccia piena luce su quanto accaduto identificando al più presto responsabili e mandanti…”.

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