Blocco degli sfratti? Altri poveri in fila

I proprietari di immobili, specie quelli con una modesta abitazione e rimasti senza reddito per mesi, hanno dovuto pagare tutte le altre spese e gli oneri derivanti dalla proprietà indebitandosi ancora di più. Sono gli altri poveri che, una volta vendute le case, saranno costretti a chiedere sostegni e aiuti. E’ il gatto che si morde la coda.

Roma – Il blocco degli sfratti in molti casi ha lasciato i proprietari privi di reddito e spesso costretti a pagare le spese condominiali di immobili utilizzati da altri. Dunque a indebitarsi in maniera spropositata. Tanto che lo sgravio dell’Imu (Imposta Municipale Unica) è una goccia nel mare delle perdite subite a causa della pandemia.

L’esenzione Imu (acconto+saldo) per i proprietari di beni immobili che non sono riusciti a sfrattare gli inquilini morosi a causa del blocco degli sfratti durante l’emergenza Covid è divenuto sempre più un problema che nel tempo si è ingigantito.

Ma l’esenzione, tanto attesa, sarà limitata alle sole abitazioni e non si estenderà agli immobili delle imprese e a quelli non adibiti ad uso abitativo.

In tal modo beneficeranno dell’esenzione i possessori di immobili che abbiano ottenuto a proprio favore l’emissione di una convalida di sfratto per morosità successiva al 28 febbraio 2020, la cui esecuzione sia stata sospesa sino al 30 settembre 2021 o al 31 dicembre 2021.

Un fondo da 115 milioni di euro è pronto per ristorare i Comuni dai mancati incassi. Lo prevede uno degli emendamenti al decreto Sostegni bis che arriverà alla Camera per il voto in commissione Bilancio. Non solo.

Via l’Imu ma non per tutti

Chi ha già versato la prima rata Imu scaduta il 16 giugno avrà diritto a chiedere il rimborso. E’ una delle novità principali contenute nel pacchetto di 35 emendamenti al decreto Sostegni bis (DL 73/2021) su cui la maggioranza ha trovato l’accordo in commissione bilancio della Camera.

Insomma si è riusciti a fare riconoscere un’esenzione totale che ricomprendesse anche l’acconto di giugno già pagato dai proprietari e che non fosse solo limitata al saldo del prossimo mese di dicembre. Ma questa apertura ha lasciato per strada gli immobili non abitativi, in un primo momento ricompresi nell’agevolazione e poi eliminati.

La soppressione dell’Imu 2021 per i proprietari di case affittate, che il 17 marzo 2020 si sono visti requisire il loro immobile attraverso il blocco sfratti è indispensabile, considerato che per il 2020 non c’è stata alcuna riduzione di questa imposta.

Immobili non abitativi e già gravati da un’elevata imposizione reddituale devono pagare l’IMU.

Stupisce, tuttavia, che l’ultima formulazione dell’emendamento escluda dalla misura le imprese e gli immobili non abitativi, gravati da un’imposizione reddituale elevatissima e tuttora vessati dalla regola che impone la tassazione persino dei canoni non percepiti.

Tra gli altri emendamenti in via di approvazione c’è quello che aumenta le risorse per le imprese che abbiano dovuto sospendere l’attività a causa della pandemia.

Peraltro il Fondo istituito dal decreto legge Sostegni bis sale da 100 a 140 milioni e potranno accedervi le imprese che, dal 1° gennaio e fino alla data di conversione del decreto legge, abbiano registrato un periodo di chiusura di 100 giorni.

Oltre a questo rifinanziamento, le proposte di modifica su cui le forze di maggioranza che sostengono il Governo Draghi hanno trovato l’accordo, dispensano contributi a fondo perduto a beneficio di tutti i settori più colpiti dalla pandemia.

Viene istituito anche un fondo da 10 milioni per garantire tamponi gratis, molecolari e antigenici, finalizzati a far ottenere più facilmente il Green-pass alle persone fragili, ossia a coloro che per particolari condizioni di salute non possono vaccinarsi.

Anche il fondo per la prevenzione del fenomeno dell’usura sarà incrementato di 10 milioni di euro per il 2021.

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