Iniziano le danze in Camera e Senato

Al via l’attività parlamentare con i nuovi eletti che, dopo il giuramento e le formalità di rito, siederanno per la prima volta sulle poltrone ottenute con il consenso degli italiani. Stessa cosa vale per gli onorevoli di lungo corso, alcuni dei quali siederanno dietro gli scranni dopo decenni di attività politica. Poi sarà la volta del Governo con a capo Giorgia Meloni.

Roma – Il nuovo Parlamento aprirà i battenti il 13 ottobre. A presiedere la prima seduta del Senato sarà Liliana Segre, a meno di una indisponibilità della senatrice a vita, in quanto secondo membro più anziano del consesso parlamentare. Il primo, infatti, è Giorgio Napolitano, il quale non può farlo per via delle sue condizioni di salute. A presiedere, invece, la prima seduta della Camera sarà Ettore Rosato, come vicepresidente più anziano per elezione. In ogni caso finché non verrà nominato il nuovo governo rimane in carica quello di Draghi, dimissionario, per gestire gli affari correnti.

Al via il nuovo Parlamento

Lunedì 10 ottobre, i nuovi parlamentari verranno accolti dal personale della Camera e del Senato per il disbrigo delle procedure burocratiche con le quali entrano nella disponibilità del loro nuovo status, sia per quanto riguarda la parte economica, sia per i documenti e i tesserini necessari all’accesso a tutti i servizi. Come primo atto i nuovi onorevoli dovranno eleggere i presidenti di Camera e Senato, per poi procedere all’elezione di quattro vicepresidenti, tre questori e di otto segretari che costituiscono l’Ufficio di Presidenza. Entro due giorni dalla prima seduta i deputati devono dichiarare al segretario generale della Camera a quale gruppo appartengono, mentre al Senato i giorni a disposizione sono tre. E qui potrebbero già fare capolino i primi voltagabbana.

Poi dopo la convocazione degli eletti si formeranno i gruppi parlamentari, a seguire avviene l’elezione dei presidenti della Camera e del Senato. Subito dopo si avviano le consultazioni davanti al Presidente della Repubblica. Quello delle consultazioni è un meccanismo fondamentale, disciplinato dalla Costituzione, che viene attivato dopo ogni elezione politica e ogni volta che si ufficializza una crisi che porta alle dimissioni del governo in carica.

È nota anche come la “fase preparatoria” della formazione del governo. In genere il Capo dello Stato riceve per primi i presidenti delle Camere e poi le delegazioni politiche. Queste ultime sono formate dai capi dei gruppi parlamentari, dai rappresentanti delle coalizioni e dai leader dei partiti. Gli incontri proseguono finché non si trova una maggioranza. Se le consultazioni non appaiono significative, il presidente della Repubblica procede con l’assegnazione di un mandato esplorativo, in genere dato a uno dei presidenti del Parlamento, per indagare tra le coalizioni se ci sono i margini per formare una maggioranza. Alle ultime politiche del 2018 sono serviti ben ottanta giorni per arrivarne alla formazione del 1 governo.

Dopo aver verificato la presenza di una maggioranza, il Capo dello Stato convocherà chi viene indicato dalle forze politiche come in grado di ottenere la fiducia e diventare premier, per conferirgli l’incarico di formare il governo. Poi il possibile nuovo presidente del Consiglio potrà decidere se accettare subito o “con riserva”. In caso positivo il presidente designato può formare il governo e presentare la lista dei ministri a Sergio Mattarella. Seguirà il giuramento del premier e dei ministri e subito dopo il passaggio di consegne, la cosiddetta “cerimonia del campanello”.

Infine, il premier andrà alle camere per ottenere la fiducia e, una volta ottenuto il voto favorevole, entrerà ufficialmente in carica. Giorgia Meloni, premier in pectore, da subito si è messa al lavoro per presentare con immediatezza, dopo l’incarico del Presidente Mattarella, i membri del nuovo governo, anche se si lavora già per immaginare i possibili sottosegretari e vice ministri. Il centrosinistra, invece, fino adesso in ordine sparpagliato affronta la nuova legislatura dall’opposizione.

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