Elezioni 2022 – La battaglia dei seggi sicuri

Con la riduzione dei parlamentari la battaglia si fa più agguerrita. E più sporca. C’è chi è blindato e verrà eletto, e c’é chi rischia il deretano in collegi dove ottenere un voto è un’impresa. Ma il bello deve ancora venire.

Roma – Per la composizione delle liste, nelle elezioni politiche, si sta consumando un bagno di sangue nei partiti con esclusioni eccellenti e new entry con nomi altisonanti ma deboli elettoralmente. Virologi, sportivi, imprenditori, economisti e professionisti che servono per rilanciare il “brand” del partito di riferimento. Soprattutto nel Pd. Tant’è che molti vengono relegati in collegi claudicanti e per questo motivo rinunciano ed altri che, invece, vengono blindati in zona sicurezza. E’ il gioco delle parti.

Monica Cirinna si presenta in un collegio tutt’altro che blindato. Il Pd ha inteso emarginarla?

Meglio il risultato del pasticcio politico che in Parlamento è stato fatto con la riduzione di deputati e senatori e la mancata riforma elettorale. Nessuna visione o tanta premeditazione, per potere consumare con lucida freddezza vendette e creare una pattuglia di parlamentari uniti solo dal “vincolo di subordinazione” al leader ed al partito di appartenenza. Niente di nuovo, si potrebbe obiettare, nessuno stupore, dunque, ma solo ordinaria amministrazione.

Se ci fosse stato, però, il proporzionale puro la competizione sarebbe stata diversa e più esaltante. I paracaduti elettorali servono solo ad assicurare il “premio fedeltà”. Soltanto nei nuovi e più recenti simboli si trovano candidati magari meno conosciuti ma maggiormente motivati nel rinnovare la politica con la forza degli ideali ormai divenuti desueti. In queste ultime sigle, però, questo potrà avvenire perché c’è meno folla di candidati, per lo più testimoni ritenuti veri “don Chisciotte” alla ricerca di una più forte identità. In ogni caso e nonostante la paura dell’astensionismo c’è chi invoca, ancora, il voto utile.

Termine che risulta incomprensibile al cittadino di normale equilibrio ed intelligenza visti i risultati politicamente fallimentari, almeno nelle alleanze di questa legislatura in cui vi sono stati tutti i tipi di compromessi, contratti, alchimie e speranze gettate nel vuoto di un parlamento sordo al grido di sofferenza degli italiani. Ormai parlare di nuove leggi e riforme, dopo tante promesse, ha il sapore di un polpettone insipido già gustato in precedenza. Solo in pochi potranno affermare di avere tentato di riformare il sistema vigente, senza troppi panni caldi.

Certamente la pandemia e la guerra russa contro l’Ucraina hanno determinato uno shock economico e sociale importante. Ma se non vi fossero stati questi due eventi imprevisti è anche vero che non si sarebbero creati i presupposti, a livello europeo, del Piano Nazionale di ripresa e resilienza con le obbligatorie riforme da adottare per pensare ad un rilancio in grande stile. Insomma, una opportunità che ancora tutti speriamo possa andare in porto. Vedremo. Intanto Giulio Tremonti affonda il coltello nella piaga della sinistra, affermando che “la sinistra ha ingannato e tradito proprio gli ultimi. Si guardi il caso italiano.

La precarizzazione del mercato del lavoro, per esempio afferma l’economista, è stata introdotta in Italia da D’Alema. L’intramoenia, che ha distrutto la sanità pubblica a favore della costosa sanità privata, è stato un gentile omaggio portato della signora Bindi. L’abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori è stata perpetrata da Renzi, quale segretario del Pd. E si potrebbe continuare, in quanto la lista è lunga.

Insomma, gli attacchi più devastanti ai “poveri” e agli “ultimi” sono venuti proprio da quella sinistra che, a parole, dice di difenderli. Ma ormai, conclude l’ex Ministro, il giochetto è stato scoperto e la gente ha preso coscienza sebbene resistano sacche di nostalgici sui quali agisce la macchina della propaganda di Speranza e company”.

Giulio Tremonti

Un attacco, quello di Tremonti, che potremmo definire “normale” in periodo elettorale, ma che non fa giustizia delle nefandezze perpetrate nel tempo da un centrodestra orientato, oltre un decennio addietro, a lotte di sopravvivenza personale, politica ed imprenditoriale. Così come la magistratura, come almeno si è scoperto dalle indagini, è stata la canna fumante di alcuni partiti ed interessi di categoria. Un quadro desolante il cui puzzle aspetta che venga riordinato dall’elettore.

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