Devono fa' entrà organizzazioni forti a Roma – dice Guido Casamonica intercettato – Diamo fastidio perché proteggiamo Roma ecco perché ci devono distruggere! La camorra e la 'ndrangheta. Noi proteggemo Roma! Devono fa entrà i napoletani e i calabresi che magnano. Je da fastidio perché noi proteggemo Roma…
Roma – Più di 150 uomini della polizia di Stato del Servizio Centrale Operativo, della squadra Mobile di Roma e del commissariato di PS “Romanina” sono intervenuti per dare seguito all’ordinanza applicativa emessa dal Gip del tribunale di Roma, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di appartenenti al “clan Casamonica”.
L’operazione, denominata “Noi proteggiamo Roma”, ha portato all’arresto di 20 persone (15 in carcere e 5 ai domiciliari). Contemporaneamente all’esecuzione delle ordinanze è stata data esecuzione al decreto di sequestro di beni ai fini della confisca emesso dal tribunale di Roma per un valore di circa 20 milioni di euro. Le intercettazioni, iniziate in seguito agli arresti del 2018, hanno dato la possibilità agli inquirenti di allargare il campo di ricerca:
“…Devono fare entrare organizzazioni forti a Roma – dice Guido Casamonica nelle registrazioni -Diamo fastidio perché proteggiamo Roma ecco perché ci devono distruggere! La camorra e la ‘ndrangheta. Noi proteggemo Roma! Devono fa entrà i napoletani e i calabresi che mangiano. Je da fastidio perché noi proteggemo Roma…”.
Agli arrestati vengono contestati i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, usura, estorsione, esercizio abusivo dell’attività finanziaria e intestazione fittizia di beni.
“…La vicenda – sostiene il Gip Zsuzsa Mendola – relativa al funerale di Casamonica Vittorio, ha ulteriormente messo in luce l’esistenza di una vera e propria associazione mafiosa di tipo ‘orizzontale’, la cui forza è dettata dall’appartenenza alla famiglia Casamonica…”.
Ironia della sorte tutto avviene proprio nel giorno in cui viene scarcerato dopo quasi sei anni di detenzione Massimo Carminati, detto “Er Cecato”. Lo ha deciso il tribunale del Riesame per decorrenza dei termini. Un altro personaggio di spicco della mala romana che torna in pista.
“…È un risultato straordinario – ha dichiarato il procuratore capo di Roma Michele Prestipino – che attraverso gli arresti e i sequestri dei beni accumulati illecitamente dimostra l’azione costante della Procura e della polizia nel contrasto ai clan. Privare della ricchezza significa depauperare le organizzazioni della loro forza criminale. Quello di oggi è un provvedimento che porta la firma congiunta del procuratore e del questore…”.
A rendere omaggio all’operazione è intervenuto anche il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. “…La capacità investigativa – ha dichiarato il ministro – e l’impegno senza sosta dei poliziotti del Servizio centrale operativo e della squadra mobile della Questura di Roma hanno permesso l’arresto di appartenenti al sodalizio criminale dediti all’attività di usura ed all’acquisizione, diretta o indiretta, della gestione e del controllo di attività economiche in diversi settori…”.