La crisi alimentare può trasformarsi in tragedia. I campi di grano sono stati spazzati via dai Talebani per dare spazio alle piantagioni di droga. Altro che cartello colombiano. A rischio di fame nera soprattutto migliaia e migliaia di bambini che già soffrivano per scarsa nutrizione e che sono totalmente dipendenti dagli aiuti esterni. Ci diamo una mossa?
Nelle ultime settimane l’Afghanistan è balzato agli onori della più drammatica cronaca politica internazionale col ritorno dei Talebani, i cosiddetti “Studenti” e la fuga, senza colpo ferire, quasi codarda, del Governo in carica oltre al ritiro, già concordato l’estate scorsa, delle truppe americane ed europee.
Abbiamo assistito, impotenti, ai tentativi di fuga di tanti poveri cristi che all’aeroporto di Kabul si sono aggrappati alle ali degli aerei in partenza, nell’estremo e vano tentativo di non rimanere in quella zona ormai maledetta. Ora Save the Children – organizzazione non governativa che promuove e tutela i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza – ha lanciato l’allarme sulla condizione dei bambini afghani che rischiano la fame a causa della siccità e degli eventi che nelle ultime settimane hanno interessato il loro tormentato Paese.
La sospensione degli aiuti potrebbe esacerbare una situazione già complicata di per sé. Secondo alcune stime, entro la fine di quest’anno, la metà dei bambini afghani è a rischio di malnutrizione acuta. Si rischia dunque una catastrofe assoluta con fame diffusa, famiglie senza casa e default economico del Paese. Lo ha denunciato la direttrice nazionale per l’Afghanistan del Programma alimentare mondiale dell’ONU, Mary Ellen Mc Croarty, secondo la quale è fondamentale un’azione coordinata per tentare di fermare quella che sta diventando una vera e propria catastrofe.
Afghani aggrappati agli aerei per fuggire dai Talebani Afghani in fuga dai Talebani
A questi allarmi si è aggiunto quello del segretario dell’ONU Antonio Guterres che ha manifestato profonda preoccupazione per l’aggravarsi della crisi economica e umanitaria dell’Afghanistan. C’è bisogno del sostegno della comunità internazionale e di tutti gli Stati per offrire finanziamenti tempestivi per facilitare l’accesso umanitario sicuro.
C’è da dire che l’Afghanistan già prima della presa del potere da parte dei Talebani, era il secondo Paese al mondo per numero di persone vittime dell’emergenza fame e malnutrizione. Secondo Save the Children il Paese avrà bisogno di trattamenti specifici per poter sopravvivere.
Antonio Guterres, ONU Grave rischio malnutrizione bambini Afghani
Il World Food Programme dell’ONU, in un rapporto del giugno scorso, ha segnalato che oltre un terzo della popolazione afghana, pari a circa 14 milioni di persone, sono state colpite dalla fame e da una carenza di fondi per offrire assistenza adeguata. I bambini sotto i cinque anni sull’orlo della sindrome da scarsa nutrizione sono circa 5,7 milioni, dei quali 2 milioni totalmente dipendenti dagli aiuti alimentari esterni.
Poi l’emergenza della pandemia, gli impedimenti sulla circolazione, l’impossibilità di lavorare, nonché l’aumento del prezzo del cibo hanno peggiorato la crisi alimentare che nelle aeree urbane ha raggiunto livelli senza precedenti. Più di 80mila bambini sono fuggiti dalle loro case per l’escalation della violenza.
Bambini afghani in fuga Bambini afghani in salvo
Il direttore regionale di Save the Children in Asia, Hassan Saadi Noor, ha dichiarato con evidente preoccupazione: “…Abbiamo un dovere nei confronti del popolo afghano ed il lavoro umanitario deve continuare. I bambini hanno un disperato bisogno di accedere ai servizi essenziali, compreso il supporto nutrizionale per poter sopravvivere…”.
Anche prima delle recenti vicende belliche, la situazione per i bambini in Afghanistan era disastrosa. La comunità internazionale ha l’obbligo assoluto di garantire la loro protezione, i loro diritti e la loro sopravvivenza.
Hassan Saadi Noor
Ora l’augurio da parte nostra è che si riesca ad offrire soccorso ed aiuto umanitario sia ai bambini che alla popolazione più bisognosa. Entrambi vittime innocenti dell’ingordigia occidentale e della sete di potere politico-economico dei satrapi di turno.
E’ lecito, tuttavia, porsi una domanda: l’aiuto umanitario che vogliamo offrire al popolo afghano è della stessa pasta di quello politico-militare che abbiamo dato negli ultimi vent’anni, che doveva esportare democrazia e prosperità? E che ha riportato al potere i Talebani, ovvero quelli che avevamo deposto? Beh, allora, è meglio, molto meglio starsene a casa. Almeno faremo meno danni.