Sembra che il furto di limoni sia stato definitivamente archiviato come movente del duplice delitto. Il presunto assassino parla di aggressioni e minacce ai fini di cedere la sua proprietà ai due cugini. Sono ancora in corso attività investigative per chiarire che cosa ci facessero le vittime in casa dell’agricoltore e se ci siano stati o meno complici da una parte e dall’altra.
Acireale – Rimane in carcere Giuseppe Battiato, 72 anni, accusato dell’omicidio dei due cugini Vito Cunsolo, 29 anni, e Virgilio Christian Cunsolo, di 30, ammazzati con tre colpi di pistola nelle notte dello scorso 22 giugno. Il Gip etneo ha convalidato il fermo emesso nei confronti del proprietario del casolare e del limoneto di Piano d’Api, frazione di Acireale, dove sono stati ritrovati i cadaveri dei due parenti.
L’anziano agricoltore, reo confesso, avrebbe raccontato agli inquirenti di aver sparato con una pistola Browning 7,65, detenuta legalmente, che teneva sotto il cuscino per paura di aggressioni o furti ancora in corso di accertamento. I proiettili pare siano stati esplosi quando i due cugini sarebbero entrati nel piccolo casolare di via Roccamena intorno alle 3 di notte, sempre secondo le dichiarazioni dell’indagato.
Ai carabinieri di Acireale, che conducono le indagini coordinate dal Pm Michela Maresca della Procura etnea, l’uomo avrebbe raccontato di presunte, reiterate minacce che perduravano da mesi di concerto “all’invito” di lasciare il casolare e cedere il terreno alle due vittime.
Dopo aver sparato ai due giovani ad altezza d’uomo Battiato avrebbe caricato i due corpi senza vita su una carriola e con questa li avrebbe trasportati in un terreno coltivato poco distante, laddove poi venivano rinvenuti, coperti da un telone, unitamente all’arma del delitto ed al telefonino di una delle due vittime, nascosti sotto una palma nana.
I parenti delle vittime, non vedendo rientrare i due giovani, si mettevano in allarme e riuscivano, forse grazie ad un informatore, a scoprire la località dove cercare i due giovani scomparsi che di fatto rinvenivano cadaveri.
Gli inquirenti hanno proseguito le indagini per controllare anche gli spostamenti dei due Cunsolo durante il giorno del delitto, ovvero dalla mattina del 22 giugno sino a poco prima del duplice omicidio. Vito Cunsolo, detto Lupin, con qualche precedente per reati contro il patrimonio, aveva subito un grave lutto familiare nel 2012.
Il fratello Giuseppe, infatti, sarebbe morto in circostanze poco chiare ancora giovanissimo. Virgilio Christian Cunsolo invece sarebbe stato incensurato. Entrambi abitanti al Villaggio Sant’Agata, popoloso quartiere di Catania, i due cugini sarebbero giunti a Piano d’Api, frazione di Acireale, forse con una terza persona. La stessa che potrebbe aver fornito ai genitori dei due giovani le indicazioni per ritrovarli da morti, atteso il loro mancato rientro a casa.
Una volta entrati da un varco nel terreno di Battiato, Vito e Virgilio Christian si sarebbero diretti verso il casolare dove il proprietario conservava una moltitudine di oggetti come usano fare gli accumulatori seriali. Sentiti alcuni rumori e la presenza dei due giovani all’interno dell’abitazione di campagna il contadino avrebbe sparato in direzione dei due uomini che spiravano sul colpo:
”…Battiato non ha saputo spiegare il perché avrebbe trasportato e coperto le due vittime con un telone – spiega il suo difensore, l’avvocato Pierelisa Motta – nella considerazione del turbamento successivo all’omicidio da parte di un uomo che non è abituato ad avere a che fare con la giustizia…”.
Probabilmente anche Battiato non era solo e le indagini chiariranno se, a sua volta, l’agricoltore abbia avuto o meno l’aiuto di un complice. Di furto di limoni, assai improbabile considerata al stagione e non solo, ne avrebbero parlato esclusivamente i parenti delle due vittime che poi avrebbero indicato ai carabinieri il luogo del ritrovamento.
Dunque quale sarebbe il movente reale che avrebbe portato Battiato a sparare ai due cugini? Qualcosa legato alla consistente somma di denaro che sarebbe stata rinvenuta dentro il casolare? Perché i due giovani si sarebbero dovuti impossessare del terreno del presunto assassino?
Questi ed altri quesiti verranno chiariti nel corso delle verifiche investigative mentre il legale dell’indagato valuterà se appellare o meno il provvedimento restrittivo del Gip davanti al tribunale del Riesame. Una volta eseguita l’autopsia sulle due salme, da parte del medico legale Cristoforo Pomara, che servirà a chiarire ulteriormente la dinamica del duplice omicidio, le famiglie celebreranno i funerali dei loro congiunti.