Non è un momento buono per la categoria che rappresenta la giustizia. Occorre subito una riforma consistente per riaffermare l’autentico principio di indipendenza spazzando via l’utilizzo politico dei tribunali. E non solo.
Milano – Gli elementi per una spy-story ci sono tutti: lettere anonime, calunnie, atti giudiziari coperti da segreto, una presunta loggia massonica e, naturalmente, una “Gola Profonda”.
È questa la nuova bomba che si abbatte sul Csm, innescata dalla Procura meneghina. È da lì, infatti, che tutto ha avuto inizio quando, un anno fa. Il pm Paolo Storari consegna verbali ancora segreti all’allora consigliere del Csm Piercamillo Davigo, senza informare i suoi superiori, nemmeno il procuratore capo Francesco Greco.
In quei verbali ci sono le deposizioni di Piero Amara, avvocato siciliano implicato in vari processi: indagato per corruzione, accusato di depistaggio nell’inchiesta Eni e arrestato nel 2018.
Ma che cosa c’è scritto in quei documenti? Roba forte, a quanto pare: testimonianze rilasciate da Amara ai pm, risalenti al 2019, nelle quali avrebbe riferito di casi di corruzione di numerosi magistrati, affermando inoltre di essere membro di una potente loggia chiamata “Ungheria” e di aver raccomandato niente meno che Giuseppe Conte (all’epoca presidente del Consiglio) “per fargli ottenere nel 2012 e 2013 consulenze dal Gruppo Acqua Marcia Spa, della famiglia Caltagirone, per 400mila euro”.
Conte ha già risposto alle clamorose rivelazioni, affermando che sarebbero solo calunnie “di cui chiederò conto in ogni sede”, ha dichiarato l’ex premier.
Storari avrebbe consegnato i verbali a Davigo perché preoccupato dall’ “immobilismo” che teneva in sospeso quelle accuse. Dai colleghi non giungeva nessuna intenzione di procedere all’apertura di un fascicolo, mentre Storari voleva che si andasse fino in fondo, in quanto i fatti sarebbero stati gravissimi se confermati, mentre se si fossero rivelati falsi ci si sarebbe trovati di fronte a calunnie altrettanto gravi.
Nemmeno Davigo però sembra voler prestare attenzione ai documenti presenti nel faldone consegnatogli, anche se ne avrebbe parlato “in maniera vaga” con il vicepresidente David Ermini.
Tutto farebbe pensare all’intenzione di nascondere lo sporco sotto il tappeto. Tanto sporco.
E qui spunta la nostra “Gola Profonda”: qualcuno, in forma anonima, avrebbe cominciato a far girare i verbali segreti in varie redazioni di quotidiani, insistendo affinché venissero pubblicati.
Tuttavia i giornalisti, preoccupati di poter finire nel bel mezzo di un fuoco incrociato zeppo di ricatti e non solo, decidono di rispedire lo scottante materiale alla Procura di Milano.
Ma chi avrebbe indossato i panni della spia? Con un nuovo colpo di scena si scopre che “Gola Profonda” altri non sarebbe che Marcella Contrafatto, impiegata del Csm presso la segreteria di Davigo. Al momento la donna è indagata per calunnia e, convocata in Procura davanti ai pm, si è avvalsa della facoltà di non rispondere.
Una storia incredibile, che si abbatte come uno tsunami su una magistratura che appare sempre più allo sbando e che ben rappresenta lo stato in cui versa il Bel Paese.
La soluzione potrebbe riassumersi nel tweet dell’avvocato Carlo Taormina: “…Siccome i componenti del Csm non sanno nemmeno vergognarsi di stare lì, nonostante siano figli di Palamara, Mattarella non ci faccia vergognare anche lui. Li chiami al Quirinale e li faccia dimettere tutti. Un nuovo Csm con il sorteggio!..”. Sorteggio a premi?