Un binomio perfetto per la nostra asfittica economia in piena pandemia. Si potrebbe ripartire dall’ultimo rapporto L’ITALIA DELLE QUALITA’ AGRO-TERRITORIALI per rivedere la luce.
Quando il maledetto virus avrà finito di seminare morte fisica e annichilimento economico, ci dovrà pur essere un day after! In questo caso dovremo ripensare al territorio ed al made in Italy senza ulteriori indugi. Perché è su di essi che si vince in competitività. E’ sul binomio ecologia/turismo che l’Italia può rinascere e sfidare la concorrenza della globalizzazione. Il Trentino Alto Adige è leader nell’agriturismo, l’Abruzzo per i parchi e le aree protette, il Lazio per i comuni liberi da Ogm, la Sardegna per le coltivazioni biologiche e la Valle d’Aosta per i prodotti tipici. Beninteso: tutte le altre regioni non scherzano.
Questa è la cartina delle qualità agro-territoriali emerse dall’ultimo rapporto L’ITALIA DELLE QUALITA’ AGRO-TERRITORIALI, a cura di Federparchi, Legambiente e Compagnia dei Parchi, svoltosi nel 2017 con dati riferiti al 2015.
E’ stata un’occasione per riscoprire luoghi e territori che hanno uno straordinario ed inestimabile patrimonio di natura e cultura. Una possibilità concreta non solo di conservazione naturale, ma anche di riscatto culturale e di sviluppo economico-sociale di aree segnate da secoli di marginalità e spopolamento.
I piccoli comuni rappresentano il forziere delle ricchezze del Bel Paese: il 94% dei 5824 piccoli comuni (9 su 10) sono luoghi di produzione di almeno un prodotto Dop (denominazione d’origine protetta) ed il 34% (1 su 3) ne vanta più di cinque. L’Italia è al primo posto in Europa per la produzione di prodotti tipici, con 149 prodotti a marchio Dop e Igp (indicazione geografica protetta) su 678 prodotti comunitari ed il primo paese per le produzioni biologiche, con 1.162.212 ettari (il 7% della superficie agricola coltivata in Italia) dove si produce senza ricorrere alla chimica.
Inoltre, sono numerose le regioni italiane che hanno scelto di bandire il transgenico, in linea con le altre regioni europee che desiderano poter determinare la propria politica sull’agricoltura, la produzione e vendita di cibo e sulla protezione dell’ambiente.
I prodotti a denominazione d’origine (parmigiano reggiano, prosciutto di parma, mozzarella di bufala campana, solo per citarne alcuni) sono in grado di sviluppare un fatturato di 8,5 milioni di euro. Il turismo ecologico movimenta 5 miliardi di euro con 5,7 milioni di presenze ogni anno in 12.600 aziende agrituristiche. Le mete enogastronomiche sono state scelte da 3,5 milioni di turisti: una realtà economica notevole, espressione tipica del territorio e di competitività per l’intero sistema-paese. L’Italia ha bisogno di qualità per creare nuovo sviluppo e valorizzare il legame col territorio, in un sistema integrato che coinvolga tutti gli aspetti della filiera produttiva: dall’agricoltura all’artigianato, fino alla pastorizia e al turismo in senso stretto. In una stretta connessione con le risorse storiche, archeologiche, culturali e ambientali, di cui il nostro territorio è ricchissimo.
Scommettere sulla creatività, ricerca, gusto e tradizioni che hanno reso in nostro made in Italy celebre in tutto il mondo è non solo la carta vincente per acquisire uno spazio nell’economia globalizzata, ma anche un modo per difendere la qualità della vita.
Un modello di sviluppo sostenibile basato su un approccio culturale che esalti più l’aspetto slow che fast non solo dei sapori e degli ingredienti enogastronomici, ma anche delle tradizioni, della vita stessa e dei rapporti economico/sociali. Al fine di realizzare un’economia solidale, meno selvaggia di quella attuale, un’economia altra che non metta il profitto e lo sfruttamento delle risorse naturali al primo posto. Un percorso di questo tipo deve essere guidato da un Progetto Politico che miri all’interesse Pubblico e da uno sviluppo adeguato delle nuove tecnologie. Si intende: trasporti, soccorso, sicurezza, sanità, welfare, comunicazioni, wi-fi diffuso. Solo in questo modo si potrà dire di aver visto la luce dopo il buio della pandemia!…