Cara Giorgia Meloni, hai voluto la bicicletta?

L’economia è il vero nodo che la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, assieme a tutta la coalizione di governo, si vede costretta ad affrontare non solo nel più breve tempo possibile, ma anche con una serie di soluzioni che sono vere e proprie gatte da pelare.

L’agognato giorno, il tanto desiderato obiettivo è stato raggiunto: per la prima volta dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, la destra italiana è al governo. Con alla testa un partito che ha sul suo logo la fiamma tricolore, eredità del Movimento Sociale Italiano, a sua volta erede della Repubblica di Salò. Un governo che dovrà giurare sulla Costituzione repubblicana, che vieta la ricostituzione del partito fascista, ma non di quei gruppi che si dichiarano post fascisti o presunti tali.

Contraddizioni della democrazia, alle cui ferree leggi bisogna adattarsi, accettando il responso delle urne. Non c’è da fare altrimenti. Un vecchio adagio popolare recita: “Hai voluto la bicicletta? E mo’ pedala!”, solo che il percorso, per la pasionaria Giorgia Meloni, leader del partito vincente Fratelli d’Italia, è in salita con forte pendenza.

Giorgia Meloni economia: due ciclisti ritratti di spalle in sella alle loro biciclette in montagna sulla neve.
Giorgia Meloni, una donna al potere in sella alla sua bicicletta e tra mille difficoltà

Più che alle presunte nostalgie del passato, infatti, il nuovo esecutivo avrà a che fare con l’economia, con la crescita dei prezzi e delle bollette prima di tutto, senza dover ricorrere ad uno scostamento di bilancio. Spifferi di palazzo sono pronti a giurare che la prossima manovra finanziaria, con molta probabilità sarà concorde col governo uscente. Questo perché la legge di Bilancio, da prassi, va spedita a Bruxelles entro il 16 ottobre, giorno troppo prossimo alla nascita del nuovo governo.

Altro tema che sta molto a cuore alla coalizione vincente è l’abolizione del reddito di cittadinanza, con l’indicazione di tenere separato il sostegno alle fasce più disagiate della società dalle politiche del lavoro. Quindi, rafforzare l’istituto della formazione e le politiche attive sul lavoro e pensare a un modello di ammortizzatori sociali che sia universale per tutti i lavoratori, dipendenti ed autonomi. A tal proposito i bonus, sia super sia standard, andranno riordinati e armonizzati, soprattutto quelli per la riqualificazione, per la messa in sicurezza e per l’ottimizzazione energetica degli immobili, pubblici e privati.

Sul fronte flat tax, l’aliquota fissa (e non progressiva) sui redditi tanto cara alla Lega e a Forza Italia, Fratelli d’Italia è più cauto: coi conti pubblici in disordine, meglio essere prudenti. Poi, si dovrà pensare ad estendere questa tassa, considerata miracolosa da quasi tutti i partiti di destra delle democrazie occidentali, alle Partite Iva fino a 100mila Euro di fatturato. Inoltre, inserire la flax tax sulla crescita di reddito rispetto agli anni precedenti, abolizione progressiva dell’Irap e una rimodulazione dei micro-tributi.

Le cartelle esattoriali, incubo di milioni di contribuenti

E poi ci sono le fatidiche cartelle esattoriali, incubo di molti contribuenti: riguardo a esse, il diktat per gli utenti in difficoltà sarà “saldo e stralcio” per cartelle fino a 3mila Euro, mentre per importi superiori l’intera somma sarà maggiorata del 5% senza sanzioni e interessi. La rateizzazione, poi, sarà possibile in 10 anni.

Per ridurre le tasse sul lavoro, il nucleo centrale sarà il taglio del cuneo fiscale (le imposte che gravano sul lavoro) e contributivo, con somma gioia di lavoratori e imprese, mentre le pensioni, minima e sociale, subiranno un innalzamento, così come la pensione di invalidità. In generale, l’impegno del governo che sta insediandosi è che non potranno essere inferiori ad altre forme, già vigenti, di assistenza sociale.

Questi sono i primi problemi che il governo si è assunto l’onere e l’onore di affrontare: presentati così sembrano ancora enunciazioni da campagna elettorale, ma i cittadini si aspettano che le cose vengano fatte con una certa celerità. Solo che, per restare nell’allegoria della bicicletta, altro che salita: qui c’è una montagna da scalare! Per questo, non si può che augurare tutto il bene possibile al governo che sta per nascere: in gioco c’è la sopravvivenza di tutti noi.

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