Pandemia e riarmo tengono banco: Governo instabile per le decisioni di Conte

La corsa agli armamenti deve arrestarsi. L’Italia ha ben altri problemi e a livello mondiale a preoccupare quasi quanto la guerra è la nuova ondata virale su cui i vaccini sarebbero meno efficaci. Quarta dose si, quarta dose no. Senz’altro si per i soggetti più deboli ed immunodepressi, nel Lazio si incominciano le inoculazioni. Per il resto i problemi aumentano.

Roma – Di male in peggio. Mentre il costo del gas continua a salire e la guerra non conosce soste Conte, fresco di rielezione, dopo aver incontrato il Premier ed il Capo dello Stato, cambia rotta e si mette di traverso ostacolando il percorso del Governo, creando in tal modo grande fibrillazione nella maggioranza a causa dell’aumento delle spese militari.

Mario Draghi, Giuseppe Conte, Sergio Mattarella

Governo in bilico dunque ma Draghi, che nelle prossime ore sentirà Putin, non si lascia intimorire e rilancia la “posta in gioco”, ribadendo il rispetto degli impegni Nato sull’aumento delle spese militari del 2% del Pil. Insomma per il Premier “…Non possono essere messe in discussione alcune assunzioni di responsabilità in un momento così delicato, con la guerra alle porte dell’Europa, in quanto se ciò avvenisse verrebbe meno il patto che tiene in piedi la maggioranza…”.

Parole chiare, dall’una e dall’altra parte, tanto che il voto di fiducia appare inevitabile. In ogni caso sarebbe opportuno conoscere anticipatamente le ripercussioni economiche e da quali poste di bilancio verranno presi i soldi destinati al riarmo entro il 2024. Inutile ricordare che non può essere compresso il welfare per la tutela e protezione delle fasce sociali fragili. Attenzione, dunque, a non farsi prendere la mano dall’attuale situazione di tensione internazionale, i cui effetti dureranno negli anni.

Roberto Speranza e Stella Kyriakides

Nel frattempo, i nuovi dati pandemici in arrivo da Israele aprono un nuovo scenario, tanto da considerare incombente il pericolo di una ulteriore ondata virale. Con tali previsioni quasi tutti i Paesi membri invitano l’Ue a sostenere la quarta dose (2° booster) per le persone di età superiore ai 60 anni per rafforzare l’immunità, vista l’assenza, per il momento, di vaccini specifici contro la variante Omicron, attualmente dominante in Europa.

“…Purtroppo la pandemia non è finita, vaccini e dosi di richiamo rimangono, pertanto, la nostra migliore difesa – ha detto ai capi di governo la commissaria alla Salute, Stella Kyriakides, sostenuta dal ministro Roberto Speranza – le persone sono stanche, le economie esauste ma i dati sulle infezioni tornano a salire, con almeno cento milioni di europei ancora non vaccinati, è fondamentale avere una strategia comune…”.

Vaccini: nel Lazio al via la quarta dose ai più fragili, è la prima regione in Italia.

Infatti solo fino a poche settimane fa EMA – l’agenzia europea per i medicinali – aveva frenato sull’argomento quarta dose, non avendo ancora dati scientifici sufficienti per formulare una raccomandazione. Ma in Commissione i ministri hanno chiesto una valutazione a livello europeo sul secondo richiamo vaccinale: “…Almeno per quelle fasce di popolazione più fragili, che secondo Speranza dovrebbero essere uniformate in tutti i Paesi europei per età…”.

Questo, in sostanza, l’obiettivo di fondo, che esclude di argomentare su una quarta dose per tutti. Bisognerà però aspettare la proposta UE che, si spera, arriverà in breve tempo.

Roberto Speranza

“…In ogni caso è giunto il momento di discuterne insieme – ha precisato il ministro della Saluteperché, sebbene gran parte dell’attenzione pubblica si sia momentaneamente concentrata sulla guerra in Ucraina, la pandemia è lontana dall’essere alle nostre spalle. Le infezioni da Coronavirus, ribadisce il ministro della Salute – sono di nuovo in aumento in alcuni Paesi europei, anche a causa dell’allentamento delle misure restrittive in molti di essi. C’è chi la chiama “quarta dose” e chi “seconda dose booster”. La sostanza però non cambia…”.

Comunque stiano le cose dal Consiglio della Salute, che si è tenuto il 29 marzo a Bruxelles, è emersa dai ministri europei, con un appello accorato e forte, la richiesta di invitare la Commissione ad adoperarsi per un’azione coordinata ed univoca, a tutela di chi è più a rischio.

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