L’escalation di questi giorni ha portato a un esito da molti ritenuto inattuabile se non addirittura impensabile. I fatti hanno provato ancora una volta che la nostra società è sempre più vicina al disastro di quanto si possa immaginare.
La mattinata di oggi, 24 febbraio 2022, è stata segnata da un angoscioso risveglio. Prima indiscrezioni, poi la conferma: l’esercito russo ha infine invaso l’Ucraina, dopo le continue distrazioni e smentite delle ultime settimane. Seguire gli eventi è difficile in questo susseguirsi di notizie. Ecco quanto è certo finora.
Nella notte tra il 23 e il 24 febbraio è iniziata la mobilitazione. Le controversie sono iniziate già dalla questione della datazione del video con cui Vladimir Putin ha comunicato l’intenzione di iniziare l’offensiva: una prima fonte, il media russo Novaya Gazeta, analizzando i metadati dell’annuncio avrebbe stabilito che il video sarebbe stato girato il 21 febbraio. La tesi è stata successivamente smentita da Aric Toler, del gruppo investigativo Bellingcat, con un’analisi del medesimo tipo che ha datato la comunicazione del presidente russo alle ore 3:35 della notte del 24 febbraio.
Fatto sta che i bombardamenti sono iniziati alle 4:30 ucraine, 3:30 in Italia. L’attacco è stato distribuito in modo omogeneo su svariate città sui tre fronti disponibili all’esercito russo,i confini terrestri a nord e ad est e le coste del Mar Nero a sud. Grazie a testimonianze fotografiche Cnn è stato provato l’ingresso di truppe russe in Ucraina anche attraverso il confine a nord con la Bielorussia, il che conferma l’appoggio del presidente Lukashenko nei confronti delle operazioni belliche.
Particolare attenzione è stata posta nel colpire aeroporti e strutture militari. Il portavoce della Difesa russa Igor Konashenkov, via Interfax, ha annoverato tra gli obiettivi colpiti una base navale e tre centri di comando militare, 18 stazioni di collegamento radio per i sistemi missilistici, un elicottero d’attacco e quattro droni da combattimento. Al momento non si ha riscontro di attacchi a infrastrutture nevralgiche come ponti e autostrade, ma nel pomeriggio è giunta notizia del bombardamento dell’ospedale di Vuhledar che ha portato a 4 morti e 10 feriti.
A detta del Ministero dell’Energia ucraino sarebbe avvenuta un’esplosione nella centrale elettrica di Trypilska, a 40 chilometri circa da Kiev. Oltre a ciò riporta che carri armati e truppe non identificate sono schierati nei pressi della diga della centrale idroelettrica di Kakhovka, il che fa temere che l’esercito russo possa voler portare al blackout porzioni del territorio ucraino.
Nel giro di poche ore dall’inizio delle operazioni la Russia è riuscita a portarsi a poche decine di chilometri da Kiev, dove ha anche preso il controllo dell’aeroporto internazionale Antonov di Hostomel. Le vittime accertate tra i civili sono già numerose decine, si parla addirittura di centinaia e il numero è inevitabilmente destinato a salire. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha imposto la legge marziale, legittimando la difesa autonoma da parte dei cittadini, invitando inoltre a donare sangue per sostenere i militari impegnati sui fronti.
Le condanne sono subito giunte da tutti i leader occidentali e sanzioni “mai viste” sono state annunciate dall’intero fronte Nato, in una risposta corale che potrebbe portare nelle prossime ore anche alla mobilitazione preventiva di truppe lungo i confini est dell’Alleanza. La Cina, da parte sua, non riconosce le operazioni come un’invasione e invita le due parti a mantenere la calma ed evitare che la situazione degeneri.