CHE COSA AVEVA SCOPERTO ANGELO PEGAN?

Forse una colossale truffa telematica alla base della sparizione dell’uomo che si sarebbe innamorato di una donna albanese presumibilmente implicata nella strana scomparsa e complice dell’organizzazione criminale.

FANO (Pesaro-Urbino) – Che fine ha fatto Ivan Angelo Pegan? Lupara bianca o sparizione volontaria? Sino ad oggi nessuna notizia del 43enne di Fano, in provincia di Pesaro e Urbino, scomparso a Tirana, in Albania, il 16 giugno del 2013. Da allora l’uomo sembra sparito nel nulla ma il mistero di questa scomparsa anomala rimane assieme ad alcuni elementi che farebbero pensare più ad una tragedia che ad un evento da addebitare alla propria volontà. Ivan angelo Pegan, nel febbraio del 2013, aveva conosciuto in chat una certa Alba, di religione musulmana e residente a Tirana, con cui era nata una relazione sentimentale, inizialmente solo virtuale.

Ivan Angelo e Alba (reso noto solo il nome).

Con il trascorrere del tempo gli incontri telematici fra i due si erano fatti sempre più assidui tanto che l’uomo aveva deciso di incontrare quella che riteneva fosse diventata la donna della sua vita con cui costruirsi una famiglia. Ivan Angelo si imbarcava dal porto di Ancona, con destinazione Durazzo, il 15 giugno 2013 comunicando ai familiari che sarebbe ritornato per il matrimonio della cugina fissato per il successivo 23 giugno. L’uomo si dirigeva verso il porto e parcheggiava nell’area di sosta antistante lo scalo navale la sua Opel Agila di colore giallo, che verrà ritrovata regolarmente chiusa e senza nulla di importante nell’abitacolo. L’uomo giungeva a Durazzo e da qui si recava a Tirana dove sarebbe rimasto 5 giorni.

L’auto Opel Agila dello scomparso che pare non contenesse nulla di importante dopo il ritrovamento nell’area di parcheggio del porto di Ancona dove pare che la locale procura abbia aperto un fascicolo per omicidio volontario a carico di ignoti per la presunta morte del 43enne di Fano.

I due, verosimilmente, si sarebbero incontrati ma Ivan rimaneva assai turbato dall’iniziale comportamento di Alba che non sembrava la stessa amorevole e premurosa ragazza della chat. La giovane, infatti, avrebbe trattato Ivan con sufficienza e in maniera frettolosa tanto da fargli sospettare che la stessa Alba avesse qualcosa da nascondergli. Di contro l’uomo sarebbe tornato in Italia assai turbato, pensieroso e preoccupato. Forse Ivan aveva scoperto qualcosa di brutto che aveva a che fare con la sua fidanzata tanto che alcuni giorni dopo decideva di ritornare a Tirana forse per chiarire la situazione o per tentare di sottrarre la donna ad un’organizzazione criminale dedita alle truffe informatiche di cui aveva avuto poche e sommarie informazioni. L’uomo avrebbe effettivamente raggiunto Tirana, per la seconda volta, dove avrebbe incontrato di nuovo Alba. Alcuni giorni più tardi sarebbe stata la stessa Alba ad avvisare la famiglia di Ivan della sua scomparsa. A questo punto Barbara Pegan, sorella di Ivan tentava di mettersi in contatto con il fratello ma il telefonino dell’impiegato risultava spento. Dopo ripetuti quanto inutili tentativi di rintracciare Ivan al suo cellulare e tramite mail la famiglia sporgeva denuncia di scomparsa ai carabinieri di Fano.

Uno dei giornali albanesi che si è occupato della vicenda senza dare particolare rilievo alla sparizione ancora avvolta nel mistero.

Nessuna novità per Ivan Angelo Pegan sino al giugno del 2014 quando le autorità di polizia albanesi avrebbero recapitato alla famiglia uno dei tre bagagli personali dell’uomo contenenti macchina fotografica e Pc sprovvisto dell’hard disk. Chi aveva sottratto il disco rigido dal computer di Ivan? E perché? Subito dopo le autorità albanesi, sollecitate dalla famiglia Pegan e dall’Associazione Penelope, informavano i congiunti di Ivan del suo rientro ufficiale in Italia fissato per il il 23 giugno 2013 con un viaggio Durazzo-Bari. L’uomo, però, non si sarebbe mai imbarcato sul piroscafo tanto da non figurare sull’elenco passeggeri di nessuna nave in rotta tra i due porti. Dunque perché rispondere agli appelli con un presunto documento falso? Che cosa aveva scoperto Ivan di tanto importante e pericoloso? Alba è stata mai indagata per la scomparsa del suo presunto fidanzato? Sul caso presentava un’interpellanza parlamentare l’onorevole Lara Ricciatti che, il 30 ottobre del 2014, chiedeva numi all’allora ministro dell’Interno Angelino Alfano senza ricevere risposta.

on. Lara Ricciatti del Sel.

Ad avvalorare i sospetti di un presunto omicidio una mail scritta dall’uomo che sarebbe stata ritrovata dai familiari nella corrispondenza elettronica inviata alla donna albanese:

”…Sei stata brava, ma alla fine ho capito… La fotocopia del passaporto che mi hai chiesto… Sicuramente miravi a un fattore economico. Tra le persone che ho conosciuto nella mia vita sei stata la più crudele e falsa… Anche tua madre lo sa che sei lì a rovinare la gente. Vergognati ogni volta che truffi qualcuno conoscendolo su internet, sei solo una criminale informatica ed affettiva…”.

Le autorità albanesi avevano promesso alla famiglia l’apertura di un fascicolo per omicidio a carico d’ignoti ma di quell’inchiesta non si mai saputo nulla. Stessa cosa per l’accettazione della rogatoria internazionale richiesta dai legali dell’associazione Penelope. Anche quell’atto giudiziario sarebbe rimasto lettera morta. Com’è accaduto altre volte proprio con l’Albania dove polizia e magistratura se la prendono fin troppo comoda quando hanno a che fare con questioni che ci riguardano.

Barbara Pegan sorella dello scomparso:”… Sono ormai cinque anni che non abbiamo alcuna notizia di Ivan, le autorità albanesi non ci hanno dato alcuna risposta – dice Barbara – perché il ministero degli interni non ha mai risposto alla nostra interrogazione parlamentare sulla scomparsa? Cosa hanno fatto e intendono fare la Farnesina e l’ufficio Interforze di polizia italiana a Tirana? A cinque anni dalla scomparsa siamo davanti a un muro di gomma…”
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