Due colpi vicino alle api che amava tanto

La vittima, esperta apicoltrice, è stata ammazzata con due colpi di calibro 9 dal marito che non aveva preso bene la separazione. L’uomo si è poi suicidato con la stessa arma acquistata poche ore prima. Due dei tre figli della coppia hanno scoperto i cadaveri dei genitori e hanno dato l’allarme. La tragedia ha scosso l’intera comunità montana.

Castello Molina di Fiemme – Ennesimo femminicidio: Viviana Micheluzzi, 51 anni, originaria di Cavalese, è  stata uccisa con due colpi di pistola dal marito Mauro Moser, 56 anni, di Castello di Molina, nel pomeriggio dello scorso 29 marzo. Dopo l’uxoricidio l’uomo ha rivolto la stessa arma contro di sé e ha fatto fuoco spirando sul colpo. A ritrovare i due cadaveri immersi in un lago di sangue nel bel mezzo di un bosco scosceso sono stati due dei tre figli della coppia mentre rientravano a casa. Inutili i soccorsi.

La vittima, Liliana Micheluzzi

Marito e moglie erano noti in paese e altrove perché titolari della ditta “Dolci Sapori del Bosco”, un’attività agricola nata dalla passione per le api, animali di cui Viviana Micheluzzi conosceva tutti i segreti. La donna, infatti, sin da piccola si era interessata alla vita di questi meravigliosi e indispensabili insetti tanto da trasferirsi a Praga per studiare le tecniche di allevamento e selezione. Dopo l’apertura della bottega la Micheluzzi si era dedicata al ”nomadismo”, una sorta di sport simile al trekking che porta gli appassionati a spostarsi a piedi lungo gli alpeggi incontaminati della Val di Fiemme.

Le bellissime api che curava la vittima

Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri la tragedia sarebbe avvenuta intorno alle 12.30 del 29 marzo scorso probabilmente dopo un violento litigio. L’uomo, alcune ore prima, munito di porto d’armi in corso di validità pare avesse acquistato una Glock calibro 9×21 con un pacco di cartucce. Alcune ore più tardi l’imprenditore avrebbe usato la semiautomatica per sparare un paio di colpi alla moglie, uno dei quali mortale, per poi suicidarsi con la stessa pistola poco distante dal corpo esanime della sua compagna di vita. L’omicidio-suicidio si sarebbe consumato, nel breve volgere di alcuni minuti, fra le località Dos dei Cavai e Pertica lungo la strada che conduce alle arnie dell’azienda agricola di proprietà delle due vittime.

Mauro Moser

Fra i due pare fosse in corso una separazione e le discussioni andavano avanti da diversi mesi. Nessuno però immaginava che liti e alterchi sarebbero finiti in disgrazia nonostante Moser sembra avesse più volte manifestato la sua insofferenza per non aver superato la decisione del coniuge:

”…La coppia si stava separando – commenta Marco Larger, sindaco di Castello-Molina di Fiemme – ma non riesco comunque a dare una spiegazione ad un evento così terribile. Un dramma che ci coglie di sorpresa e che lascia una comunità senza parole e sotto shock. Ho addosso la pelle d’oca. Ci sono anche i tre figli e adesso ci vuole la forza degli abitanti per uscire da questa tragedia, solo con l’amore si possono trovare soluzioni e risolvere questo problema…”.

Il sindaco Marco Larger

Due dei tre figli, Oscar di 26 anni e Nico di 20, che hanno scoperto i corpi senza vita dei genitori, sono stati colti da malore e dunque trasferiti presso l’ospedale di Cavalese per accertamenti da dove poi sono stati dimessi. I carabinieri, nel frattempo, isolavano la scena del crimine e avviavano le indagini di rito che apporteranno alla vicenda ben poche novità.

La pistola è stata ritrovata accanto al cadavere di Moser mentre ad un centinaio di metri sono state rinvenute le rispettive automobili come se i due si fossero dati appuntamento per chiarirsi in una zona lontana da occhi indiscreti dove sono presenti alcune cisterne dell’acqua. A questo punto è probabile che l’ultima discussione sui problemi di famiglia che forse iniziavano ad interessare negativamente anche la sfera lavorativa abbiamo dato adito ad un alterco dai torni forti poi finito tragicamente.

La scena del crimine vicino le arnie dell’azienda agricola

Una decina di anni fa, grazie all’intervento dell’Istituto agrario di San Michele all’Adige e con il sostegno delle Foreste demaniali di Paneveggio che le avevano concesso 6.000 ettari di territorio, Viviana Micheluzzi aveva realizzato il progetto “Ape trentina“, ovvero la creazione di un ecotipo resistente, selezionato, in grado di dare ottimi risultati per qualità e quantità di miele. Nel suo laboratorio la donna conservava migliaia di api regine inseminate artificialmente, frutto di oltre 15 anni di selezione genetica conservativa dell’ape autoctona.

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