Molte delle evidenze raccolte, dai video delle telecamere alle intercettazioni telefoniche, porterebbero a ritenere che i due indagati non siano stati soli nel porre in essere il piano criminoso finalizzato alla sparizione di Carlo Domenico La Duca. Ancora perplessità sul vero movente. Si seguono la pista passionale e quella economica.
Palermo – La Procura del capoluogo siciliano ha avviato una seconda inchiesta per identificare eventuali complici di Pietro Ferrara, 57 anni, e Luana Cammalleri di 36, gli amanti finiti in carcere lo scorso 18 marzo con l’accusa di aver ammazzato e nascosto il cadavere di Carlo Domenico La Duca, l’agricoltore di 38 anni scomparso il 31 gennaio del 2019. Il fascicolo, ancora a carico di ignoti, prevede anche che i due indagati siano ascoltati a breve nella qualità di testimoni assistiti.
Gli investigatori hanno motivo di ritenere che la coppia di presunti fedifraghi avrebbe avuto l’aiuto di più di una persona, forse appartenente agli ambienti malavitosi locali, per occultare il corpo di La Duca magari all’interno delle fondamenta di cemento armato di un immobile, costruito fra gli agrumeti di contrada Ciaculli, di proprietà di Ferrara.
In base alla ricostruzione del procuratore aggiunto Marzia Sabella e dei sostituti Alfredo Gagliardi e Luisa Vittoria Campanile, Cammalleri e Ferrara, che avrebbero avuto una relazione adulterina dal 2017, sarebbero giunti alla conclusione di eliminare l’imprenditore agricolo perché diventato scomodo. Nonostante la vittima avesse poi intrecciato un rapporto sentimentale con un’altra donna, tale Cetty Mazzola, in vista dell’imminente separazione dalla moglie. Gli inquirenti non escludono che alla base dell’ipotetico omicidio possano esserci motivi economici, legati all’eredità dell’azienda agricola dello scomparso.
Gli investigatori, sin dai giorni successivi alla sparizione di La Duca, avevano intercettato gli indagati in decine e decine di telefonate e gli indizi a carico dei due non sarebbero di poco conto. Sia Cammalleri che Ferrara si sarebbero messi d’accordo sulle dichiarazioni da rendere ai pubblici ministeri ma anche su quelle spiattellate con disinvoltura in tv dove la Cammalleri appariva più volte piangente e Ferrara davvero addolorato per la scomparsa del suo migliore amico. Insomma veri e propri depistaggi per gli investigatori, che si vanno a sommare alle dichiarazioni mendaci che la Cammalleri avrebbe riferito quando negava di essere venuta a Palermo il 31 gennaio scorso.
Le telecamere stradali, però, avrebbero inquadrato la sua auto al seguito di quella di La Duca per le strade del capoluogo siciliano sino a via Minutilla dove veniva rinvenuta la vettura della vittima. Il tragitto è stato registrato grazie ad un sistema di rilevamento denominato “Mille Occhi”. Basta inserire il numero di targa e il gioco è fatto. La Volkswagen Golf di La Duca viene ritrovata alle 11.22 del 31 gennaio 2019 in viale Regione Siciliana all’incrocio con via Salvatore Minutilla. Regolarmente chiusa a chiave, del tutto ripulita tanto che nel suo interno non si sarebbero trovate nemmeno le impronte del proprietario. Gli inquirenti avrebbero percorso, in senso inverso, il tragitto delle auto coinvolte nella vicenda.
Alle 8.07 La Duca lascia la sua abitazione in contrada Canna a Cerda e percorre le statali 120 e 113, il viadotto Himera, l’autostrada A19 Palermo-Catania in direzione Palermo, via Messina Montagne, viale Regione Siciliana e infine via Ciaculli. Alle 8.56 La Duca spegne il motore davanti al civico 270 di via Conte Federico. Qui c’è il terreno di Pietro Ferrara dove l’auto si ferma per quasi due ore. Alle 10.48 il veicolo riprende la marcia. Eppure La Duca non conosceva le strade di Palermo dunque come avrebbe fatto ad orientarsi? Chi c’era dentro la sua auto al posto dell’agricoltore? Il suo amico Ferrara?
Al volante della Golf, dalle 10.48 in poi, c’è un uomo ma non è La Duca. Non si distingue il volto ma i suoi abiti di colore grigio si vedono nitidamente. La Duca, invece, indossava un giubbotto blu elettrico il giorno della sparizione. Nei nastri delle telecamere si vede anche una Fiat Punto, come quella usata dalla Cammalleri, che segue l’auto della vittima. Tanto perché la donna aveva riferito di essere lontana dal capoluogo siciliano. Poi ci sono decine di telefonate fra i due che sembrano coordinare le diverse sequenze del tranello teso all‘agricoltore, poi dell’omicidio e dell’occultamento del cadavere. Qualcuno potrebbe avergli dato una mano per rendere tutto più facile.