CONTESSA ENTELLINA – I RESTI OSSEI IN FONDO ALLA DIGA SONO DI DUE UOMINI MORTI AMMAZZATI?

Una corda e un cubo di cemento ritrovati sui fondali della diga vicino ai resti ossei farebbero pensare comunque ad un duplice omicidio. Appena terminate le analisi scientifiche si potrà saperne di più.

Contessa Entellina Appena ultimate le verifiche biologiche sui resti ossei ritrovati sui fondali della diga “Mario Francese” (già diga Garcia poi intitolata al giornalista ucciso dalla mafia il 26 gennaio 1979) si potrà sapere se appartengono o meno ad Antonio e Stefano Maiorana, i due congiunti scomparsi da Isola delle Femmine, sempre nel palermitano, il 3 agosto del 2007.

Le ossa riconducibili a due corpi umani ma fortemente deteriorate al punto di non poterne stabilire, a vista, il sesso e l’età, verranno sottoposte all’esame del Dna e ad altre analisi per risalire all’identità dei defunti e alla causa del decesso. Il ritrovamento dei reperti sarebbe avvenuto nel novembre scorso durante un periodo di siccità dell’invaso ma la notizia è stata diramata un paio di settimane fa.

La diga Francese a Contessa Entellina, Palermo.

Gli inquirenti ritengono che i due scheletri, accanto ai quali sono stati rinvenuti pezzi di corda e un cubo di cemento, verosimilmente serviti a gettare sul fondo i due corpi evitandone la risalita in superficie, sarebbero rimasti immersi per una decina d’anni e forse più. Gli uomini del Ris dei carabinieri hanno poi passato al setaccio una vasta area del fondale scoprendo un pezzo di una scarpa e brandelli di una maglietta che verranno analizzati tramite apparecchiature elettroniche e digitali.

L’ex moglie di Antonio Maiorana e mamma di Stefano, l’architetto Rossella Accardo, alcuni mesi addietro si era opposta ad un’ennesima archiviazione del caso tramite l’avvocato Giacomo Frazzitta. Dopo la riapertura dell’inchiesta da parte della Procura di Palermo, erano stati iscritti sul registro degli indagati due costruttori: Francesco Paolo Alamia, ex socio del sindaco mafioso Vito Ciancimimo, e Giuseppe Di Maggio.

Rossella Accardo

A suo tempo pare che Antonio Maiorana fosse in possesso di un video a sfondo erotico che riguardava rapporti sessuali fra un imprenditore colluso con la mafia e diverse ragazzine. Il presunto ricattato avrebbe chiesto a Maiorana un appuntamento per la consegna dei filmati compromettenti in cambio di un pacchetto di quote di una società edile.

Antonio Maiorana si sarebbe presentato all’incontro in compagnia del figlio ma ormai era troppo tardi per sottrarsi all’agguato mortale. Padre e figlio, subito dopo, sarebbero stati eliminati: ”…Siamo davanti ad un duplice omicidio – diceva già qualche anno fa l’avvocato Frazzittamanca la chiave di volta: capire dove sono i corpi, mentre è stato accertato il movente che sarebbe riconducibile ad un ricatto sessuale legato alle immagini di una persona con una minorenne. Il video era in possesso di Antonio Maiorana come riferiscono due testimoni. Lui stesso avrebbe fatto le riprese per ricattare alcune persone…”.

Karina Andrè

Tra le dichiarazioni di un paio di collaboratori di giustizia e quelle dei due indagati per omicidio, era tornata alla ribalta dell’inchiesta Karina Andrè, l’ex segretaria sudamericana di Maiorana poi diventata la sua amante. La donna, successivamente, pare avesse intrecciato una relazione sentimentale addirittura con il noto boss latitante Matteo Messina Denaro ma quale nesso poteva esserci fra il superlatitante trapanese e la scomparsa dei Maiorana rimane tutto da dimostrare.

A quanto pare il “ricattato” da Antonio Maiorana sarebbe stato proprio uno dei suoi ex soci, il costruttore Alamia. Quest’ultimo sarebbe stato ripreso di nascosto con una telecamera dallo stesso Maiorana durante un rapporto sessuale che si sarebbe consumato con una ragazzina di 14 anni in una villetta di Altavilla Milicia.

Dario Lopez

A riferire agli inquirenti questi particolari scabrosi sarebbe stato Dario Lopez, altro socio di Antonio Maiorana nella Calliope Srl, proprietaria del complesso residenziale di Isola delle Femmine. Lopez avrebbe riferito anche di una presunta amicizia fra Alamia e Messina Denaro. Il movente che avrebbe portato Maiorana a ricattare Alamia, già membro della compagine sociale di Calliope Srl, riguardava certe quote societarie che il costruttore pregiudicato, poi morto nel 2019 a 85 anni, aveva ceduto invece a Lopez nel 2007.

Il complesso residenziale costruito dalla Calliope Srl a Isola delle Femmine

Le quote furono trasferite poi a Karina Andrè che cosi usciva di scena. Padre e figlio, nel tentativo di riacquistare le quote o in cambio di soldi, si sarebbero presentati puntualmente all’appuntamento con la morte.

 

Ti potrebbe interessare anche —->>

CATANIA – TRUFFA MILIONARIA ALLO STATO. ASSOCIAZIONE DATORIALE RIEMPIVA LE TASCHE DI COMMERCIALISTI E IMPRENDITORI

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa