Gli hanno chiuso la bocca per uno sgarro

La provincia di Foggia sta diventando terra di nessuno tanto da fare percepire ai cittadini un senso di insicurezza e disagio. Subito dopo l’ennesimo fatto di sangue è intervenuto anche il presidente della Regione, Michele Emiliano, che chiede a Roma interventi maggiori per l’ordine e la sicurezza pubblica.

Lesina – Sei colpi di pistola per il parcheggiatore abusivo ovvero un’esecuzione in piena regola. Almeno cosi è parso l’agguato mortale a Maurizio Cologno, pregiudicato di 52 anni, colpito da una scarica di proiettili il 13 agosto scorso, intorno a mezzogiorno, mentre parlava con una persona in prossimità di un lido balneare di Marina di Lesina, frazione dell’omonimo Comune. La vittima, che a detta degli inquirenti non risulta inserita in alcun clan mafioso locale, era tornata in libertà da qualche mese dopo aver scontato una condanna per cumulo di pene ai domiciliari.

Il cadavere del pregiudicato riverso per terra

L’uomo era conosciuto per il suo carattere irascibile e per l’uso frequente delle mani. Nel 2013 aveva fatto irruzione all’interno del municipio di San Severo, dove era residente, pretendendo di parlare con il sindaco per chiedergli l’assunzione presso una cooperativa di guarda-macchine. Nel 2014 era stato arrestato per stalking in danno della sua ex compagna che lo aveva lasciato perché geloso e violento. Nel novembre dello stesso anno Cologno, già sorvegliato speciale, veniva arrestato perché aveva minacciato due carabinieri.

Insomma un uomo che ce l’aveva con il mondo ma che, probabilmente, avrebbe fatto uno sgarro a qualcuno attese le modalità della sua morte che, solitamente, si riservano a chi ha violato certe regole. I due sicari, infatti, sarebbero giunti in prossimità del luogo dell’agguato, sul lungomare di Marina di Lesina, a bordo di un’auto e uno di loro, incappucciato, sarebbe sceso impugnando una pistola.

Avvicinatosi al proprio obiettivo avrebbe fatto fuoco a distanza ravvicinata senza dare scampo al posteggiatore che stramazzava al suolo in un lago di sangue. Inutili i soccorsi giunti qualche minuto più tardi: l’uomo era già morto e giaceva accanto al suo monopattino.

I carabinieri sulla scena del crimine

Da una prima ricognizione cadaverica eseguita dal medico legale pare che non tutti i proiettili abbiamo raggiunto la vittima, sembra che due di questi abbiano raggiunto e forato la carrozzeria di una vettura in sosta. I numerosi bagnanti, fra cui i clienti del lido adiacente il luogo della sparatoria, avrebbero udito il rumore delle esplosioni ma non avrebbero compreso la tragedia che si stava consumando. Le attività investigative dei carabinieri mirano ad identificare i due killer che, subito dopo l’omicidio, avrebbero fatto perdere le proprie tracce.

I militari stanno raccogliendo ogni informazione anche da parte di possibili testimoni tentando, nel contempo, di acquisire eventuali video di telecamere stradali che potrebbero aver ripreso sia l’arrivo che la fuga degli assassini. Gli investigatori dell’Arma, coordinati dalla Procura di Foggia, hanno effettuato anche una dozzina di accertamenti tramite esame dello stub (già conosciuto come guanto di paraffina è la versione moderna di una verifica scientifica che rivela la presenza di polvere da sparo su pelle e indumenti) e perquisizioni a carico di pregiudicati locali.

Primiano Di Mauro

Il fatto di sangue aggrava ancora di più il senso di insicurezza percepito dai cittadini tanto che il sindaco del Comune tarantino, Primiano Di Mauro, aveva richiesto rinforzi sia alla Prefettura che al Comando provinciale dei carabinieri:

”… La risposta è stata rapida – ha detto il primo cittadino di Lesina – come incisiva è stata la richiesta di intervento. Ci hanno confermato che le località saranno maggiormente attenzionate, a settembre parleremo anche di un presidio diverso. Questa non può più essere terra di nessuno…”.

Michele Emiliano

Sulla stessa lunghezza d’onda del rappresentante dell’ente locale le dichiarazioni di Michele Emiliano, magistrato, presidente della Regione Puglia:

”…Un altro efferato omicidio consumato davanti ad una spiaggia gremita di turisti – ha aggiunto il governatore – sono anni che chiedo ai Ministri dell’interno succedutisi nel tempo di prendere molto sul serio ciò che accade nella provincia di Foggia, come negli ultimi venti anni è avvenuto per le altre province pugliesi. Ma ogni volta siamo nuovamente qui a commentare un efferato e spettacolare omicidio perpetrato con modalità mafiose per intimidire e indurre all’omertà la nostra comunità, per poterla più facilmente assoggettare utilizzando la forza di intimidazione che deriva dal vincolo associativo criminale. La misura è colma. Non ne possiamo più. Foggia e la sua provincia non hanno più pazienza…”.

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