Spetta al presidente della Repubblica chiamare a sé il nuovo Premier. Gli italiani che hanno votato a destra si aspettano che la Meloni diventi presidente del Consiglio. Se cosi non sarà iniziano i guai ma il vero cambiamento può indurre a scelte coraggiose e, alla fine, più che meritate.
Roma – Ieri fino alle ore 23,00 i seggi sono rimasti aperti per consentire a tutti di andare a votare, ma non c’è stato quel boom di elettori che si sperava andasse contro tendenza. Le operazioni sono state più lente a causa della scheda elettorale col tagliando antifrode. Purtroppo appena un terzo degli elettori era a conoscenza del nome di un candidato nel collegio uninominale in cui si doveva votare.
La conseguenza, già ipotizzata e facile da immaginare, è stata quella che il 66% degli italiani non aveva idea di chi fossero i candidati alla Camera o al Senato nel proprio collegio elettorale e il grave problema ha determinato una disaffezione ed un disinteresse di notevoli proporzioni. Tanto da incrementare l’astensione rispetto alle politiche del 2018. Quasi tutti i partiti che si sono presentati hanno avuto, negli anni, responsabilità di governo, però il programma di ogni formazione politica è come se fosse stato predisposto per il primo battesimo elettorale con falso candore e spirito innovativo.
Questo enorme limite è stato percepito dagli elettori, i quali hanno anche valutato la coerenza dell’impegno e l’eterno libro dei sogni, fatto di programmi e idee che mai si potranno realizzare salvo che ogni partito raggiunga consensi plebiscitari. E neanche in quel caso sarebbe semplice allineare i programmi con le risorse economiche da individuare a copertura delle riforme. Altri partiti che, invece, si sono presentati per la prima volta, non hanno sfondato. In ogni caso ormai le scelte sono state fatte ed i risultati sono sotto glòi occhi di tutti.
Quest’anno per la prima volta c’è stata una novità, introdotta con la legge costituzionale dell’ottobre 2021, dei diciottenni che hanno potuto votare per il Senato. Nelle precedenti elezioni, infatti, votarono per il Senato solo gli over 25. Più di 50 milioni di italiani hanno avuto la possibilità di votare per rinnovare la Camera dei Deputati, a cui saranno assegnati 400 seggi, nonché per il Senato con i suoi 200 seggi.
È la prima elezione, comunque, dopo il taglio dei parlamentari deciso con la legge del gennaio 2020. Gli exit poll sono stati il vero antipasto elettorale che è stato fornito da tutti i mass media, prima del risultato definitivo. Le indicazioni rilasciate già nelle prime ore di oggi davano centrodestra come forza di maggioranza nel Paese. Poi la conferma e, dopo Fratelli d’Italia, di seguito tutti gli altri.
Il centrosinistra non arriva al 27%: il Pd è sotto il 20%. Alleanza Verdi e Sinistra supera la soglia del 3%, +Europa e Impegno Civico di Luigi Di Maio non arrivano neppure all’1%. Bene il Movimento 5 Stelle, anche in Sicilia, che si trova intorno al 15%. Azione-Italia Viva si ferma sotto l’8%. Altri piccoli partiti come Unione Popolare di De Magistris rimangono fuori dal Parlamento. Fa riflettere il dato dell’affluenza, al 63,95%, al minimo storico.
Una volta che si saranno stabilizzati i risultati Giorgia Meloni inaugurerà una nuova stagione di responsabilità alla guida del Paese, se Sergio Mattarella riterrà opportuno conferire l’incarico di Presidente del Consiglio alla leader della destra che lo meriterebbe appieno, considerati i consensi ottenuti.